Debutto dello spettacolo AmletOne!

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO MARCIDOFILM!
Corso Brescia 4 bis, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Torino, Teatro Marcidofilm!, da lunedì 23 a domenica 29 novembre
lunedì 23 novembre (giorno dell’inaugurazione) ore 19:30
da martedì a sabato ore 20:45, domenica ore 16:00
Durata dello spettacolo: 100 minuti senza intervallo

Vernissage
23/11/2015

ore 19,30

Contatti
Telefono: +39 3393926887
Email: info.marcido.@gmail.com
Sito web: http://www.marcido.it
Biglietti

Prenotazione obbligatoria

Generi
inaugurazione, teatro

I Marcido, compiono trent’anni d’attività (1985/2015) e aprono un loro teatro in Torino: il TEATRO MARCIDOFILM!, che sarà inaugurato con il debutto in prima nazionale di un’edizione specialissima dell’Amleto: “AmletOne!” di Marco Isidori da William Shakespeare.

Comunicato stampa

i Marcido, compiono trent’anni d’attività (1985/2015) e aprono un loro teatro in Torino: il TEATRO MARCIDOFILM!, che sarà inaugurato lunedì 23 novembre 2015 con il debutto in prima nazionale di un’edizione specialissima dell’Amleto: “AmletOne!” di Marco Isidori da William Shakespeare, in scena fino a domenica 29 novembre.

Questo nuovo palcoscenico torinese nasce sia per ospitare alcune produzioni della Compagnia, ma anche per consentire l'esordio di quelle neoformazioni artistiche che pur portatrici di una poetica interessante, non trovano l'occasione pubblica per mostrarne gli esiti.
Marcidofilm! è attrezzato come un grande teatro, e benché le sue proporzioni siano contenute, è stato architettato per poter esprimere ogni potenzialità della scena moderna.
Curiosità: perché chiamare Marcidofilm! uno spazio teatrale? Risposta: è stato rotto un annoso salvadanaio per realizzar concretamente l’opera; questo gruzzolo doveva agevolare un’impresa cinematografica, che ora…

Lo svolgimento della cerimonia d’apertura di Marcidofilm!, avrà luogo nel foyer del teatro alle ore 17, con un incontro di presentazione al pubblico condotto da Oliviero Ponte Di Pino, testimone del percorso artistico trentennale della Compagnia, cui seguirà, alle ore 19:30, la prima rappresentazione pubblica dello spettacolo AmletOne!.

“AmletOne!” di Marco Isidori, da William Shakespeare

Drammaturgia e Regia: Marco Isidori
Scene e costumi: Daniela Dal Cin
Assistenti alla regia: Daniel Nevoso e Barbara Chiarilli
Luci: Francesco Dell’Elba e Cristian Perria
Foto di scena: Michele Tomaiuoli

Interpreti:
Paolo Oricco (Amleto)
Maria Luisa Abate (Gertrude)
Marco Isidori (Claudio)
Stefano Re (Polonio)
Valentina Battistone (Laerte)
Virginia Mossi (Ofelia)
Daniel Nevoso (Orazio)
Mario Elia (Rosencrantz)
Francesca Rolli (Guildenstern)

Torino, Teatro Marcidofilm!, da lunedì 23 a domenica 29 novembre
lunedì 23 novembre (giorno dell’inaugurazione) ore 19:30
da martedì a sabato ore 20:45, domenica ore 16:00
Durata dello spettacolo: 100 minuti senza intervallo

Prenotazione obbligatoria ai numeri:
Marcido 011.8193522 - promozione pubblico 339.3926887 / 328.7023604
www.marcido.it - [email protected] - info@ marcidomarcidorjs.org
Note

