Caravaggio e il suo tempo
In mostra circa quaranta dipinti, molti dei quali mai visti prima d’ora in Italia.
Comunicato stampa
Dal 21 novembre 2015 al 10 aprile 2016, nelle accoglienti sale del Castello di Miradolo, maniero neogotico alle porte della Città di Pinerolo, sarà ospitata la nuova suggestiva mostra organizzata dalla Fondazione Cosso.
Per la curatela si rinnova la proficua collaborazione con Vittorio Sgarbi e Antonio D'Amico, i quali hanno condiviso con la Fondazione, nel 2014, l'importante progetto espositivo sulla figura di San Sebastiano, simbolo di integrità fisica e morale.
Al Castello di Miradolo arriveranno circa quaranta dipinti, molti dei quali mai visti prima d’ora in Italia, provenienti da istituzioni museali e da collezioni private italiane ed estere, per offrire ai visitatori in modo raffinato ed elegante il genio di Caravaggio, sognato, cercato e guardato da straordinari maestri caravaggeschi che raccontano la realtà e con essa la vita.
Il percorso espositivo si snoda attraverso tre sezioni: la prima pone l’attenzione sulla giovinezza e sugli anni della formazione di Caravaggio, tra Milano e Roma, con inedito confronto tra tre superbe tele realizzate dai maestri del giovane Michelangelo Merisi, Simone Peterzano e il Cavalier D'Arpino.
Si prosegue poi con il legame florido tra Caravaggio e il genere della Natura morta, in cui la realtà si specchia nella pittura fornendo un’illusione del reale di significativa rilevanza. La mostra tenta di far luce sull’attività dell’Accademia romana del Marchese Giovanni Battista Crescenzi, con opere di Tommaso Salini, Pietro Paolo Bonzi e Agostino Verrocchi.
La seconda sezione ruota intorno alla Maddalena penitente di Caravaggio, della Galleria Doria Pamphilj di Roma, una delle invenzioni più sorprendenti del Maestro, fondamentale per comprendere lo sviluppo della sua arte.
Nel bellissimo dipinto, cuore nevralgico della mostra, la giovane donna rappresenta “la verità del pentimento espresso dalla Maddalena e qui tradotto senza orpelli e senza l'artificio del devozionale e del religioso”, come ricorda Vittorio Sgarbi. L'opera è esposta per la prima volta in Piemonte e apre il suggestivo e spettacolare confronto con il tempo di Caravaggio, in cui artisti di tutta Europa arrivano a Roma per conoscere i segreti di colui il quale rivoluzionerà per sempre la pittura.
La terza sezione presenta artisti che tengono gli occhi spalancati sulla realtà fra cui il senese Rutilio Manetti, il genovese Gioacchino Assereto, Giovanni Serodine, il calabrese Mattia Preti e lo spagnolo Ribera di cui si potranno ammirare due capolavori come San Pietro penitente e Testa recisa di San Giovanni Battista del Museo Civico Filangieri di Napoli.
La mostra propone due straordinari enigmi dell’arte caravaggesca, riflettendo sulle repliche autografe del maestro lombardo. Si potrà ammirare il discusso San Francesco riceve le stimmate, della Galleria d’Arte antica dei Musei Civici del Castello di Udine, e il San Francesco in meditazione proveniente da Malta e mai visto prima d’ora in Italia. Con questo dipinto la mostra si chiude lasciando i visitatori col fiato sospeso per la bellezza e l’adesione “congenita” alla vita, all’esistere.
Si riconferma con questa mostra l'attenzione della Fondazione Cosso per la sinergia tra le arti; ne nasce una colonna sonora dedicata, frutto di uno studio comparato tra pittura e musica.
Lezioni di Tenebre è il titolo dell'installazione sonora, a cura di Roberto Galimberti e del progetto Avant-dernière pensée, concepita per Caravaggio e il suo tempo e che si sviluppa lungo l’intero percorso espositivo. L’opera è una riscrittura, per archi e soprano, delle tre Leçons de Ténèbres di François Couperin, composte nel 1714 per le liturgie della Settimana Santa. Intensamente introspettive, intonano i versi delle Lamentazioni del profeta Geremia per la distruzione di Gerusalemme.
Il testo diviene una metafora della solitudine della Maddalena e il rito dello spegnimento delle candele fino all’oscurità, che accompagnava originariamente l’esecuzione, un’evocazione della pittura di Caravaggio e della lezione per il suo tempo.
Non è la prima volta che il Castello di Miradolo si apre all'arte di Caravaggio, risale infatti al 2010 la mostra organizzata dalla Fondazione Cosso Caravaggio in Piemonte. Luce e ombre dal Seicento piemontese, inserita tra gli eventi celebrativi del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi che ha evidenziato la differenza tecnica ed esecutiva tra le sue opere e quelle dei copisti coevi piemontesi. Continua dunque il lavoro di ricerca e approfondimento avviato dalla Fondazione intorno alla figura di Caravaggio, privilegiando la ricerca di dipinti inediti e difficilmente visibili al grande pubblico.
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