Lidia Bachis – Anatomie della fede

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SALUTE
Via della Pescheria 2 , Viterbo , Italia
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile il 26 e 27 settembre e dal 1 al 4 ottobre dalle ore 17.00 alle ore 19.00

Vernissage
25/09/2015

ore 19

Contatti
Telefono: +39 3391861669
Artisti
Lidia Bachis
Curatori
Giorgia Poduti, Rosita Ponticiello
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra di Lidia Bachis dal titolo “Anatomie della fede” con tutte opere inedite.

Comunicato stampa

Si inaugura venerdì 25 settembre 2015, alle 19.00, presso la Chiesa di Santa Maria della Salute in Viterbo, la mostra di Lidia Bachis dal titolo "Anatomie della fede" con tutte opere inedite.
La personale, a cura di Giorgia Poduti e Rosita Ponticiello, è organizzata da Be Party.
Nulla è stato lasciato al caso e anche la scelta della location ha giocato un ruolo fondamentale. La Chiesa consacrata di Santa Maria della Salute, insolita nella sua architettura quadrilobata, è stata fatta erigere nel 1318 dal notaio Fardo e viene attribuita ad un allievo dell’architetto Maitani, autore della facciata del Duomo di Orvieto.

Luogo sacro non poteva che significare tema sacro, gli “ex voto”, in un momento storico faticoso, come quello che stiamo attraversando, dove la religione continua ad essere la speranza di molti e l’inferno di tanti.
"A questa religione fatta di credenze e lacrime che non domanda per sapere ma al suo mistero chiede per ottenere, a questa ritualità che della materia fa spirito e dello spirito materia, guardano le opere di Lidia Bachis, in un'immersione nell'ambiguità della preghiera, supplica ma anche contratto che l'uomo "impone" al divino come clausola di una fiducia tutta terrena, fatta di postille di carne e codicilli di sangue". ( tratto dal testo - Grazia di sangue e corpo dell'anima - testo di Valeria Arnaldi).

L’artista che espone sia in Italia che all’estero - “Woman as Philosopher” Bruxelless (European Commission); “Fragile” Lussemburgo; Novosibirsk State Art Museum (Novosibirsk); “C’era una volta” Macro-La Pelanda –Roma; 54° Biennale di Venezia – Torino; 55° Biennale di Venezia - sa così inserirsi nel flusso dell’arte emergente italiana e lo fa senza pretesti: usando la tradizione di una tecnica condivisa da lontano, ma con lo stile caratteristico dell’appartenenza alla modernità figurativa internazionale.