La presenza italiana in Albania tra il 1924 e il 1943
La Ricerca Archeologica, la conservazione, le scelte progettuali.
Comunicato stampa
LA PRESENZA ITALIANA IN ALBANIA TRA IL 1924 E IL 1943.
LA RICERCA ARCHEOLOGICA, LA CONSERVAZIONE, LE SCELTE PROGETTUALI
Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano
Viale Enrico De Nicola 78, Roma
19 marzo 2016 – 15 maggio 2016
Mostra realizzata in collaborazione tra:
Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano e l’Area Archeologica di Roma.
Politecnico di Bari:
Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura (DICAR) (www.architettura.poliba.it).
Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (www.specializzazionepoliba.it).
Centro di Studi per la Storia dell’Architettura (www.cssar-casadeicrescenzi.it).
Patrocinata da:
Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia
Curatori: Roberta Belli Pasqua, Luigi Maria Caliò, Anna Bruna Menghini (Politecnico di Bari).
Comitato scientifico: Neritan Ceka, Monica Livadiotti, Elisabetta Pallottino, Luan Perzhita, Giorgio Rocco, Claudio Varagnoli.
Segreteria organizzativa: Olinda Ferrieri Caputi, Giacomo Martines.
Progetto di allestimento: Massimo Zammerini.
Progetto Grafico: Nicola Dario Baldassarre, Mariagrazia L’Abbate
Realizzazione dell’allestimento: Impresa Tancredi Restauri s.r.l. – Altamura, Bari
Contenuti della mostra
La mostra vuole presentare una sintesi dell’attività di archeologi e architetti italiani in Albania tra gli anni Venti e Quaranta, che si sviluppò attraverso la ricerca archeologica, la conservazione e valorizzazione dei monumenti storici e l’attività di progettazione di nuovi piani regolatori e di architetture monumentali in numerose città albanesi. Tale attività, insieme con la vicinanza geografica e culturale, ha costituito il fondamento del legame che unisce oggi l’Italia all’Albania e la base dell’attività di ricerca e collaborazione tra numerose istituzioni albanesi e italiane, tra cui il Politecnico di Bari, presente sul territorio albanese con numerosi progetti di ricerca. Partendo da questo presupposto la mostra intende essere anche l’occasione per presentare in maniera sistematica gli esiti di tali ricerche nel campo dell’architettura e della valorizzazione del patrimonio archeologico e architettonico dell’Albania, che il Politecnico di Bari sta conducendo in sinergia con numerose istituzioni albanesi.
L’impegno italiano sul patrimonio archeologico albanese iniziò in modo sistematico con Luigi Maria Ugolini e si sviluppò attraverso la conduzione di importanti missioni archeologiche, a partire dal 1926, durante le quali gli archeologi si avvalsero della collaborazione di ingegneri, architetti e artisti presenti sui cantieri di scavo, impegnati in attività di documentazione e in progetti di restauro. L’esito di questa collaborazione multidisciplinare nella ricerca condotta sul campo portò alla scoperta di alcuni dei principali siti archeologici albanesi (Phoinike, Butrinto) nonché all’elaborazione di un’ampia e accurata documentazione, quali rilievi planimetrici, sezioni, ricostruzioni grafiche e alla realizzazione di strutture necessarie alla fruizione delle aree interessate attraverso il restauro di edifici storici e la costruzione di infrastrutture.
La presenza italiana in Albania è testimoniata anche dal gran numero di edifici, opere ingegneristiche e piani urbanistici realizzati da architetti, ingegneri e tecnici italiani nella prima metà del Novecento. Si tratta di opere che hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo del territorio albanese e che tuttora ne caratterizzano molte città e paesaggi. I rapporti con l’Italia si intensificarono dal 1925, tramite l’azione della Società per lo Sviluppo Economico dell’Albania (SVEA), che eseguì ingenti opere pubbliche e infrastrutturali, con la collaborazione di enti italiani. Dal 1939 al 1943 operò l’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica, sotto la direzione dell’architetto fiorentino Gherardo Bosio, che si occupò della programmazione e della realizzazione delle opere pubbliche disseminate nel territorio, elaborò i piani regolatori di numerose città albanesi ed inoltre fu impegnato a rafforzare l’immagine di Tirana, costruendo i principali edifici e luoghi rappresentativi della capitale.
