Licalbe Steiner – Grafici partigiani
Un percorso suggestivo tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l’opera di entrambi i protagonisti, ciascuno con una storia ed un’identità proprie, ma legati dal 1938 in maniera indissolubile nel privato e nel lavoro.
Comunicato stampa
Il Museo del Novecento presenta la mostra “Licalbe Steiner, grafici partigiani” dal 5 dicembre al 28 febbraio 2016.
Un percorso suggestivo tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l’opera di entrambi i protagonisti, ciascuno con una storia ed un’identità proprie, ma legati dal 1938 in maniera indissolubile nel privato e nel lavoro.
Dopo circa 40 anni Milano dedica una mostra monografica ai due grafici, protagonisti e interpreti della rinascita culturale italiana nel dopoguerra, insieme a intellettuali come Vittorini e Calvino.
Proprio a Calvino si deve un ricordo speciale di Albe all’indomani della sua morte sulle pagine dell’Unità “per Albe il piacere dell’invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati”.
La mostra, curata da Anna Steiner, cade nel 70° anniversario della Liberazione d’Italia a testimonianza dell’impegno civile iniziato durante la Resistenza e che ha contrassegnato tutto l’arco della loro vita. Il lavoro degli Steiner fu sempre caratterizzato da una poetica dell’ottimismo, da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, credendo che l’impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza.
Attraverso numerosi materiali di archivio, il percorso della mostra ripercorre la produzione dello Studio L.A.S. dai primi lavori: dal 1939 fino alla Liberazione e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni: ricerca grafica e foto-grafica, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale.
Una sezione inedita ricostruisce l’attività di Lica dalla scomparsa di Albe nel 1974, fino al 2008, anno dell’inventariazione dei materiali dell’Archivio Albe e Lica Steiner donato da Lica e le figlie al Politecnico di Milano. Negli ultimi trent’anni Lica ha continuato, insieme all’insegnamento, a lavorare con Anna Steiner e Franco Origoni.
La biografia viene ricostruita in mostra attraverso rari documenti che Lica ed Albe hanno tenacemente conservato nel tempo, nonostante guerre, distruzioni e viaggi, a testimonianza della loro formazione e della loro unione “intellettuale” che li ha visti così inseparabili da essere chiamati da loro stessi e dagli amici, i “Licalbe”, tracciandone un’unica identità.
I materiali esposti provengono dall’ “Archivio Albe e Lica Steiner” del Politecnico di Milano e dalla Collezione privata dello Studio Origoni-Steiner. La mostra è stato realizzata grazie alla partecipazione di Coop, che ha saputo vedere in questo progetto un momento importante per la storia e la memoria del suo marchio, disegnato da Steiner nel 1963, poi ridisegnato da Bob Noorda d’accordo con Lica Steiner. Ad Albe Steiner si deve anche tutta la declinazione / applicazione del marchio Coop sugli imballaggi coordinati e l’allestimento del primo magazzino a libero servizio Coop di Reggio Emilia studiato in funzione dell’individuazione dei reparti e dei prodotti.
La mostra è l’ultima parte di un progetto di diffusione della vita e delle opere degli Steiner promosso da Ardaco e sostenuto da Coop, iniziato sette anni fa con la realizzazione del film documentario Linea Rossa. Insieme per un Progetto di cambiamento di Enzo Coluccio e Franco Bocca Gelsi (Ardaco-Orda d’Oro, 2009) in cui una intensa Lica ha lasciato la sua ultima testimonianza diretta, insieme a quella di amici, famigliari, artisti come Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti. (Il film sarà presente in mostra).
BIOGRAFIA
Albe nasce a Milano nel 1913, da padre cecoslovacco e madre italiana. Nipote di Giacomo Matteotti, fu proprio l’assassinio dello zio che fece maturare in Albe undicenne, la coscienza dell’antifascismo.
Dopo la morte del padre nel ’29, si dedica ad una professione nuova: quella del grafico.
Espone alla Galleria “Il Milione” già nel 1933 e, nel 1944, disegni astratti con Fontana, Munari, Veronesi ecc. Nel 1938 si sposa con Lica Covo, nata nel ’14 da padre ebreo bulgaro e madre cattolica italiana, aprono insieme lo studio di grafica LAS (Lica Albe Steiner). Lica e Albe lavorano durante il regime alla stampa clandestina antifascista. Dopo il 25 aprile sono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, lavorano alle mostre della Liberazione e della Ricostruzione del ’45 a Palazzo Reale.
Partecipano all’VIII Triennale, che poi seguirà Max Huber, al progetto “insuperato” de “Il Politecnico” cui Albe è chiamato come redattore-grafico da Elio Vittorini, con il quale aveva prima collaborato alla stampa clandestina, e al quotidiano “Milano sera”.
Albe e Lica, partiranno poi alla fine del 1945, per il Messico per raggiungere i due fratelli di Lica, là espatriati, prima delle leggi razziali, per riunire quanto era rimasto della famiglia dopo la guerra.
Lavorano nel “Taller de grafica popular” con i muralisti, Rivera, Siqueiros e Hannes Meyer exdirettore della Bauhaus. Rientrati per le prime elezioni libere del 1948, partecipano alla ricostruzione, contro l’atomica e per la pace. Albe inventa e disegna il marchio del premio Compasso d’oro, lavora alla prima mostra dell’Estetica del prodotto in Rinascente, di cui è art director dal ’50 al ’54, alla fondazione dell’ADI (Associazione Disegno Industriale), del Sindacato degli Artisti, dell’Associazione Italiana Artisti Pubblicitari.
Albe collaborò anche con la RAI, col Piccolo Teatro di Milano, con la Triennale, con la Biennale di Venezia, con molti editori tra cui Feltrinelli (1955/65), Zanichelli (1960/74), con Pierrel, Bertelli, Aurora, Coop e tante altre imprese. Nel 1960 Albe è autore con Piero Caleffi del libro fotografico “Pensaci Uomo” sui campi di sterminio nazisti. Albe e Lica lavorano dal 1965 al ’73 al progetto del Museo del deportato di Carpi, con Belgiojoso e lo studio B.B.P.R.
Albe muore il 17 agosto 1974 e il Comune di Milano gli conferì la medaglia d’oro di benemerenza civica e, nel 1998, l’ADI il premio “Compasso d’oro alla carriera”.
Lica continua l’attività didattica e professionale con la figlia Anna e Franco Origoni, lavorando a pubblicazioni e mostre, tra cui quella storica a Palazzo Reale, in collaborazione con Anna Castelli, “Esistere come donna”, quelle alla Fondazione Corrente, con Ernesto Treccani, su “Il Politecnico” e su “Realismo”, quelle per le Colombiadi di Genova con Renzo Piano e quelle (più di 50 ) con Giulio Castelli, Augusto Morello, Marco Zanuso e Achille Castiglioni, sulla storia del Compasso d’oro. L’AIAP WOMEN in DESIGN AWARD le conferisce la Menzione d’onore alla memoria, nel 2012.