MARCIDOFILM! è terminato; MARCIDOFILM! è il teatro che i Marcido, dopo trent'anni di vagabondaggio scenico, sono riusciti a costruire sulla misura specifica della loro realtà artistica e che inaugureranno lunedì 23 novembre con un’edizione specialissima dell’Amleto: “AmletOne!” di Marco Isidori, da William Shakespeare.
Negli stessi giorni la Compagnia compie tre decenni di attività (1985/2015).
Una triplice notizia che riassume la storia di un'indiscussa passione teatrale, operante questa, oggi più che mai; anzi proprio oggi, con la conclusione positiva dell'avventura di MARCIDOFILM!, i Marcido sentono di poter produrre ancora tanta emozione intelligente per quel pubblico che li segue con costanza e fedeltà, garantendo al loro discorso estetico un'udienza continuata, nonché la possibilità di verificare nei fatti, la “tenuta comunicante” di un discorso poetico che pur assai arduo, fuorimoda da sempre, e anzi tendente, con la sua sintassi operativa, alla svalutazione di ogni pretesa modaiola, è riuscito a conquistarsi nel tempo una sua decisa credibilità.

≪MARCIDOFILM! è rosso, nero e ligneo; il foyer, bianco e rosso, possiede un gigantesco lampadario d'acciaio che Daniela ha disegnato in modo che strutturasse tutto il soffitto; c'è qualche specchio; abbiamo pensato che in caso di ritarducci tecnici, i convenuti avrebbero potuto a loro bell'agio scrutarsi nei suddetti, ed accettare quindi con più benevolenza il disguido; un metodo infallibile. Non ci è sembrato giusto neanche privarci di una modesta quantità di velluto cremisi: una citazione barocca del nostro Carignano, siamo, in fondo, a Torino; non una Torino elegante, in verità, stiamo in un cortile dove si affacciano alcuni magazzini utilizzati un tempo per ricoverare le merci del gran mercato di Porta Palazzo, un cortilaccio dove vivranno dieci bianchi confusi in un arcobaleno etnico che sembra aver trovato la formula del moto perpetuo, e il contrasto patente tra le loro botteghe misteriosamente inqualificabili, ed il nostro portone d'ingresso, ferreo, superdeterminato, con un oblò sormontato dalla dicitura al neon rosso “MARCIDOFILM!”, questo panorama ossimorico dove il caso ci ha condotto ad aprire un luogo di spettacolo, garantiamo, è già un ghiotto avanspettacolo, la sua inverosimiglianza è subito dramma, subito scena: non possiamo che inchinarci al destino…≫.

