Lucio Pozzi – Il Pieno Vuoto/The Empty Full

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PINTA
via Borgo degli Incrociati 99 rosso , Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/10/2015

ore 18

Artisti
Lucio Pozzi
Curatori
Ivan Fassio
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale di Lucio Pozzi “Il Pieno Vuoto/The Empty Full” presso i nuovi spazi della Galleria Pinta a Genova in via Borgo degli Incrociati 99 rosso: a cura di Ivan Fassio, direzione artistica di Pintapiuma, co-curatrice Emanuela Ruggieri. Una riflessione sui rapporti tra tensione percettiva, linguaggio estetico e innovazione stilistica.

Comunicato stampa

Inaugura il 10 ottobre la personale di Lucio Pozzi “Il Pieno Vuoto/The Empty Full” presso i nuovi spazi della Galleria Pinta a Genova in via Borgo degli Incrociati 99 rosso: a cura di Ivan Fassio, direzione artistica di Pintapiuma, co-curatrice Emanuela Ruggieri. Una riflessione sui rapporti tra tensione percettiva, linguaggio estetico e innovazione stilistica. Di seguito, una descrizione delle opere dell'autore Lucio Pozzi, due testi poetici e un breve saggio critico di Ivan Fassio

Dodici triangoli isosceli di compensato da cm. 1,5, sono sparsi sulle pareti. Ognuno misura cm. 37 x 53 ed è coperto con uno smalto verde mischiato a mica.
Su ciascuno ho dipinto in bianco una singola riga o due parallele. Per quanto sottili, appena sono viste cambiano il senso dell’oggetto triangolare.

Nella mia ricerca senza fine dell’intensità, specialmente dell’intensità come la si incontra in pittura, ho capito che è importante che io non dia mai niente per scontato. Cambiare da questo a quello mi tiene acceso: la mia arte varia dal più semplice al più complicato.

Davanti ai triangoli ci sono quattro tele del Ripple Group, 2014, (increspatura). Ciascuna misura cm. 47 x 45 x 2. Sono dipinte a olio su un fondo verde scuro attivato da una leggera velatura nuvolosa di bianco. La pittura a olio è spatolata spessa ed è divisa in larghe aree di colore, perloppiù rettangolari. Leggeri allineamenti di sottili righe che ricordano il mio Rag Rug Group irradiano dai loro margini come vibrazioni di un’eco.

“Le emozioni, cangianti in colore e intensità, si faranno rapidamente più intense sino a un picco insopportabile, per esplodere infine nel silenzio dell’aria della sera.
Il pensiero si scontra col pensiero in successione violenta e casuale, lasciando la mente preda di soffuse contraddizioni.” (Estratto e rovesciato da In fondo al fiume di Jamaica Kincaid, Adelphi 2011, edizione speciale per Il Sole 24 Ore, 14 giugno 2015.)

Lucio Pozzi

Ecco l'ambiguità poetica
Comparsa ipotizzando
L'intenzione:
Il linguaggio dell'estetica...
Navigando naufragando
Sull'immagine, su una musica
Che suona lungo il viaggio.
La tensione è l'onda anomala
Nel testo.
La parola è la tempesta
O la scialuppa di salvataggio?

Nucleo paradossale
L'incontro
Che genera l'arte.
Qui ogni segno estetico
Paga pegno di senso:
Non sensuale
Né sensibile.
Linguistico.
(i.f.)

Lo spazio estetico è caratterizzato da un rapporto con l'alterità fondato da un lato sui sensi, dall'altro sul riconoscimento della rilevanza della componente logica o emozionale della relazione con ogni altro-da-sé. A giocare il loro ruolo preponderante nel nostro avvicinamento ad una pratica estetica saranno sia la modalità di conoscenza percettiva, sia l'approccio intellettuale e culturale alle cose: la conoscenza razionale. La prima rimanda a una concezione fisica, riferita alla percezione, più empirica ed ermeneutica. La definizione dell'Estetica vive sempre all'interno di questa affascinante ambivalenza: la dimensione della conoscenza è riferita ai sensi e, allo stesso tempo, alla possibilità di operare selezioni e formulare giudizi sugli avvenimenti e sulle cose in base alla reazione emotiva successiva alla percezione. Questa definizione, formulata cercando di recuperare le più autentiche ed originarie caratteristiche storiche ed etimologiche del termine, ci aiuta a chiarire come sia necessario non adottare soltanto un naturale e spontaneo criterio intuitivo, consistente nell'attendere una specie di improbabile folgorazione di fronte all'apparire di qualcosa - la dimensione dell'alterità -. Si tratta, piuttosto, di entrare attivamente, a nostra volta, nella costruzione delle rappresentazioni e degli orizzonti di senso, partecipando con consapevolezza al continuo consolidarsi, distruggersi e ridefinirsi di tutti i paradigmi - compreso quello riferito alla categoria del bello - attraverso i quali il sentire - con i sensi e con la sensibilità - diviene scambio, commento, discorso e, finalmente, cultura. Da questo punto di vista, l'estetica offre un significativo sostegno teoretico e una potente sponda metodologica alla pedagogia ed alla creatività, poiché la dimensione emotiva ed affettiva dei processi di formazione e di apprendimento è inevitabilmente rilevante: la cifra esperienziale a dimensione estetica è “costruire e costruirsi”.