Earthrise – Pre-Ecological Visions in Italian Art 1967–73

Informazioni Evento

Luogo
PAV - PARCO D'ARTE VIVENTE
Via Giordano Bruno 31, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

venerdì ore 15 - 18, sabato e domenica ore 12 - 19

Gruppi e scuole possono visitare il museo, le mostre e il parco, così come partecipare alle attività, dal martedì al venerdì (ore 10 - 17). Su prenotazione.

Vernissage
06/11/2015

ore 17,30-22

Biglietti

Ticket for the permanent and temporary exhibitions full price: euro 4,00 reduced: euro 3,00

Artisti
Gianfranco Baruchello, Piero Gilardi, Ugo La Pietra, 9999
Curatori
Marco Scotini
Generi
arte contemporanea, collettiva

Con la nuova mostra il PAV intende approfondire la propria indagine sulla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, mutazione sociale e produzione dell’ambiente, presentando un insieme di ricerche pionieristiche condotte in Italia negli anni cruciali attorno al ‘68.

Comunicato stampa

9999, Gianfranco Baruchello, Ugo La Pietra, Piero Gilardi
EARTHRISE
Pre-Ecological Visions in Italian Art 1967–73
November 7, 2015–February 21, 2016

Opening: November 6, 5:30–10pm
"Genealogy and Pedagogy of the Ecological Arts": November 7, 12:30–1:30pm, talk with speakers Piero Gilardi, Ugo La Pietra, Gianni Pettena and Marco Scotini
Artissima International Art Fair, Turin

Parco Arte Vivente (PAV)
Via Giordano Bruno 31
10134 Turin
Italy

T +39 011 318 2235

www.parcoartevivente.it
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Curated by Marco Scotini

With its new exhibition EARTHRISE, the PAV aims to extend its investigations into the genealogy of the relationship between artistic practices, social change and production of the environment, presenting a collection of pioneering research carried out in Italy in the crucial years around 1968. Nineteen-sixty-eight was not only the year of the student movement and workers' revolution but also that of the famous photo taken by William Anders on December 24 of that fateful year. This photo was better known precisely as "Earthrise." It was here that the Earth—isolated in cosmic space—appeared for the first time seen from the Moon.

"The idea that it would be better to return to the earth seen as a polemical response to space exploration is the fundamental idea on which this adventure called Agricola Cornelia is based" wrote Gianfranco Baruchello in 1983 about the experimental farm Agicola Cornelia S.p.A., which began to take form in 1973. In 1971 the radical architecture group 9999 launched a manifesto-flyer with the slogan: "Dear student or lover of the environment, take care! Your ecosystem is at crisis point; your creative abilities are falling asleep." What unites these aesthetic-political experiences with Piero Gilardi's famous Tappeti Natura from the second half of the 1960s, just as with incursions into Ugo La Pietra's spontaneous and peripheral urban vegetable gardens, is the ethical assumption of the earth seen as a "place of return."

Rather than nurturing the euphoria for unlimited expansion, the photo of the space landscape generated an overturn of perspective for many. It was Earth that became the subject of a new anthropological awareness and social responsibility: that of the limitations and finiteness of the planet. The last possible adventure thus became that which some started to call "ecological." But this does not mean a return to mythical and impossible originary conditions, neither discarding of advanced technology whose political use now appears to be what is really at stake in every possible future. For the small constellation of artists and architects at the heart of the EARTHRISE exhibition, this perspective became immediately practicable and beyond any conservationist dimension.

Far from the American styled "earthworks" but also from the symbolic and archetypal work developed by Arte Povera, the works present at EARTHRISE conjugate the ecological dimension as an active practice in human relations. Some of the works on display appeared together in the, by now, historic exhibition Italy: The New Domestic Landscape at MoMA in 1972. Today they seem like the only precursors, within the Italian context, of the renewed contemporary relationship between artistic practices and the ecological ambit. Progetto Apollo (1971) made by 9999, in which the Florentine architects saw the moon as the ark on which to preserve the models of life on earth, was followed by the inhabitable model Vegetable Garden House, a technological furnishing-device that introduced a fragment of nature into habitations which was consumable according to the principles of recyclable resources. The idea of recycling appeared again in the urban samples in which La Pietra identified spontaneous vegetable gardens on the margins of the city as "degrees of freedom" and social creativity that could still take place.

