Fòcara 2016 – Gianfranco Baruchello
Dopo Kounellis, l’artista internazionale Gianfranco Baruchello dialoga con la struttura monumentale del falò (fòcara) che si accende la sera del sedici gennaio, vigilia della ricorrenza del Santo. Il suo intervento è progettato in modo esclusivo e unico per la “festa del fuoco” di Novoli.
Comunicato stampa
16 Gennaio
Gianfranco Baruchello
Fòcara 2016
Direzione artistica e cura di Giacomo Zaza
Per l’edizione Fòcara 2016, la festa ultracentenaria di devozione a Sant'Antonio Abate, santo patrono di Novoli, gli ambiti del sacro e del pagano, della cerimonia religiosa e del rito ancestrale, entrano in contatto con il gesto artistico contemporaneo. Dopo Kounellis, l’artista internazionale Gianfranco Baruchello dialoga con la struttura monumentale del falò (fòcara) che si accende la sera del sedici gennaio, vigilia della ricorrenza del Santo. Il suo intervento è progettato in modo esclusivo e unico per la “festa del fuoco” di Novoli.
Baruchello ha pensato ad un intervento/azione scandito in due atti, un duplice momento che entra in simbiosi con la composizione simbolico-ritualistica della Fòcara di Novoli. Il primo atto è caratterizzato da una sorta di “corteo di Bandiere” in movimento - persone di Novoli con in mano ottanta bandiere create dall’artista - che, guidato dal maestro costruttore, si muove in “processione” verso la pira monumentale. Il corteo innalza le bandiere attorno alla pira come gesto di solennità. In seguito, come secondo atto, parte di questo corteo arrotolata e introduce le bandiere nel cerchio inferiore del falò composto da fascine di tralci di vite.
Baruchello riproduce in un’unica bandiera tutte le 196 bandiere dei paesi del mondo, creando una bandiera-immagine simile ad un mosaico policromo. Oltre alle ottanta bandiere portate dalla folla novolese realizza anche una bandiera più grande che sventola dall’alto della costruzione di fascine, a ribadire una mappa delle 196 icone come vessillo dell’unità dell’intero mondo e delle singole identità nazionali.
Dunque la bandiera di Baruchello per la Fòcara incorpora una moltitudine di paesi: dalle piccole comunità sperdute nell’Oceano o da recenti nazioni indipendenti, ai veterani Stati europei. Così come “ingloba” una polifonia di simboli religiosi, cristiani, musulmani, buddisti, indù, ebraici, contenuti per molti paesi nello stemma nazionale (ad esempio la Repubblica Ceca o la Romania), o simboli delle religioni e culti tradizionali (il dio-sole degli Incas nelle bandiere di Argentina e Uruguay oppure l’aquila aztecha nella bandiera messicana). Inoltre, venendo arrotolata e iniettata nella pira di fascine, diventa un messaggio di “riconciliazione” tra nazioni introdotto dentro il corpo organico e sensibile del falò.
Baruchello intende metaforicamente superare i confini identitari nazionali e rivendicare il valore puro del legame con l’altro, con la comunità e più in generale con la specie umana. Il falò con le bandiere al suo interno rappresenta simbolicamente un fuoco che ci purifica dai recinti della disintegrazione sociale, dalle corruzioni e dalle violenze che si scatenano nel mezzo dei confini nazionali. Intende spostarsi al di là della bandiera quale esaltazione nazionale - ovvero il prestigio politico e morale di un territorio - e varcare le soglie della libertà di pensiero, un pensiero che sconfina in un momento rigenerativo come quello della Fòcara in onore di Sant’Antonio, liberatore dal male e dalla malvagità.
Qui Baruchello non si limita a osannare la dimensione dell’evento devozionale, ma si impegna ad aumentare la portata simbolica dell’imperativo comunitario che soggiace allo svolgimento della Festa del Santo. Da questa intenzione fa partire una riflessione sul carattere “autentico” della solidarietà e della responsabilità del popolo intorno ad un grande falò di tradizione ultracentenaria.
Giacomo Zaza