All’epoca, la presentazione dei risultati ottenuti non fu limitata solo agli ambiti più propriamente scientifici, ma particolare attenzione fu riservata alla divulgazione sotto le diverse forme allora possibili – conferenze, articoli sui principali quotidiani, opere divulgative, riprese cinematografiche – finalizzata alla propaganda politica ma anche alla divulgazione scientifica e alla promozione turistica del territorio albanese. Un importante ruolo rivestirono anche i grandi eventi, quali la Crociere Virgiliana, la Fiera del Levante e la Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare, per le quali furono progettati i padiglioni destinati, tra l’altro, all’esposizione dei reperti messi in luce negli scavi italiani in Albania; un ruolo importante ebbero poi uffici appositamente istituiti quali la Direzione Generale per la Stampa, la Propaganda e il Turismo a Tirana, la fondazione di riviste dedicate alla promozione turistica edite in Albania, quali la rivista Drini e l’ente editoriale DISTATPUR.
Il materiale esposto nella Mostra, principalmente iconografico e documentario, consiste in riproduzioni di fotografie e disegni tratti da pubblicazioni dell’epoca e dai principali archivi in Italia e in Albania che posseggono tali documenti (Archivio storico del Ministero degli Esteri, Archivio di Stato, Accademia dei Lincei, Istituto di Archeologia di Tirana, Archivio Centrale Tecnico delle Costruzioni di Tirana, ecc.); si espongono anche alcuni documenti originali prestati con grande generosità dagli eredi di alcune delle personalità che furono attive in quegli anni in Albania.
Le ricerche attuali del Politecnico di Bari in Albania
Il progetto della mostra nasce nell’ambito del “Gruppo di Ricerca sull’Antico”, costituito da alcuni docenti del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari e si avvale - nell’attività di ricerca della documentazione e dell’allestimento - dell’operato di laureati, studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Bari e dei dottorandi del Dottorato in Architettura e Patrimonio del Politecnico di Bari in consorzio con l’Università di Roma Tre. Da diversi anni il gruppo porta avanti nelle proprie ricerche l’analisi degli esiti del rapporto di collaborazione tra archeologi e architetti nelle tematiche di studio e valorizzazione dell’antico, sia nel tempo attuale sia nel passato, con riferimento alle principali aree del Mediterraneo che sono state interessate dall’attività di archeologi e architetti italiani e dove lo stesso gruppo di ricerca opera attualmente. In questo senso la mostra sulla presenza italiana in Albania si pone in continuità con la fortunata Mostra su La presenza italiana nel Dodecaneso tra il 1912 e il 1948. La ricerca archeologica, la conservazione, le scelte progettuali (catalogo e progetto a cura di M. Livadiotti, G. Rocco), organizzata da alcuni docenti del gruppo nell’ambito della Scuola Archeologica Italiana di Atene in collaborazione con l’Eforia del Dodecaneso e presentata nel 1996 ad Atene, Rodi e Roma, nella stessa sede del Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano, che ospita oggi la mostra sull’Albania.
Riprendendo la tradizione italiana di questa collaborazione interdisciplinare nei diversi paesi del Mediterraneo tra gli anni Venti e Quaranta, il Politecnico di Bari è attivo anche in Albania, impegnato nello studio e nella valorizzazione del patrimonio archeologico e monumentale architettonico albanese; più di recente, inoltre, ha anche avviato una missione archeologica nel sito di Byllis; tale attività di ricerca è condotta sulla base di specifiche convenzioni con le principali istituzioni del governo albanese che si occupano della ricerca e della tutela del patrimonio archeologico e monumentale albanese e con diverse istituzioni universitarie.
Nella convinzione che la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale di un paese sia da affrontare con una visione globale, nella sua interscalarità e multidisciplinarietà, le ricerche e le attività del DICAR coinvolgono trasversalmente diverse aree tematiche tra cui: la conoscenza, valorizzazione e recupero dei paesaggi storici, antropici e naturali; la conoscenza e riqualificazione dell’architettura e della città moderna italiana in Albania; la valorizzazione dell’archeologia industriale e il recupero delle aree produttive dismesse; la valorizzazione di siti archeologici e l’architettura museale.
La mostra documenta quindi anche i vari aspetti e i diversi contenuti di questa ricerca applicata:
- la ricerca archeologica: sono presentati i primi risultati delle ricerche sul sito di Byllis, dove dal 2014 il Politecnico opera con una missione congiunta italo – albanese;
- la valorizzazione museale: sono illustrati i progetti di ri-allestimento del Museo Archeologico di Durazzo e del Museo Archeologico di Tirana, progettati nell’ambito di tesi laurea sulla base di specifici accordi con le istituzioni locali, e un esempio di riuso dell’archeologia industriale a fini museali, nella città di Fier;
- il progetto architettonico e urbano: è esposta una breve sintesi delle attività di ricerca del Politecnico indirizzate alla conoscenza, valorizzazione e recupero del patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico dell’Albania. Si tratta di progetti volti alla conoscenza e riqualificazione delle architetture e città “italiane” in Albania, in particolare Tirana.