Baruchello's long-term project, Agricola Cornelia S.p.A., assembles in a single, broad, individual and collective action, aesthetics, agriculture, zoo-technology and life. The idea of eco-environment developed by Baruchello is implicit even in the landscape fragments of Gilardi who tries to reconstruct in polyurethane (in a synthetic material) and to thereby save what environmental pollution is destroying. This dialectic, soft and desirable, sculptural dimension is that which led him, in the same period, to distance himself from the art system in favour of a radical immersion in real social life. And he did this very much in advance of what we now call, with Guattari, "ecosophy."

EARTHRISE
Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana (1967-73)
9999, Gianfranco Baruchello, Ugo La Pietra, Piero Gilardi

a cura di Marco Scotini

Venerdì 6 novembre, alle ore 17.30, inaugura EARTHRISE, terza mostra collettiva a cura di Marco Scotini che, nell’ambito del programma artistico 2015 del PAV di Torino, aggiunge un nuovo capitolo alla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, politiche ed ecologiche.

Con la nuova mostra il PAV intende approfondire la propria indagine sulla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, mutazione sociale e produzione dell’ambiente, presentando un insieme di ricerche pionieristiche condotte in Italia negli anni cruciali attorno al ‘68. Un Sessantotto che non è solo quello della rivolta del movimento studentesco e dei lavoratori ma anche quello della celebre foto scattata da William Anders il 24 dicembre di quel fatidico anno. Una foto meglio nota come “Earthrise” appunto, da cui prende il titolo l’esposizione, e dove la Terra - isolata nello spazio cosmico - appare per la prima volta vista dalla Luna.

“L’idea che faremo meglio a tornare alla terra intesa come risposta polemica all’esplorazione spaziale è l’idea di base dalla quale sono partito per questa avventura chiamata Agricola Cornelia” scriveva Gianfranco Baruchello in un libro dal titolo ormai noto How to Imagine. A Narrative of Art, Agricolture and Creativity del 1983. La fattoria sperimentale, che porta il nome di Agricola Cornelia S.p.A., inizia a prendere forma nel 1973, “alla fine – cioè – di tutte le esperienze politiche con le quali eravamo stati connessi dal sessantotto in poi e ci scoprivamo alla ricerca di valori diversi dalla normale militanza”. Nel 1971 è il gruppo di architettura radicale 9999 a lanciare invece un manifesto-volantino con lo slogan: “Caro studente o cultore dell’ambiente, stai attento! Il tuo ecosistema è in crisi, la tua capacità creativa è assopita”. Ciò che unisce queste esperienze estetico-politiche ai celebri Tappeti Natura di Piero Gilardi della seconda metà dei ’60, così come alle incursioni sugli orti urbani spontanei e periferici di Ugo La Pietra, è l’assunto etico della terra vista come “luogo del ritorno”.

Piuttosto che alimentare l’euforia per un’espansione illimitata, la foto del paesaggio spaziale scattata da Anders nel ‘68 genera in molti un rovesciamento di prospettiva. È la Terra a divenire l’oggetto di una nuova consapevolezza antropologica e responsabilità sociale: quella della limitatezza e finitudine del pianeta. L’ultima avventura possibile diventa allora quella che alcuni cominciano a chiamare “ecologica”. Ma non si tratta di ritornare a mitiche e impossibili condizioni originarie, tantomeno di sbarazzarsi della tecnologia avanzata, il cui uso politico appare ora la vera posta in gioco di ogni futuro possibile. Per la piccola costellazione di artisti e architetti al centro della mostra Earthrise questa prospettiva diventa immediatamente praticabile e oltre ogni dimensione conservazionista.

