Francesco Barbieri – The way you’re told to live
I treni e le linee ferroviarie di Barbieri non partono ne arrivano mai, seguono prospettive e traiettorie proprie, spesso errate: dove vanno, quando arrivano? Dove sta andando / ci sta portando Francesco?
Comunicato stampa
Francesco Barbieri è un navigato writer e un giovane pittore.
I graffiti e la pittura, discipline così distanti e così vicine, sono entrambi atti antichi, sacri, e trovano un punto d’incontro nella loro pratica costante ed ossessiva, sempre alla “ricerca di…”. Per un writer, come per un pittore, non è tanto importante il graffito o il quadro prodotto nel passato o nel presente, quanto sempre quello che sarà pensato ed eseguito nel futuro, quello ancora da cercare: si può quindi parlare di arti del “non ancora”. Di fronte ad un’opera è difatti sempre necessario avventurarsi ad immaginare quella che verrà, come in un viaggio in treno, dove la stazione precedente annuncia di fatto quella successiva.
Più che di “pittura di paesaggio”, nel caso di Barbieri bisognerebbe quindi parlare di “pittura di passaggio”o “di attraversamento”: l’osservatore è coinvolto in una serie di istantanee scattate in prima persona, dove non ci sono esseri umani ma “solo”cieli, case, binari, treni, pali dell’elettricità, fili e reperti postindustriali, tipici soggetti di una qualsiasi realtà ferroviaria di provincia italiana. Anche i formati scelti, spesso rettangolari, richiamano le forme di un finestrino di un treno, punto di vista di un qualunque viaggiatore.
Quello dell’artista è, infatti, uno sguardo che si sviluppa in “un punto imprecisato della linea Pisa/Livorno”(dal titolo di un’opera) e che si posa sulle cose marginali, periferiche, che analizza lo spazio ed il tempo di un pendolare qualsiasi. Sembra suggerirci che l’importante non è tanto la meta quanto, appunto, il viaggio.
Il viaggio di Barbieri è iniziato molti anni fa dipingendo le lettere del suo alias sui lungolinea ferroviari e sui muri delle città incontrate, vissute ed attraversate: le sue lettere nel tempo si sono allungate, deformate, ingrossate ed intrecciate. Hanno preceduto e accompagnato l’autore nello scorrere del tempo della sua vita; si sono arricchite di grazie e, grazie alle storie vissute, le atmosfere respirate ed i luoghi visitati si sono evolute fino ad esplodere e a ricomporsi sotto mentite spoglie sulle tele pittoriche.
Nei suoi quadri si possono infatti intravedere, tra le righe, le atmosfere viste e respirate nei tanti anni di graffiti writing. E’ sullo spazio della tela che Francesco mostra e nasconde al tempo stesso la sua storia, la sua attitudine ad una pittura d’azione ancora fortemente legata al mondo delle lettere e alla sua tradizione: seppure il Nome non compaia più e manchi l’azione creativa illegale, l’artista prosegue la sua ricerca andando a guardare quello che è stato per cercare quello che sarà. E’ il prolungarsi, in nuove forme, di un fenomeno preesistente: in questo senso si può parlare di post-graffiti.
Agli strumenti classici dello scrittore, come spray, vernici e rulli si sono aggiunti le spatole ed i pennelli del pittore da laboratorio; i supporti sono passati da metallo,lamiere e cemento a quelli più vicini alla tradizione pittorica come tele, tavole e carte; anche le dimensioni non aspirano più al gigantismo della pittura d’azione del graffiti writing ma si fanno molto più piccole, riflessive, intime.
A livello compositivo la terra è spesso posta in contrapposizione al cielo (le linee ferroviarie e le città partono spesso dal basso e puntano alla mediana, sono soggetti che salgono e crescono), in una tensione mai risolta: è l’uomo che guarda e anela al cielo ma è costretto a vivere con i piedi piantati sul mondo. Il nero delle cose terrene (fabbriche, ferrovie, palazzi, antenne, pali della luce),ordinato seppur da regole proprie, è spesso contrapposto al caos e ai colori del cielo che qui diventano acidi, irreali, sognanti: è infatti questo lo spazio del sogno, della fantasia e del possibile, dove la pittura accade.
I treni e le linee ferroviarie di Barbieri non partono ne arrivano mai, seguono prospettive e traiettorie proprie, spesso errate: dove vanno, quando arrivano? Dove sta andando / ci sta portando Francesco?
Probabilmente ancora in tutte le direzioni e da nessuna parte.
Ma questo è il punto dove finisce l’Arte e riinizia la vita.
Rosa Selavi