Tom Esam – Imagology
Galleria Mario Iannelli è lieta di presentare Imagology, prima personale italiana dell’inglese Tom Esam (1986, Taunton-Inghilterra. Vive e lavora a Londra).
Comunicato stampa
Galleria Mario Iannelli è lieta di presentare Imagology, prima personale italiana dell’inglese Tom Esam (1986, Taunton-Inghilterra. Vive e lavora a Londra), opening mercoledì 3 febbraio.
“Imagologia! Chi ha inventato per primo questo magnifico neologismo? Questo in fin dei conti non importa. L’imagologia riunisce sotto lo stesso tetto qualcosa che va sotto vari nomi: le agenzie pubblicitarie; gli esperti di immagine al servizio degli uomini di Stato, i designer che progettano qualsiasi forma, dalla linea delle automobili all’attrezzatura della palestra, gli stilisti, i barbieri, le star dello show business che dettano la norma della bellezza fisica, alla quale ubbidiscono tutti i rami dell’imagologia. […]. Gli “imagologhi” sono coloro i quali “creano sistemi di ideali e anti-ideali, sistemi che hanno breve durata e ognuno dei quali viene rapidamente sostituito da un altro, ma che influenzano il nostro comportamento, le nostre opinioni politiche e il nostro gusto estetico, il colore dei tappeti e la scelta dei libri, con la stessa forza con cui un tempo riuscivano a dominarci i sistemi ideologici”. Così Milan Kundera definisce nel romanzo Immortalità chi è riuscito gradualmente e planetariamente a trasformare l’ideologia in slogan e immagini (l’operaio che sorride impugnando il martello, il negro, il bianco e il giallo che si tengono fraternamente per mano, la colomba della pace che spicca il volo verso il cielo, eccetera, eccetera ) ovvero in Imagology.
Queste le premesse da cui parte la ricerca artistica di Tom Esam che mira a compiere una analisi su come il linguaggio pubblicitario agisce sulla “percezione del sè” e sulla nostra percezione del mondo. Inevitabile per lui l’estensione dell’analisi al mondo dei social media ed in particolare a Instagram, alla sua capacità di esaltare l’autorappresentazione degli utenti.
Il “self editing” porta con sè una distorsione della realtà che conduce ad un effetto vicino al linguaggio pubblicitario. " Il fascino consiste nell’essere invidiato. Senza glamour l' invidia sociale non può esistere" così John Berger.
I Lightbox, i manifesti, la videoinstallazione e il merchandising ideati dall’artista e presentati da Galleria Mario Iannelli, si basano su campagne di comunicazione reali dirottate su un universo quotidiano e surreale. L’obiettivo delle opere di Tom Esam è quello di veicolare concetti anche complessi ad un pubblico non elitario.