Tiziano e Veronese. I ritratti di Daniele Barbaro
In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della nascita del celebre umanista e scienziato, promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini, il salone del secondo piano di Palazzo Cini ospiterà – in concomitanza con una mostra dedicata ai disegni del Settecento dalle raccolte della Fondazione – due capolavori indiscussi della ritrattistica veneziana del Cinquecento, i ritratti di Barbaro dipinti da Tiziano Vecellio (1545 c.) e Paolo Veronese (1560 c.).
Comunicato stampa
A metà Cinquecento, nella Venezia dei suntuosi palazzi patrizi che si stanno riempiendo di ricche collezione d’arte, di pitture realizzate da Giorgione e Tiziano, delle antichità romane, nella Venezia dei grandi cantieri artistici, come Palazzo Ducale e la Libreria Marciana, il rinnovamento del sistema del Sapere (linguaggi, tecniche, scienze e arti) s’identifica con Daniele Barbaro, che impone una nuova concezione umanistica e scientista dell’ars edificatoria. In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della nascita del celebre umanista e scienziato, promosse dalla Regione del Veneto e dalla Fondazione Giorgio Cini, il salone del secondo piano di Palazzo Cini ospiterà – in concomitanza con una mostra dedicata ai disegni del Settecento dalle raccolte della Fondazione – due capolavori indiscussi della ritrattistica veneziana del Cinquecento, i ritratti di Barbaro dipinti da Tiziano Vecellio (1545 c.) e Paolo Veronese (1560 c.), eccezionalmente prestati dal Museo del Prado di Madrid e dal Rijksmuseum di Amsterdam ed esposti insieme per la prima volta.
Eseguite a distanza di quindici anni circa, le due opere raccontano due momenti nodali nello sviluppo della pittura del Cinquecento a Venezia. Tiziano e Veronese protagonisti dell’evento espositivo dedicato a Barbaro sono anche i protagonisti indiscussi della pittura del loro tempo, uniti in un ideale passaggio di testimone avvenuto nel 1557, quando il venerato Vecellio premia il giovane Veronese in piena ascesa con la collana d’oro come il migliore tra gli artisti attivi nella Libreria Marciana. Grazie al corredo di libri d’epoca, provenienti dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini e dall’Accademia di Belle Arti, la mostra evoca icasticamente la sua figura, la sua produzione intellettuale e la sua cerchia culturale, mettendo in relazione il doppio ruolo di trattatista prolifico e di committente raffinato che assunse nella Venezia del tardo Rinascimento.