Giorgio Cutini – Tra tempo e racconto
Scatti che svelano la tradizione della fotografia e accendono le loro apparizioni con la filosofia. L’immagine si pone particolarmente rilevante, perché trasforma l’esperienza, la vita, in un susseguirsi di istanti isolati e discontinui fra loro, suggerendo una nuova percezione dell’esistenza.
Comunicato stampa
La mostra dal titolo “Tra tempo e racconto” è promossa dall' ARTESTUDIO 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “Tra tempo e racconto” riunisce opere dell'artista Giorgio Cutini, che svelano la tradizione della fotografia ma accendono poi le loro apparizioni con la filosofia. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle scelte che l' ARTESTUDIO 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di scoprire il nuovo, di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.
Scrive Carlo Franza: “Con Giorgio Cutini, che da anni compone capitoli fotografici di svelante spessore, l’immagine della fotografia si pone particolarmente rilevante, perché trasforma l’esperienza, la vita, in un susseguirsi di istanti isolati e discontinui fra loro, suggerendo una nuova percezione dell’esistenza, e una ridefinizione del senso e del funzionamento della storia.
La fotografia ponendosi come primo medium assoluto illumina la natura, e ogni scatto contiene una miriade di frammenti, di piccoli ma significativi passaggi che hanno catturato poesia, coscienza, conoscenza, abitudine, memoria, desiderio, utopia, ecc. Alla luce dello sguardo fotografico l’esistenza appare segnata continuamente dalla fine, in una successione di immersione e ritorno, facendo anche percepire una circolarità tra la vita e la morte; tanto che la perdita di ogni senso della fine o della finalità del tempo determina una muova immagine dell’identità e del piacere. D’altronde elementi costituitivi della storia sono le abitudini, la distrazione, il medium, la natura, la morte e il piacere; su tutto gravita il tempo. I panorami anticipano la fotografia. Il giorno e la notte, la luce e il buio, il sorgere della luna, lo scorrere dell’acqua, tutto sotto lo sguardo nostro, e del fotografo in questo caso, si muove in tempi e momenti “già stati”. Ogni cosa mostra simultaneamente il doppio volto della vitalità e della rovina, e non più opposizione vita/morte ma uno stato di circolarità vita-morte. Nelle immagini o meglio negli scatti d’autore di Giorgio Cutini emerge la potenzialità narrativa, avvolta in un tempo senza tempo. Natura, paesaggi, architetture, il mondo e la storia esibiscono un tempo circolare estensibile all’infinito. Gli scatti di Cutini sono frammenti del tempo, sono un momento originario e creativo, infrangono il corso del tempo, spaziano fra tempo biologico e tempo della storia; tempo dell’io e tempo dell’opera coincidono ed è qui che le circostanze aprono gli spazi dell’immaginazione, il racconto dello scorrere inesorabile”.
Cenni biografici dell'artista
Giorgio Cutini è nato a Perugia nel 1947. Vive ad Ancona dal 1974 dove svolge attività di chirurgo e per vocazione fotografo. Fondamentale per la sua formazione fotografica l’incontro con Ugo Mulas e Mario Giacomelli. Si è inoltre dedicato alla fotografia scientifica nell’ambito della sua attività chirurgica. Ha tenuto numerose personali sia in Italia che all’estero, partecipando anche a varie rassegne di spessore come “Nuovi Scenari” a Teglio nel 2009. E’ stato membro fondatore del Manifesto passaggio di frontiera del 1995 e tra gli ideatori della galleria Kn di Ancona. Ha curato e pubblicato libri d’arte e cartelle di incisioni e fotografie con artisti e poeti contemporanei. Ha vinto nella XX edizione 2008 il Premio delle Arti Premio della Cultura per la Fotografia, con una giuria internazionale presieduta dal Prof Carlo Franza. Del suo lavoro hanno scritto numerosi critici e intellettuali, da Carlo Franza ad Armando Ginesi, da Umberto Piersanti a Francesco Scarabicchi.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.