Carlo Venturi – Il Piccolo Alchimista

Informazioni Evento

Luogo
STAMPERIA DEL TEVERE
Via del Pascolo, 51 - 00060, Castelnuovo di Porto, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da Lunedì a sabato 14.00/19.30 - domenica su appuntamento

Vernissage
20/02/2016

ore 18,30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Carlo Venturi
Curatori
Marcello Fraietta, Dora Coscarelli
Generi
personale, disegno e grafica

La mostra parte dall’idea di presentare, attraverso le illustrazioni dell’artista marchigiano, “Il Piccolo Alchimista” un testo inedito di Marcello D’Angelo (che fu coadiutore di Andrea Pazienza).

Comunicato stampa

La Stamperia del Tevere presenta la personale di Carlo Venturi. Incisore, scultore e docente di belle arti.
La mostra parte dall’idea di presentare, attraverso le illustrazioni dell’artista marchigiano, “Il Piccolo Alchimista” un testo inedito di Marcello D’Angelo (che fu coadiutore di Andrea Pazienza).
Nel segno della biro nera di Venturi è riconoscibile la natura gestuale del tratto deciso di una mano abituata ad usare il bulino. Una cifra stilistica che tradisce esplicitamente le origini della sua formazione inserendosi a pieno nel mood della galleria.
Il tratto regolare della penna dà vita a figure losche che si palesano nel chiaroscuro di foglio e inchiostro: corpi nei corpi, volti nei volti. Nelle membra quasi umane visualizziamo mondi paralleli: demoni gotici abitano gli arti e sono le allegorie del corpo che riflette, mostrando le viscere, il travaglio mentale dell’uomo in un gioco tra l’onirico e il carnale. Nessun corpo è armonico, piuttosto è grottesco, mostruoso. I personaggi mostrano spavaldi il loro lato oscuro evidenziato dalla dicotomia cromatica del bianco/nero.
Il peggiore incubo a cui si può assistere non è quello che ci fa svegliare di soprassalto durante la notte con il cuore in gola, ma è ritrovarsi a vivere una realtà nella quale non ci si riconosce più. È questa la materia della favola torbida di Marcello D’Angelo. Siamo di fronte ad una fiaba moderna: la città puzza di percolato e mondezza e i protagonisti inghiottiti dalla crisi economica, dalla pigrizia e dal tedio vivono di espedienti e credono di gabbare il mondo finendo per ingannare solamente loro stessi. Avranno a disposizione un unico tentativo, “eroico” ed estremo, per uscire finalmente dall’anonimato: compiere un attentato per essere ricordati dal mondo. Un gesto eclatante si trasformerà nell’ennesimo fallimento anti-eroico.
Questi scenari fiabeschi prendono vita anche attraverso le sculture di Carlo Venturi. La sua mano sapiente lavora il legno e costruisce marchingegni da artigiano. Nell’automatismo del processo lavorativo si rivela dunque quell’aura pungente d’ artista che passa in rassegna tutta una serie di influenze novecentesche: cubismo, informale e metafisica sulle quali risalta la sua identità fortemente dadaista che svela, anche nelle opere più cupe, un elemento caratteristico di gioco infantile.

Carlo Venturi, scultore e xilografo di Senigallia, ha studiato a Urbino alla Scuola del Libro e all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove vive e lavora. Durante gli anni di studio ha collaborato con un gruppo di lavoro diretto da Guido Strazza presso la Calcografia Nazionale In seguito ha iniziato una intensa attività di scultore e incisore vincendo diversi Premi, tra i quali il Primo Premio di Scultura“Bernini 1984” indetto dal Comune di Roma e di Incisione nell’edizione del 1990 del Premio Internazionale per l’Incisione di Biella. Sue opere sono in collezioni pubbliche e private in Italia, Europa e Stati Uniti. Partecipa dagli anni ’70 a mostre “personali” e “collettive” in Italia e all’Estero.
Mostre recentissime: Personale alla Galleria “Incontro d’Arte di Roma” nel 2006; Collettiva “Salone di Maggio”, Roma manifestazioni del 2004 e del 2005; Baku, Azerbajan nel 2005. Hanno scritto di lui, tra gli altri: Carlo Bertelli, Carlo Fabrizio Carli, Guido Giuffrè, Domenico Guzzi, Manuele Marano, Luciana Marinangeli, Clotilde Paternostro, Mario Penelope,Vanni Scheiwiller.