Lontano dagli earthworks di matrice americana ma anche dal simbolico e dall’archetipico sviluppato dall’Arte Povera, i lavori che sono presenti all’interno di Earthrise, negli stessi anni coniugano la dimensione ecologica come pratica attiva nei rapporti umani, a tutti i livelli del sociale. Alcuni dei lavori in esposizione apparvero riuniti anche nella mostra ormai storica Italy: The New Domestic Landscape presso il MoMA, del 1972. Oggi ci appaiono come gli unici precursori, nel contesto italiano, del rinnovato rapporto contemporaneo tra pratiche artistiche e ambito ecologico. Al Progetto Apollo (1971) dei 9999, in cui gli architetti fiorentini vedono la Luna come l’arca su cui conservare i modelli della vita terrestre mentre la Terra si sta autodistruggendo, fa seguito il modello abitativo Vegetable Garden House dello stesso anno. Si tratta di un arredo-dispositivo tecnologico che introduce un frammento di natura all’interno delle abitazioni e che è abitabile e consumabile secondo il principio delle risorse riciclabili. Ancora l’idea di riciclo fa la sua comparsa nelle registrazioni e prelievi urbani in cui La Pietra individua gli orti spontanei ai margini della città come “gradi di libertà” e di creatività sociale ancora praticabili. Si tratta del recupero dei rifiuti della società dei consumi entro un processo di reinvenzione e nuovo utilizzo che non contrappone l’agricolo all’urbano ma che entra in merito alla gestione integrale della città.

Il progetto a lungo termine di Gianfranco Baruchello, Agricola Cornelia S.p.A., assembla in un’unica ampia azione individuale e collettiva l’estetica, l’agricoltura, la zootecnia e la vita. Per Baruchello si tratta di rileggere il “valore d’uso” in una accezione allargata e completamente rinnovata. L’idea di ecoambiente sviluppata da Baruchello è implicita anche nei frammenti paesistici di Piero Gilardi che, invece, cerca di ricostruire in poliuretano (dunque in un materiale sintetico) e quindi di salvare quanto l’inquinamento ambientale sta distruggendo. Questa dialettica dimensione scultorea soft e auspicabile è ciò che lo condurrà, in questi stessi anni, ad allontanarsi dal sistema dell’arte per una immersione radicale nella vita sociale reale. E ciò con largo anticipo su quanto in tempi recenti chiameremmo, con Félix Guattari, “ecosofia”.

La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT.
Sarà allestita fino al 21 febbraio 2016.

In aggiunta alla presenza degli artisti nel corso dell'opening della mostra, nella cornice di Artissima 2015, sabato 7 novembre, alle ore 12.30, presso il Meeting Point si terrà l’incontro Genealogia e pedagogia delle arti ecologiche. Nel corso dell'incontro, promosso dal Network ZonArte (F. Barbaro, O. Brombin, M. Petriccione, A. Pironti, P. Zanini) interverranno Piero Gilardi (artista, fondatore PAV – Parco Arte Vivente),
Ugo La Pietra (artista
), Gianni Pettena (artista e critico) e Marco Scotini (critico d’arte e curatore indipendente, direttore Dipartimento Arti Visive e Studi Curatoriali NABA Nuova Accademia di Belle Arti).

All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra Earthrise le Attività Educative e Formative propongono Immersioni Urbane, laboratorio per le scuole secondarie di primo e secondo grado. L’attività propone una riflessione sulla città a partire dal lavoro di Piero Gilardi e Ugo La Pietra che, nel corso delle loro ricerche, hanno indagato e attivato esperienze artistiche partecipative volte a una riappropriazione dell’identità collettiva e degli spazi pubblici. Abitare uno spazio significa restituire centralità al bene comune in senso territoriale, culturale ed ecologico attuando azioni concrete che siano frutto dell’immaginario soggettivo e contestuale.
Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione: 011 3182235 - [email protected]