Mauro Folci – Falsifica la moneta
Le opere di Mauro Folci riflettono sulle modalità lavorative contemporanee che si appropriano del linguaggio umano per tramutarlo in lavoro e lo riducono a merce.
Comunicato stampa
Mauro Folci
Parakharattein to nomisma
Falsifica la moneta
A un tale che gli assestò un colpo con una stanga e poi gli disse: “Stà attento!”, egli, dopo averlo colpito con il suo bastone, disse: “Stà attento!”. (Aneddoto riportato da Diogene Laerzio su Diogene il cane)
Non si sa bene cosa accadde, alcuni raccontano che fu il padre di Diogene, governatore della banca di stato a Sinope, a falsificare le monete, altri dicono che fu proprio il filosofo canino a falsificare le monete legali che il padre gli diede in consegna; altri ancora sostengono, sono notizie biografiche che riporta Diogene Laerzio, che essendo lui il supervisore della banca fu condotto dagli operatori finanziari a commettere la malversazione, confortato in questo dal responso di Apollo che per bocca dell'oracolo di Delfi si pronunciò con l'ingiunzione a falsificare la moneta: Parakharattein to nomisma. Si narra pure che ci fu un malinteso dovuto al molteplice significato di nomisma che vuol dire sia moneta corrente che costume, tradizione, norma e ciò che Apollo intendeva dire, sovverti le leggi dello stato, fu da Diogene interpretato come falsifica la moneta. Fu mandato in esilio. o forse fuggi. Vai a sapere come andarono le cose! Non si sa bene... si sa per certo invece che il falsifica la moneta inteso come sovversione dei valori dominanti è, assieme alla cura del sé, al discorso parresiastico e alla vita altra, alla forma di vita altra che è anche figurazione di un mondo altro, il cardine della filosofia cinica. Sono temi del resto che hanno occupato gran parte della filosofia antica con la differenza però sostanziale che i cinici estremizzavano tutto in una condotta di vita filosoficamente scandalosa. Sono argomentazioni e forme di vita che giungono a noi per via di quei filosofi, artisti e scrittori, ma pure di quei panettieri, parrucchiere e tranvieri che hanno fatto della propria vita, che hanno plasmato la propria vita come fosse un'opera d'arte. Giungono a noi per via di tutti quelli che in ogni dove e in tutti i tempi, oltre a scardinare malsani pensieri e accademiche usanze, sono stati esempi e maestri di vita vissuta altrimenti.
Mauro Folci è docente di Arti Performative alla Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Brera a Milano. Le opere di Mauro Folci riflettono sulle modalità lavorative contemporanee che si appropriano del linguaggio umano per tramutarlo in lavoro e lo riducono a merce. Questi lavori nascono da un’approfondita riflessione sulle disparate forme linguistiche della metropoli contemporanea e in particolare a quelle forme che tracciano linee di fuga singolari dal linguaggio produttivo dominante.
Linguaggio e lavoro si trovano nella nostra epoca in una congiuntura inedita da cui l’artista è attratto e in cui rintraccia il materiale su cui costruire operazioni stratificate e complesse. I suoi interventi e le sue opere sono stati ospitati da istituzioni italiane e
internazionali ( tra le altre Kunstverein di Francoforte, Fondazione Baruchello, Neue Kunstforum di Colonia, al PAN di Napoli al Maxxi di Roma, al SUPEC di Shanghai).
www.maurofolci.it