Eccentrica natura
Frutti e ortaggi stravaganti e bizzarri nei dipinti di Bartolomeo Bimbi per la famiglia Medici.
Comunicato stampa
“Una mattina pertanto veddesi il nostro pittore portare da due facchini
una grossissima zucca di libbre centosessantasette,
col seguito di molta curiosa gente che con strepito l’accompagnò fino a casa sua”.
Francesco Saverio Baldinucci, biografo di Bartolomeo Bimbi
Antichi tartufi, zucche e cocomeri enormi, strani cavolfiori, grosse albicocche, limoni cedrati giganti; e ancora cardi, meloni, fave, spighe di grano, grappoli d’uva, pere, datteri, barbabietole, girasoli, cavoli, funghi, castagne.
Ecco i protagonisti della mostra che apre a Palazzo Madama. L’eccentrica natura ritratta da Bartolomeo Bimbi per la famiglia Medici.
Bartolomeo Bimbi (Firenze 1648 - 1730) fu abile pittore, maestro nel raffigurare la natura nelle sue molteplici forme. Colori, profumi, sapori quasi escono dalle tele. Lavorò alla corte del Granduca Cosimo III, amante delle piante e dei loro frutti, specchio della magnificenza divina, tanto da seguirne personalmente la coltivazione e la crescita. Appassionato di fruttiferi, fece arrivare nuove specie e varietà da tutto il mondo. E iniziò insieme al botanico di corte, Pier Antonio Micheli, un grande lavoro di catalogazione sistematica organizzato per specie, stagione, provenienza.
Bartolomeo Bimbi, insieme a Micheli, documentò così in straordinari dipinti la diversità vegetale e colturale che tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento era a disposizione negli immensi terreni della corte medicea, dove si sperimentavano nuovi innesti, essenze e sementi sconosciute, come racconta Baldinucci, il biografo del Bimbi, “…sì come questo luogo era ed è ripieno di tutte le sorti di frutte, di agrumi, d’uve e fiori che finora si sono potute trovare …”.
Non solo, a corte arrivavano gli esemplari più stravaganti e bizzarri, per forma, colore, dimensioni. I protagonisti della mostra. Esemplari che venivano subito documentati su tela dal Bimbi, come racconta ancora il suo biografo: “non capitò mai frutta forestiera e stravagante che Sua Altezza Reale non la mandasse subito a farne fare il ritratto al Bimbi, per collocarsi poi in detto casino (Villa La Topaia), col dovuto e destinato ordine, al luogo suo”.
Il frutto di questo grande lavoro di catalogazione scientifica è un corpus di opere unico nel panorama pittorico italiano, annoverabile tra i vertici della pittura di natura morta dell’epoca, oggi conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università degli studi di Firenze e al Museo della natura morta nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, da cui provengono i 25 dipinti in mostra a Palazzo Madama.
Accanto ai dipinti, ad arricchire il percorso in mostra, con un allestimento scenografico e spettacolare nella settecentesca Sala delle Quattro Stagioni, anche una sessantina di magnifici modelli in cera raffiguranti frutti a grandezza naturale sempre provenienti dal museo universitario fiorentino. Le riproduzioni, realizzate da alcuni sapienti ceraioli come Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai, costituiscono una collezione unica al mondo per bellezza e rigore scientifico.
A completare l’esposizione anche trenta raffigurazioni in cera provenienti dal Museo della Frutta Francesco Garner Valletti di Torino.