I MARCIDO METTONO IN SCENA L’AMLETO - di Marco Isidori

≪Amleto (che subito abbiamo rititolato trasformandolo in Amlet-One, o meglio in AmletOne, con ciò volendolo dichiarare sia nella significazione di “primo” Amleto, che in quella anche di “grande” Amleto) sarà lo spettacolo inaugurale del nostro “Marcidofilm!”.
L'occasione è non solo molto importante per le evidenti implicazioni/complicazioni logistiche legate alla gestione di uno spazio proprio, in un momento storico tutt'altro che favorevole a tali progettazioni, ma anche perché, pur non essendo questo il nostro primo allestimento shakespeariano (ricordo “Vortice del Macbeth” del 2002), è però la prima volta che affrontiamo un' avventura scenica affidandoci ad un testo e ad una drammaturgia completamente ricreati; testo e drammaturgia che benché conservino esaltati tutti i “luoghi” topici della lezione del Bardo, li trattano però con una formula letteraria del tutto originale, certo lontanissima da ciò che si potrebbe definir normale “traduzione”, e che dobbiamo qui invece definir semplicemente come nuova opera: una “ricreazione”, appunto.
I Marcido hanno vissuto il loro percorso professionale (trent'anni che oggi è necessario tener presente), come una scommessa continuata contro le insidie dell'ovvio e del teatralmente “risaputo”; andando alla ricerca di una dimensione stilistica che fosse quanto più possibile specchio delle lacerazioni proprie dell'epoca, senza temere di trovarsi fuorimoda, senza obbligarsi all'inseguimento di nessun “ordine del giorno” che non fosse la medesima volontà di testimonianza della Compagnia.
Oggi: Amleto ci seduce attirandoci soprattutto con l'inconsueta qualità della sua indagine psicologica (una “psicologia” dichiaratamente ed espressamente lineare, malgrado e forse addirittura in vir-
tù della profondità raggiunta dal pensiero in essa raggrumato), ottenuta questa magica qualità, con una lente poetica la cui potente macroscopia permette di mettere a nudo in modo stupefacente per chiarezza e proprietà, ogni segreto ripostiglio dell'agire umano, in un contesto in cui la fabula deve fisiologicamente arretrare diventando poco più che la traccia pretestuale della rappresentazione, come è sempre bene che, almeno secondo noi, sia la “storiella”.
Per quanto invece pertiene al clima specificamente artistico dello spettacolo, bisogna dir subito che la sfida principale insita nell'ultimo lavoro dei Marcido, quella che si è andata dimostrando come scoglio davvero insidioso, è stato il “posizionamento” (si deve così definirlo) scenografico della pièce all'interno e sulle misure particolari del nostro palcoscenico (che abbiamo attrezzato secondo le necessità tecniche dell'allestimento).
Si è potuto, dopo troppi anni di avvicinamento soltanto parziale a quell'idea di Scena/Mondo che ci interessava esplorare fin dagli esordi della nostra attività, e che fu quasi impossibile da raggiungere nella normalità dello spazio teatrale di convenzione, si è finalmente potuto, dicevamo, organizzare, o almeno tentare di organizzare, l'icona complessiva del disegno scenografico che era in progetto teorico, sfruttando per la prima volta appieno, le molteplici opportunità relative a un palcoscenico liberato da qualsiasi vincolo commerciale, sgombro da ogni capestro che non fosse quello estetico o quello della deficienza operativa. Siamo soddisfatti; l'architettura scenica dell'Amleto che qui discutiamo, sarà “commisurata” alla lettera all'architettura del luogo fisico che ospiterà la realtà della rappresentazione; cosa oggi non solo rara, ma che semplicemente non si dà.
Parte da questa premessa lo sviluppo visivo della pièce, uno svolgimento giocato sulla più ampia “praticabilità” dei diversi piani della costruzione centrale (l'ambiente della Reggia), che si trasformeranno man mano secondo le necessità indotte dal corso drammatico.
Il colore trova poi nel contesto iconografico della messa in scena in questione, un ruolo da vero mattatore, riuscendo attraverso un uso molto sofisticato della “pitturazione” attuata (da Daniela Dal Cin) sulle superfici dei piani scenografici, ad inventar realizzata una temperie climatica di estrema suggestione figurale, nonché di “tremendo” e congruente corpo teatrale (corpo unico fatto col corpo drammaturgico, come sempre noi ci si ripromette).
Un breve accenno al calibro della recitazione, che dall'esordio, caratterizza la sperimentazione della M.M.e F.M. e che stavolta abbiamo curato in modo “straordinario”, chiedendo agli attori un'adesione ragionata a quel principio di esposizione totale del proprio bagaglio sentimentale di viventi, che per noi rappresenta l'unica strada perché il Teatro non debba retrocedere in un'insignificanza storica alla quale, purtroppo è oggi assai prossimo, e che con tutta la forza della buona volontà politica a nostra disposizione, dobbiamo e vogliamo contrastare; forse non sarà una battaglia subito vittoriosa, altrettanto forse, potremmo, resistendo, vincerla, questa guerra.≫

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La prima stagione del teatro Marcidofilm!, posta sotto la dicitura progettuale di MARCIDO: TRENT’ANNI è stata resa possibile grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo con l’edizione 2015 del bando Arti Sceniche, e vedrà scorrere, dopo il debutto dell' Amleto e le sue riprese nel corso della stagione stessa, una serie di rappresentazioni che forniranno un'immagine panoramica del lavoro della Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, dal loro spettacolo d'esordio (1985), l'ormai mitico “Studio” dalle Serve da Jean Genet, fino all'attuale “Marcido Show” (2015).
Lo spettacolo AmletOne! è stato prodotto da Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, con il sostegno del Sistema Teatro Torino.