Alfio Giurato – Em-patia
Mostra personale di ALFIO GIURATO dal titolo em-patia, a cura di Alice Zannoni, in cui vengono presentate dodici opere realizzate appositamente per la sua prima personale milanese e che rappresentano l’ultima ricerca del giovane artista siciliano.
Comunicato stampa
GIOVEDI 19 NOVEMBRE 2015 si inaugura la personale di ALFIO GIURATO dal titolo em-patia, a cura di Alice Zannoni, in cui vengono presentate dodici opere realizzate appositamente per la sua prima personale milanese e che rappresentano l'ultima ricerca del giovane artista siciliano. Alfio Giurato, classe 1978, segna con quest'ultima produzione un vero e proprio punto di svolta. La pittura diventa più intimista e focalizzata sull'individuo, lasciando allo spettatore il compito di com-partecipazione al soggetto stesso dell'opera. Le figure, solitarie o in gruppi, ancor più che in passato sono vere e proprie sculture, ottenute plasmando il colore e relegando il di-segno in secondo piano. Empatia deriva dal greco empateia, formato da "en" (dentro) e "pathos" (sentimento). Con questa parola si indicava il rapporto emozionale tra cantore e pubblico, la capacità dell'attore di muovere le corde emotive dello spettatore.
Nel 1873 il filosofo e critico d'arte Robert Vischer conia il termine Einfűhlung, che indica la partecipazione emotiva tra pittore e spettatore e una profonda consonanza tra soggetto e oggetto. Questo atteggiamento estetico si verifica quando il soggetto proietta sull'oggetto percepito le proprie emozioni, si immedesima con esso. Nelle opere di Alfio Giurato siamo in presenza di una doppia empatia. La prima, di tipo psicologico, avviene quando l'artista crea: si immedesima nella percezione dell'oggetto della composizione e trasferisce la propria attività emotiva in un oggetto formale. Si pone dunque nella posizione dell'altra persona e ne comprende i processi psichici. La seconda avviene quando lo spettatore si trova davanti all'opera: usa la sua immaginazione per entrare nell'animo del pittore, per essere "toccato" dalla stessa sensibilità. La forma visiva diventa una mediatrice simbolica di una realtà psicologica. L'uomo attribuisce bellezza alle forme nelle quali riesce a trsferire e proiettare il proprio senso vitale. Il godimento estetico è pertanto godimento oggettivato di noi stessi.
Alberto Agazzani descrive così la pittura di Alfio Giurato: "Gli interrogativi che la sua pittura ci pone (...) rappresentano la reazione intellettuale ai quesiti ed alle inquietudini poste da un'epoca all'inizio del proprio collasso". "La solitudine è l'ambito prediletto(...). Più che altrove il pittore trasforma le sue immagini in esasperate metafore, lontane da qualunque realismo possibile, del terrore inquieto e ineluttabile che ammorba i nostri giorni. Figure ideali, dalle forme protese tra idealismo ed espressionismo, fra bellezza ed orrore; uomini e donne in eterna fuga da loro stessi, prigionieri di gabbie e spazi conclusi che altro non sono se non il labirinto impossibile della propria mente... Il corpo in Giurato è un mezzo, un contenitore consco della propria fragilità e della propria sofferenza: un involucro carico di bellezza e possenza e perciò ancora più vulnerabile al dolore ed all'inquitudine."
La mostra, che prosegue il programma artistico della galleria, da sempre incentratro sulle nuove tendenze della pittura di immagine, sarà aperta fino al 4 febbraio 2016.
Alfio Giurato è nato a Catania nel 1978, dove vive e lavora.