Marco Cordero – Nell’aria sottile
Marco Cordero – artista diplomato in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con l’omonimo Riccardo Cordero e presente in numerose esposizioni personali e collettive – in questa occasione propone 12 installazioni inserite lungo tutto il percorso museale in uno stimolante dialogo natura-scultura.
Comunicato stampa
MARCO CORDERO. NELL'ARIA SOTTILE
Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 12 dicembre 2015 – 7 febbraio 2016
Con la mostra MARCO CORDERO. NELL'ARIA SOTTILE prosegue la rassegna d’arte contemporanea intitolata ARTE IN QUOTA curata da Riccardo Cordero, inaugurata con successo la scorsa estate dalla personale di Samuel di Blasi Lo scalatore di nuvole e proseguita con la mostra appena conclusa di Francesco Preverino Tra rumorosi silenzi.
Il progetto si propone di presentare al pubblico mostre di arte contemporanea inserite nel contesto espositivo del Museo medesimo. Filo conduttore della rassegna è l’interpretazione di temi ispirati alla montagna da parte di artisti esordienti o già affermati e fa parte di un nuovo percorso, dedicato all’arte contemporanea, intrapreso dal Museomontagna che in quest’ottica ha accolto per due anni consecutivi anche il progetto espositivo Passi Erratici nato nell’ambito del Festival Torino e le Alpi.
Marco Cordero – artista diplomato in scultura all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con l’omonimo Riccardo Cordero e presente in numerose esposizioni personali e collettive – in questa occasione propone 12 installazioni inserite lungo tutto il percorso museale in uno stimolante dialogo natura-scultura. Le opere interagiscono con l’esposizione permanente con un discorso armonico senza creare forzature o strappi visivi e nulla sottraendo al progetto museale esistente.
Le sculture utilizzano, quale materia prima, non la pietra o il marmo, ma il libro. Come riferisce nel suo testo critico Maria Teresa Roberto: «…il libro è inteso come oggetto uno e multiplo: se lo osserviamo chiuso, la copertina e la rilegatura ce lo offrono come elemento dotato di una forma, di una dimensione, di un peso precisamente definiti, se lo apriamo ecco che appare il ventaglio delle pagine, senza peso, senza spessore, che possiamo far scorrere una dopo l’altra tra le nostre dita. Ma un libro è anche inchiostro, file di linee che percorrono le pagine a ritmo regolare, con interruzioni e pause che costruiscono nel bianco la traccia del silenzio – parafrasando Robert Bresson (“il cinema sonoro ha inventato il silenzio”), potremmo dire che è la griglia dei segni tipografici a dare forma al silenzio che attraversa ogni scrittura…».
Le opere in mostra sono legate da un filo conduttore lirico che è ben rappresentato dalla frase dell’artista di seguito riportata: «In pochi anni impariamo il nome delle cose, le parole. Tutto il resto del tempo per cercare di incontrarne i significati. Molte vengono abolite, col tempo diventano troppo forti, impronunciabili. Sembra quasi che quando si incontra veramente il significato di una parola, lo si vive, si cancelli la parola stessa. Non è più sufficiente, non è più necessaria. E’ fuorviante. E’ generica. E’ dolorosa.».
L’iniziativa del Museo Nazionale della Montagna, che si avvale del sostegno all’attività istituzionale della Compagnia di San Paolo attraverso il progetto Torino e le Alpi, è realizzata con la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano.