Jo Fabbri – Toilet paper beauty
Come da ogni dialogo anche dalla dialettica dei due elementi che compongono l’essenza delle istallazioni di Jo Fabbri nasce un pensiero nuovo.
Comunicato stampa
toilet paper beauty
by jo fabbri
Inaugurazione Giovedì 10 Marzo 2016
Il poeta francese Gautier gridava a gran voce che tutto ciò che è utile è brutto tanto che il luogo più utile di
una casa è il cesso. È vero, Gautier scriveva le sue poesia nella prima metà dell’Ottocento. A quei tempi
l’arte era illibata. La sua Francia non era ancora stata sconvolta dalla foga impressionista e nessuno aveva
ancora osato trattare un orinatoio a guisa di opera d’arte.
Tuttavia, il pensiero - di stampo esteta - di Gautier ci porta a riflettere su come un oggetto utile possa
trasformarsi in un’opera d’arte unica e irriproducibile. Su come un artista possa tradurre il brutto in bello. Il
banale in eccezionale. Il convenzionale in non-convenzionale. E il lavoro di Jo Fabbri va proprio in questa
direzione.
Ma entriamo nel vivo di questa mostra e delle opere che la compongono. E cominciamo proprio con
l’elemento alla base di tutti i lavori proposti da Jo Fabbri. La carta igienica. Un elemento che colpisce e
incuriosisce. Un elemento povero, comune, utile che l’artista decontestualizza ed eleva ad oggetto artistico -
o meglio - a supporto dei suoi oggetti artistici. Assurge a elemento dialettico con cui tutte le sue opere si
confrontano e dialogano. E da questo confronto ne escono arricchite. Complete.
La mostra si struttura in due parti. 1) Le installazioni. 2) Le tele. Partiamo dalle installazioni. Un dialogo,
ironico e critico, tra opposti. Concetti opposti. Materiali opposti. E dimensioni opposte. Quella piatta della tela
dialoga con la tridimensionalità della scultura. Come da ogni dialogo anche dalla dialettica dei due elementi
che compongono l’essenza delle istallazioni di Jo Fabbri nasce un pensiero nuovo. In Crime Scene viene
affrontato il tema del corpo femminile, involontario e naturale, che colpisce ma al contempo viene colpito.
Nell’opera I Do l’artista indaga la condizione di sposa vittima di un sogno, di una favola, con la quale è
cresciuta ma che si infrange dentro un groviglio di filo spinato che fa male ad entrambi i protagonisti: la
sposa e il suo principe azzurro ritratto in lontananza. Il tema del rapporto tra amanti viene ripreso anche in
nella Console of Love, dove l’amore diventa un cliché rappresentativo del potere economico, che non fa altro
che separare e allo stesso tempo unire la coppia. L’ installazione di padre e figlio rappresenta attraverso la
passione per il calcio, un legame di passione ereditaria in questo caso con un tributo all’Inter.
La seconda parte della mostra è composta tele di grandi dimensioni che affrontano diversi temi di attualità,
rappresentando i contrasti presenti nella realtà delle cose.
La mostra sarà aperta dal 10 Marzo 2016 al 5 Aprile 2016 dalle ore 15.00 alle ore 21.00
Dream Factory | corso Giuseppe Garibaldi 117, 20121 – Milano | [email protected] | 02.65560509
Mostre
Cliché – Mostra personale
24 Settembre 2015 / 16 Gennaio 2016 – Lugano, Imago Art Gallery
The New York Times International Luxury Conference – Esposizione
2014 – Miami, Mandarin Oriental
Evento private Milan Club – Mostra personale
2014 – Milano, Palazzo della Regione
Attimi Rubati – Mostra personale
2013 – Milano, Pricewaterhousecoopers Spa
Esposizione collettiva
2013 – Washington, Nest301
Life, Woman, Italy – Mostra personale, asta benefica Sotheby’s
2011 – Milano, Larusmiani
Il nudo e le sue fantasie – Mostra collettiva
2010 – Milano, Spazio Taccori
Wanity Icons – Mostra personale
2010 – Milano, Spazio Dante 14
Never Ending stars – Mostra personale
2009 – Milano, LittleItalyArtGallery
Perdutamente Tua – Mostra personale
2008 – Milano, LittleItalyArtGallery