Goshka Macuga – To the Son of Man Who Ate the Scroll |

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE PRADA
Largo Isarco 2 20139, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lunedì / mercoledì / giovedì, 10 - 19
venerdì / sabato / domenica, 10 -21

La biglietteria rimane aperta fino a un'ora prima della chiusura

Chiuso il martedì

Vernissage
03/02/2016

ore 9 su invito. Fondazione Prada e il Bar Luce saranno aperti al pubblico dalle 10 alle 16. L’inaugurazione aperta al pubblico si terrà mercoledì 3 febbraio 2016, dalle 18.30 alle 20.30.

Biglietti

Intero - 10 € Ridotto - 8 € (studenti fino ai 26 anni, possessori tessere FAI, accompagnatori, visitatori con disabilità, gruppi dalle 15-25 persone) Gratuito (visitatori sotto i 18 e sopra i 65 anni, visitatori con disabilità, giornalisti accreditati o in possesso di tessera stampa in corso di validità)

Artisti
Goshka Macuga
Generi
arte contemporanea, personale

“To the Son of Man Who Ate the Scroll” segna il culmine di una sua lunga e approfondita ricerca finalizzata a formulare una metodologia di categorizzazione di materiali e informazioni attorno a questioni fondamentali come il tempo, l’origine, la fine, il collasso e la rinascita.

Comunicato stampa

La mostra “To the Son of Man Who Ate the Scroll” sarà presentata negli spazi del Podium e della Cisterna alla Fondazione Prada a Milano dal 4 febbraio al 19 giugno 2016. Il progetto è ideato e curato da Goshka Macuga (Varsavia, Polonia) che nella sua ricerca artistica ricopre i ruoli normalmente distinti dell’autore, curatore, collezionista, ricercatore e ideatore di mostre. L’artista opera nel punto d’incontro tra discipline diverse come scultura, installazione, fotografia, architettura e design.

“To the Son of Man Who Ate the Scroll” segna il culmine di una sua lunga e approfondita ricerca finalizzata a formulare una metodologia di categorizzazione di materiali e informazioni attorno a questioni fondamentali come il tempo, l’origine, la fine, il collasso e la rinascita. Nella mostra l’artista esplora l’arte della retorica e la memoria artificiale come strumenti coordinati, in grado di organizzare e far progredire la conoscenza. Storicamente l’Ars memorativa (l’arte della memoria) getta le basi della memoria artificiale estendendo e sviluppando quella naturale attraverso visualizzazioni complesse che aiutano a ricordare specifiche informazioni.

Osservando con un distacco critico l’angoscia che accomuna l’umanità quando si accosta all’oggettività della propria fine, Macuga si pone un interrogativo fondamentale: quanto è importante affrontare la questione della “fine” nel contesto della pratica artistica attuale? La possibilità di pensare l’universo in maniera astratta e oggettiva e di concepire noi stessi come esseri umani ci permette di determinare l’epoca in cui viviamo come una delle molte ere dell’universo e di immaginare un’esistenza dopo di noi, un mondo post-umano governato dall’intelligenza artificiale.