Women & Women
Women & Women è una mostra pensata per essere esposta presso l’Ambasciata di Spagna a Washington durante il semestre di presidenza dell’Unione Europea nel 2010.
Comunicato stampa
Women & Women è una mostra pensata per essere esposta presso l'Ambasciata di Spagna a Washington durante il semestre di presidenza dell'Unione Europea nel 2010. Nell'affidarmi l'incarico era stato messo l'accento sul fatto che avrebbe dovuto essere un campionario di fotografie di altissimo livello e in grado di offrire l'immagine di un paese progredito, moderno e culturalmente all'avanguardia. In veste di curatrice, ho avuto la massima libertà per quanto riguarda la scelta degli artisti e del soggetto della mostra, che successivamente sarebbe diventata itinerante negli Stati Uniti, in Europa e forse in qualche altro continente.
Analizzando le loro opere ho intuito un possibile soggetto per la mia proposta espositiva: essendo tutte donne - donne fotografe, donne artiste, donne impegnate con il loro tempo, donne appassionate del proprio lavoro - donne dietro la macchina fotografica che guardano altre donne che stanno davanti a loro, quindi niente di meglio che "Donne e donne". Visto poi che il destinatario iniziale era il pubblico americano, ha scelto di tradurlo in inglese. Le cinque artiste selezionate affrontano l'argomento, ma da prospettive e approcci ben diversi:
Isabel Muñoz, coerente con il suo personalissimo universo creativo, esplora le affascinanti forme del corpo femminile, la gestualità, le consistenze sensuali della pelle….
Con il corpo come fonte di creazione, gli autoritratti di Soledad Córdoba sembrano scaturire dalle profondità del subconscio, evocando una realtà paradossalmente irreale, premonitoria… Soledad costruisce una messa in scena che situa lo spettatore in uno spazio incerto tra realtà e finzione, come quella donna fragile che galleggia in assenza di gravità con un gruppo di canarini rossi.
Altrettanto irreale è il volto scelto da Beatriz Moreno, androgino, senza tracce d'ombre né di volumi, senza indizi di emotività. Un viso apatico e spassionato, così scuro e inquietante come Ecate, la dea greca dalla quale prende il nome, che nel Macbeth era al tempo stesso strega, demonio, dea.
Ho scelto tre degli otto autoritratti della serie “Agua” di Gabriela Grech, realizzati durante un viaggio a piedi lungo il fiume Eo nel 1994, uno per ogni giorno di questo percorso introspettivo, sottotitolati da Gabriela “Imágenes de una confusión”.
Ouka Leele (pseudonimo di Bárbara Allende) con i suoi colori vivaci e un'innegabile ricchezza di particolare immagini personali, ci trasforma in recettori di messaggi psicologici carichi di simbolismo. Autrice-manipolatrice (in opposizione all'autore-produttore di John Szarkowski) per la quale l'immagine fotografica non è altro che un punto di partenza, Bárbara si comporta nel suo studio come una maga nella sua grotta, come l'alchimista alla ricerca della pietra filosofale attraverso processi impenetrabili che conosce solo lui.