Theo Gallino – Mimetico … e non solo

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO PAD
via Sacchi, 26/F, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
04/11/2015

ore 18

Artisti
Theo Gallino
Curatori
Edoardo Di Mauro
Generi
arte contemporanea, personale

I lavori più suggestivi dell’artista sono dedicati al tema del mimetismo. Il mimetismo è qui inteso come l’arte del nascondere all’osservazione uniformi, mezzi e attrezzature militari.

Comunicato stampa

Gallino è un esponente di spicco di una generazione di artisti italiani emersi tra la seconda metà degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta, di cui finalmente si sta approntando una doverosa e meritata rilettura. Il richiamo storico si colloca all'interno della linea del Pop- Concettuale italiano, caratterizzata da un senso di ludica e disincantata ironia, dall’uso di reperti oggettuali e di tinte vive e squillanti, dal paradosso linguistico spesso centrato sull’ambiguità del significato che annovera personalità quali, tra le altre, quelle di Aldo Mondino, Piero Gilardi, Pino Pascali, Alighiero Boetti. Riprendendo la valida ed attuale riflessione elaborata sul lavoro di Gallino nell'ambito di una sua importante antologica del 2013 a Chieri, debbo sottolineare come il suo progetto sia una sintesi efficace di sapienza antica, riflessione sul passato recente della storia dell'arte, e sguardo ben centrato dentro le dinamiche del contemporaneo. Di pari si evidenzia una precisa consapevolezza sul piano dell’enunciato concettuale, che affronta temi di stringente attualità, come il rapporto tra organico e inorganico, artificio e natura, scienza ed arte.
La poetica dell’artista ha da sempre sotteso il desiderio di ricongiungimento con il mondo, la volontà, tipica dell’estetica dell’inorganico, di abbattere la barriera tra interno ed esterno, di andare oltre la concezione dell’opera come produttrice di un autonomo ordine simbolico per renderla realmente “aperta”, cosa resa possibile dall’avvento dell’era culturologica della contemporaneità, o post modernità che dir si voglia. Quindi le sue opere attuali, quelle su scala ridotta così come le installazioni dotate di maggiore imponenza, tendono a dar conto dell’avvento di una nuova fase storica in cui le capacità manipolatorie dell’uomo sul proprio corpo , su quello altrui e sulla natura si sono enormemente ampliate e l’orizzonte biogenetico appare il tema su cui in dibattito si fa più appassionato e contraddittorio : spetta all’arte, sembra dire Gallino con le sue argute metafore, porsi l’obiettivo di indicare all’umanità una possibile dimensione etica che non può prescindere dall’eterno aspirare al Bello.
Nella sua ormai lunga carriera Gallino ha saputo affiancare la coerenza del suo programma artistico con la proposta di varie possibilità assemblative, mai abbandonate del tutto, ma, al contrario, periodicamente aggiornate : dalle “Pittografie” e dai “Pluriball come impronta” degli anni Novanta, per passare ai “Fumetti protetti” ed alle “Burnie Alchemiche” del decennio successivo, senza dimenticare le sperimentazioni di “Art Design”.
Tutte queste opzioni hanno avuto un collante materico che ha assunto un ruolo simbolico ed evocativo molto preciso nel percorso di Gallino, con modalità tali da connotarne la riconoscibilità e l'unicità, fattore fondamentale in un'epoca di invadenza delle immagini. Si tratta del “Pluriball”, materiale plastico soffice e poroso nonchè elemento assai noto per chi ha a che fare con la quotidianità dell'arte.
Gallino non lo adopera una tantum, estrapolandolo dalla sua funzione quotidiana e “virgolettandolo” nell 'accezione secondaria dell'impiego di un oggetto d'uso comune, alla maniera classica del ready-made. Al contrario lo filtra tramite procedimenti tecnici, permettendogli di entrare a far parte della dimensione costitutiva dell'opera, dove ne diviene componente armonica ed imprescindibile, fondendosi con il tracciato pittorico e grafico, od elevandosi simbolicamente nella sua funzione di contenitore accogliente e protettivo.
Nell'ambito di questa importante personale presso la galleria di Maurizio Colombo, in via Sacchi a Torino, Gallino centra il suo allestimento sue due capisaldi concettuali della sua produzione, sia recente che passata, il mimetismo ed il rapporto tra artificio e natura, mediate, nemmeno a dirlo, dal collante linguistico costituito dal pluriball.
Compare un elemento anch'esso spesso usato dall'artista come il polline, parte fondante della “natura naturans”, in quanto in grado di portarla a germinazione secondo un ritmo curvoidale che, guarda caso, è il medesimo che sottende anche il processo tecnologico della nostra contemporaneità avanzata. Non a caso questo andamento formale viene da Gallino rappresentato in una serie di carte qui esposte, dove le tracce di polline vengono poi opportunamente protette dal consueto rivestimento plastico.
Altri lavori, di grande suggestione ed impatto visivo, sono dedicati al tema del mimetismo sviluppato con due differenti opzioni. Nella prima lo sfondo evocante una soluzione visiva ad incastro, con lo schema del puzzle che gioca sull'equilibrio dei pieni e dei vuoti, viene integrato da un'estroflessione oggettuale in rilievo. Nella seconda abbiamo la ri-creazione della natura con il tramite dell'artificio, come nella migliore tradizione del pop concettuale italiano, con il richiamo alla terra, alla natura ed al ciclo delle stagioni.
In ultimo abbiamo una presenza che ci riporta, da un lato, all'attitudine installativa ed oggettuale di Gallino, dall'altro alla sua aspirazione a proporsi come contemporaneo alchimista, non più teso alla ricerca della pietra filosofale e dell'oro, ma dell'armonia e della bellezza. Su di un tavolo verranno collocate alcune scatole alchemiche, da lui definite “Burnie”, in cui l'artista mescola, all'interno di un liquido di derivazione chimica, una serie di immagin, tratte dai due ambiti prediletti della sua ricerca : l'universo naturale e quello artificiale.

Edoardo Di Mauro