I Mille Occhi 2015

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO MIELA
Piazza Luigi Amedeo Duca Degli Abruzzi 3, Trieste, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
18/09/2015
Contatti
Email: festival@imilleocchi.com
Sito web: http://www.imilleocchi.com
Biglietti

Tutte le proiezioni e gli incontri sono a ingresso libero.

Patrocini

Realizzato con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di
Trieste, Comune di Trieste, Fondazione Kathleen Foreman Casali.

Generi
cinema, festival

Anteprime di film e documenti da (ri)scoprire alla luce del nostro tempo, dentro e fuori dalle infinite storie del cinema: anche l’edizione 2015 del festival “I Mille Occhi” sarà all’insegna della pluralità di sguardi, d’epoche e di generi di cui solo la settima arte è capace.

Comunicato stampa

SGUARDI FUORI DAL TEMPO CON “I MILLE OCCHI”
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA E DELLE ARTI
DAL 18 AL 23 SETTEMBRE A TRIESTE
CON ANTEPRIMA A ROMA IL 15 E IL 16 SETTEMBRE

XIV edizione | Apparizione
Premio Anno Uno al cineasta portoghese Vítor Gonçalves

Anteprime di film e documenti da (ri)scoprire alla luce del nostro tempo, dentro e fuori dalle infinite storie del cinema: anche l'edizione 2015 del festival “I Mille Occhi” sarà all'insegna della pluralità di sguardi, d'epoche e di generi di cui solo la settima arte è capace. Il cineasta del presente al centro della XIV edizione sarà il portoghese Vítor Gonçalves, Premio Anno Uno per A vida invisível. Altri percorsi deborderanno verso le altre arti, dalla personale della scultrice Niki de Saint Phalle (di cui si vedranno le uniche due regie cinematografiche) a una selezione degli autori italiani che meglio hanno saputo raccontare i fantasmi del primo conflitto mondiale, da Luca Comerio a Mario Camerini, dal rigore anti-bellico di Ermanno Olmi (specie nel suo sodalizio con Mario Rigoni Stern) al teatro incompromissorio di Luca Ronconi (“traduttore” per il palcoscenico de Gli ultimi giorni dell'umanità di Karl Kraus). Sempre alla ricerca dei tesori meno conosciuti del cinema italiano, I Mille Occhi proporranno anche una collezione di film mai visti (I figli di nessuno) e proseguiranno gli approfondimenti su tre preziose figure di cineasta – Emanuele Caracciolo, Oreste Palella e Raffaele Andreassi. Il denso programma d'incontri e proiezioni, tutte a ingresso gratuito, sarà completato da ricognizioni documentarie e poetiche sulla flagranza della pellicola cinematografica, oltre che dagli ulteriori ritratti di due grandi cineasti esuli, il tedesco Frank Wysbar e lo scenografo russo Boris Bilinsky.

Giunti alla sua XIV edizione, I Mille Occhi tornano a proporre una formula personale e inedita di festival cinematografico, animata da un gusto della scoperta che non conosce confini tra tempi, autorialità e generi diversi, tratti che negli anni hanno portato il festival a raccogliere le attenzioni critiche di testate come “Sight and Sound” e “Senses of Cinema”. Attraverso proiezioni e incontri che instaurano intrecci profondi tra cinema del passato e del presente, e sempre mantenendo una decisa predilezione per sguardi liberi e non omologati, I Mille Occhi – Festival internazionale del cinema e delle arti crede in una forma-festival che si vuole distante tanto dalle vetrine del contemporaneo quanto dalle rassegne di pura retrospettiva. Uno degli ospiti più attesi della prossima edizione, eloquentemente titolata Apparizione (dal 18 al 23 settembre al Teatro Miela di Trieste, con un'anteprima il 15 e il 16 settembre al Cinema Trevi di Roma), sarà il cineasta, produttore e didatta portoghese Vítor Gonçalves, allievo ed erede del grande António Reis. Nelle due sere conclusive del festival (22 e 23 settembre), verranno proiettati alla presenza di Gonçalves i suoi due unici lungometraggi; all'autore lusitano, oggi docente alla Escola Superior de Teatro e Cinema di Lisbona e insieme al più celebrato Pedro Costa co-fondatore della casa di produzione Trópico Filmes, I Mille Occhi assegneranno infatti il Premio Anno Uno per il suo ultimo film, A vida invisível, realizzato a ventisette anni di distanza dal debutto di culto Uma rapariga no Verão (considerato da critici e cineasti una pietra miliare del cinema portoghese). Secondo regista portoghese a venir premiato dal festival come miglior cineasta del nostro tempo (dopo il grande Paulo Rocha, Premio Anno Uno 2007 per Vanitas), Gonçalves rompe il suo lungo silenzio creativo con un pessoviano ritratto di vita interiore, un intimo viaggio nella memoria che conferma e rilancia il fascino rarefatto ed enigmatico dell'acclamatissima opera d'esordio.
Un altro highlight del festival triestino sarà la personale dedicata alla scultrice, pittrice e regista Niki de Saint Phalle, unica artista donna del movimento del Nouveau Réalisme, nota per aver ideato e realizzato - sempre all'insegna della ribellione contro i poteri costituiti - gli Shooting Paintings e le enormi sculture di nudi femminili dette Nanas, nonché case-giochi per bambini e il monumentale Giardino dei Tarocchi di Capalbio, vicino Grosseto. L'omaggio del festival, curato da una storica ospite e collaboratrice dei Mille Occhi quale la cineasta sperimentale Jackie Raynal, prevede la presentazione delle due uniche regie dell'artista francese – Daddy (1973, co-diretto con Peter Whitehead), uno dei più provocatori film erotici degli anni '70, e la fiaba per adulti Un rêve plus long que la nuit (1976) –, entrambi alla presenza di un'ospite d'eccezione come Laura Duke Condominas, figlia della Saint Phalle e protagonista di Lancelot du lac di Bresson (per il quale venne inizialmente opzionata la stessa Niki).
Nella serata inaugurale del festival, venerdì 18 settembre, verranno presentati alcuni documenti mai visti: l'anteprima dell'appena ritrovato e restaurato Il Duce a Trieste, sulla visita di Mussolini nel capoluogo giuliano (avvenuta il 18 settembre 1938, esattamente 77 anni prima della sua riproposta ai Mille Occhi), e la rara versione integrale di Vivere da anarchici, film-intervista sull'anarchico triestino Umberto Tommasini realizzato da Paolo Gobetti nel 1976. Dello stesso Gobetti si potrà inoltre vedere Racconto interrotto (1992), il film dedicato al padre Piero, figura tra le massime della cultura antifascista; a Trieste, questi documenti storici saranno presentati da Paola Olivetti, compagna di Paolo Gobetti e direttrice dell'Archivio cinematografico della Resistenza di Torino (responsabile del ritrovamento di Il Duce a Trieste). All'insegna degli incubi della Storia si volgerà poi un percorso tra cinema, teatro e letteratura sui fantasmi apocalittici delle due guerre mondiali, con alcuni anomali recuperi dal periodo del muto (Umanità di Elvira Giallanella, Kif Tebbi di Mario Camerini, Cocciutelli in guerra di Luca Comerio) e un doppio incontro tra arti: quello di Luca Ronconi con l'”intraducibile” piéce Gli ultimi giorni dell'umanità di Karl Kraus (accompagnato da un film-testimonianza di Miklós Jancsó sul grande regista teatrale), e di Ermanno Olmi con la letteratura di Mario Rigoni Stern, dal corto Ritorno al paese (1967) al film tv I recuperanti (1970) - e senza dimenticare il progetto irrealizzato de Il sergente nella neve. Il festival prosegue inoltre la sua opera di ricerca ed approfondimento di tre figure poco esplorate del cinema italiano: l'attore e regista messinese Oreste Palella, di cui si vedranno il biografico Caterina da Siena, con la diva del muto Rina de Liguoro e la figlia Regana, il mélo ultraterreno con Silvana Pampanini Il richiamo nella tempesta e Cristo è passato sull'aia, sempre al crocevia tra religione e superstizione; si tornerà poi su uno dei protagonisti della scorsa edizione, Raffaele Andreassi, con ulteriori tasselli della sua filmografia: il suo programma televisivo su D'Annunzio, i corti Epilogo, Agnese (con Giorgio de Chirico), Gli stregoni (scritto con il critico triestino Callisto Cosulich) e L'amore povero, ricostruzione digitale della prima versione inedita di I piaceri proibiti (massacrata dalla censura dell'epoca); infine, si indagherà meglio la figura di Emanuele Caracciolo, cineasta ucciso a 31 anni nel massacro delle Fosse Ardeatine insieme al collega Gerardo de Angelis: a entrambi si legherà un percorso che intreccerà l'unico lungometraggio di Caracciolo (Troppo tardi t'ho conosciuta!) ai film da lui scritti o sceneggiati (La carne e l'anima, I fratelli Castiglioni) ed alle sue ulteriori apparizioni nel cinema italiano (dal musicale Marionette di Gallone al comico Il feroce Saladino con Angelo Musco, passando per il documentario-shock sulle Fosse Ardeatine, Giorni di gloria di Visconti, De Santis, Pagliero e Serandrei). Altro autentico fiore all'occhiello del programma 2015 sarà l'oculata selezione di film letteralmente salvati dall'oblio I figli di nessuno, curata dal ricercatore, storico e collezionista Simone Starace, con - tra gli altri - recuperi mai visti di Vittorio Cottafavi (Fiamme sul mare, in co-regia con Michal Waszyński) e Edgar G. Ulmer (L'amante di Paride, con Hedy Lamarr), insieme a rarissimi unicum del cinema popolare italiano quale l'avventuroso Mobby Jackson, opera d'esordio del cineamatore e documentarista Renato Dall'Ara. Seguiranno focus sulle collaborazioni italiane del fondamentale scenografo russo Boris Bilinsky, allievo di Max Reinhardt e noto cartellonista di Metropolis; un appassionato tributo a cura di Olaf Möller al regista tedesco Frank Wysbar, del quale si vedranno le regie più rappresentative e il classico da lui prodotto Mädchen in Uniform (considerato il primo film a tema lesbico della Storia del cinema); un ricordo del caratterista triestino Livio Lorenzon e dell'attore Richard Harrison (eroe di molti peplum); il festival culminerà infine, tra le sue tante presenze dentro e oltre lo schermo, con un percorso sulla flagranza della pellicola che - insieme ad altre ricognizioni documentarie e poetiche sulla fisicità del cinema (il dittico Il museo dei sogni/La valigia dei sogni di Luigi Comencini, Buio in sala di Dino Risi, il corto sperimentale Coda del collaboratore Fulvio Baglivi) - si accompagnerà al ricordo del grande cinefilo Ciro Giorgini, storico programmatore di Fuori Orario e tra i fondatori dell'Officina Film Club.

Il festival, diretto da Sergio M. Germani con la collaborazione di critici e ricercatori, italiani e internazionali, è da tempo un appuntamento di richiamo per appassionati, studiosi e cinefili d'ogni sorta, dove è possibile ritrovare copie uniche di film a lungo considerati perduti al fianco dei fermenti meno catalogabili del cinema d'oggi, in un viaggio senza limiti d'epoca e genere nella Storia del cinema, certi – com'è convinzione dei Mille Occhi - che niente appartenga al passato, e tutto riguardi il presente.