Eugenio Carmi – Appunti sul nostro tempo

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Duomo, 8, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

LUN. 14.30 - 19.30
MAR. MER. VEN. e DOM. 9.30 - 19.30
GIO. e SAB. 9.30 - 22.30

Ultimo ingresso consentito un'ora prima della chiusura del Museo. I biglietti hanno validità giornaliera a prescindere dalla data di acquisto.

Vernissage
04/12/2015

su invito

Biglietti

Biglietto intero: 5 euro Biglietto ridotto: 3 euro

Artisti
Eugenio Carmi
Curatori
Davide Colombo
Generi
arte contemporanea, personale

Il Museo del Novecento presenta “Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963”.

Comunicato stampa

Il Museo del Novecento presenta “Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963” dal 5 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016.
La mostra, realizzata nell’ambito del ciclo di approfondimenti Focus, si concentra sulla produzione e sulla ricerca artistica di Eugenio Carmi tra il 1957 e il 1963, a partire dall’opera Appunti donata al Museo milanese nel 2014.
Appunti viene realizzata da Eugenio Carmi nel 1963 in un momento cardine della produzione dell’artista genovese.
Laureatosi in chimica al Politecnico di Zurigo, tornato in Italia dopo la guerra, Carmi riprende gli studi artistici a Torino come allievo di Felice Casorati, di cui segue la lezione figurativa fino ai primi anni Cinquanta. Tra il 1956 e il 1965, lavora come direttore artistico per la società siderurgica Cornigliano/Italsider, per la quale elabora uno “stile” che pervade tutta la struttura tecnico-economico-produttiva dell’azienda, e sempre qui realizza una serie di opere in metallo intitolate “Appunti sul nostro tempo”. Lo stesso titolo ritorna nel ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera in mostra. Le influenze e gli stimoli raccolti lungo la sua formazione trovano, infatti, in quest’opera la massima sintesi: l’attività grafica, grazie alla quale Carmi ha sviluppato un’attitudine specifica nella trattazione dell’immagine, l’influenza del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta con cui è in costante relazione si ritrovano negli elementi che compongono il collage in Appunti.
L’opera è accompagnata da un nucleo di lavori su carta in gran parte inediti - disegni, prove litografiche, collage e pitture - che documentano la varietà delle sperimentazioni di Carmi tra il 1957 e il 1963, e gli elementi distintivi della sua ricerca visiva.
Sono anni in cui i materiali industriali e di scarto entrano nella produzione di molti artisti, ma per Carmi non si tratta solo di suggestioni materiche e visive. L’artista ritiene che la scienza e la tecnologia possono offrire all’arte moderna una metodologia e un approccio sperimentale che applicherà nel ciclo di collage su tela.
Le opere e i collage dell’artista sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: appunti sul paesaggio – naturale, urbano, industriale –, per riprendere le parole dell’amico Umberto Eco, e considerazioni della storia e della cronaca. Carmi è un attento osservatore della società e, animato da una lucida curiosità, si distingue per una capacità di intercettare le differenze che compongono la realtà e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni. Carmi osserva, assorbe e metabolizza le fonti visive per rielaborarle in modo autonomo e consapevole, lavorando per stratificazione e riduzione. Da un lato, sovrappone frammenti di carte con un uso sapiente e delicato del collage. Dall’altro, procede con lucida chiarezza per riduzione, fino all’essenzialità formale, spaziale e cromatica, mettendo in luce gli elementi portanti della pittura.
Come nella tela Appunti, nelle opere su carta esposte in mostra, realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Carmi impagina composizioni pittoriche con uno o più riquadri centrali su fondo monocromo e strutture fortemente verticali suddivise da linee e campiture di colori differenti, o con elementi circolari sovrapposti. Riecheggiano qui gli esempi di Rauschenberg, Motherwell, Burri e Fontana. Così come quelli di Mathieu, Micheaux e Wols nelle sperimentazioni più gestuali del 1956-57, in cui, però, Carmi supera l’immediatezza spontanea del gesto e della macchia di colore per farne il punto di partenza di un più articolato e successivo sviluppo del dipinto, attraverso contrappunti cromatici e direttrici lineari. Il gesto, che diviene calligrafico, è mutuato in differenti possibilità: austero, puro e isolato nei dipinti in bianco e nero, o in dialogo dinamico con lo spazio, con esiti vicini alle ricerche dei conterranei Scanavino e Oberto.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Nomos Edizioni.