Timelessness
In occasione della biennale di antiquariato, che si terrà a Firenze presso palazzo Corsini, Aria Art
Gallery, in collaborazione con la galleria d’antiquariato Giorgio Baratti, presenta nel suo spazio fiorentino un’esposizione che mette in luce l’inscindibilità tra passato e presente, affiancando
dipinti cinquecenteschi e seicenteschi ad opere contemporanee.
Comunicato stampa
La Galleria Aria Art Gallery di Firenze, in Borgo SS. Apostoli 40/r, è lieta di presentare la mostra
“TIMELESSNESS”, che sarà inaugurata venerdì 25 Settembre alle ore 18:30.
L’esposizione nasce con la convinzione dell’importanza di creare momenti di riflessione e di
confronto tra la storia e la nostra contemporaneità.
In occasione della biennale di antiquariato, che si terrà a Firenze presso palazzo Corsini, Aria Art
Gallery, in collaborazione con la galleria d’antiquariato Giorgio Baratti, presenta nel suo spazio
fiorentino un’esposizione che mette in luce l’inscindibilità tra passato e presente, affiancando
dipinti cinquecenteschi e seicenteschi ad opere contemporanee.
Timelessness vuole essere un evento che aggiunge elementi di sorpresa e nuove chiavi di lettura
ai capolavori antichi, che nel confronto con le opere contemporanee potranno arricchirsi di nuovi
significati.
Massimo Pulini suggerisce una metafora:
“Quando il pane si faceva in quasi tutte le case e lo si infornava, di regola, una volta alla settimana,
un pezzo dell’impasto si metteva da parte, veniva coperto da un panno umido e riposto nella
madia. Quel morso di materia viva continuava a fermentare al buio e andava a formare il lievito
necessario all’impasto della settimana successiva. Così, non solo idealmente ma nei fatti, ogni
nuova pagnotta conteneva il DNA di tutto il pane che l’aveva preceduta. Una parentela molecolare
legava dunque il presente al passato e quell’elemento, germinale e archetipico, costituiva il fattore
accrescitivo fondamentale alla migliore riuscita dell’ultimo pane, quello fresco e quotidiano.
Basterebbe la consapevolezza di questo per affermare che nessuna opera d’arte fiorisca senza un
bulbo, senza una radice che la tenga in relazione con una genealogia di tante altre opere. Talvolta
questa eredità genetica risulta evidente, fino al punto da divenire somiglianza, in altri casi servono
prelievi istologici per comprendere le appartenenze, ma ogni artista ha dietro a sé un esercito di
generazioni fertili e, in qualche misura, si deve conquistare una discendenza mai scontata a priori.
Eppure l’arte continua a vivere accompagnata da una inestinguibile nostalgia, che ci è sempre
apparsa come mancanza, come vuoto, e che invece dobbiamo intendere quale senso di appartenenza.
Apparteniamo a un tempo (oltre che a un luogo) che, nel suo compiersi, si impasta con tutto
il tempo passato. Forse è proprio il fuoco energetico del presente a infornare e sfornare il nuovo
pane, ad arrestare quel processo millenario di fermentazione della materia, fissandone l’impasto in
una sostanza trasformata e segnando un punto ideale nel tempo e nello spazio.”
La mostra ospita opere di:
Girolamo Forabosco Nicola Samorì
Giovan Domenico Ferrucci Toiletpaper di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari
Girolamo Troppa Carole Feuerman
Filippo Gagliardi Massimo Pulini
Luca Giordano Massimiliano Pelletti
Bernardino Luini Andrea Guastavino
Pfeiler Maximilein Sossio