Un’anteprima dell’attività di ricerca finalizzata a questa mostra è stata presentata in un’apposita sezione dal titolo: L’archeologia italiana in Albania dal 1924 al 1943. La ricerca, la documentazione, la conservazione. Un’anteprima (curatori: R. Belli Pasqua, L.M. Caliò, A.B. Menghini) nell’ambito della manifestazione: Sulle tracce dell’Italia in Albania, curatori F. Pashako, M. Pessina, M. Petreschi, A. Shkreli, A. Vokshi, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, dall’Ambasciata d’Italia a Tirana e dall’Istituto Italiano di Cultura a Tirana in collaborazione con diverse istituzioni albanesi: Consiglio dei Ministri Albanese, Ministero della Cultura d’Albania, Ministero dello Sviluppo Urbano d’Albania e con l’Associazione Occhio Blu - Anna Cenerini Bova nell’ambito del semestre europeo della Presidenza Italiana.
Sintesi delle collaborazioni tra il Politecnico di Bari – DICAR e le istituzioni politiche ed universitarie dell’Albania
L’iniziativa della Mostra si inserisce nell’ambito di un rapporto di collaborazione stabile tra il DICAR del Politecnico di Bari e diverse istituzioni politiche e universitarie albanesi, rapporto attuato di concerto con l’Ambasciata d’Italia e con l’Istituto Italiano di Cultura a Tirana e volto allo studio di problemi storici ed attuali dell’Albania nel quadro di quel processo di cooperazione che tradizionalmente ha visto i due paesi collaborare sia in campo culturale che scientifico.
Tale collaborazione, iniziata nel 2005, è stata attuata attraverso diverse modalità di cooperazione, che hanno compreso la condivisione di progetti di ricerca, accordi di collaborazione scientifico-culturale finalizzati allo studio, valorizzazione e restauro del patrimonio architettonico, storico e monumentale dell’Albania, in particolare con le seguenti istituzioni:
- Archivio Centrale delle Costruzioni di Tirana (AQTN);
- Istituto dei Monumenti di Cultura della Repubblica d’Albania (IMK),
- Istituto di Archeologia di Tirana (IdA)
- Agenzia Nazionale della Pianificazione del Territorio dell’Albania (AKTP)
- Politecnico di Tirana
- Epoka University, Tirana
- Università Marin Barleti, Tirana
L’esito di tali rapporti di collaborazione sono stati resi noti e divulgati attraverso conferenze, pubblicazioni e l’allestimento di mostre. Si ricordano in particolare:
Pubblicazioni scientifiche:
M. Stigliano, Modernità d’esportazione. Florestano Di Fausto e lo stile del costruire nei territori italiane d’oltremare, Bari 2009.
A.B. Menghini, F. Pashako, M. Stigliano, Architettura moderna italiana per le città d’Albania. Modelli e interpretazioni, Bari 2012
A.B. Menghini, Albania (1925-1943). Fonti documentarie tra Roma e Tirana, in F. Calace (a cura di), Restituiamo la Storia – dagli archivi ai territori, Bari 2012.
R. Belli Pasqua, A.B. Menghini, R. Pagliarulo, Knowledge and enhancement of architectural and archaeological heritage: the Palace of GLA in Tirana, in Proceedings of the 2nd ICAUD International Conference in Architecture and Urban Design Epoka University, Tirana, Albania, 08-10 May 2014, Paper No. 135, pp. 135/6-135/7.
R. Belli Pasqua, R. Carullo, A.B. Menghini, Allestimento museale e valorizzazione del patrimonio archeologico: l’impegno del DICAR del Politecnico di Bari, in Archeologia pubblica al tempo della crisi. Atti del Convegno delle Giornate Gregoriane, VII edizione, Agrigento 2013, Bari 2014, pp. 127-134.
R. Belli Pasqua, A.B. Menghini, S. Santoro, F. Pashako (a cura di), Conoscere, curare, mostrare / Të Njohësh, Ruash, Shfaqësh. Ricerche italiane per il patrimonio archeologico e monumentale dell’Albania / Kërkime italiane per trashëgimine arckeologjike dhe monumentale të shqipërise, Tirana 2014.
Mostre:
2012. Arckitektura Moderne Italiane në Tiranë, Vazdhimësia e një Ideje/Architettura moderna italiana a Tirana. Continuità di un’idea. Tirana, Museo di Storia Nazionale 15-18 giugno 2012, organizzata d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri della repubblica d’Albania, con l’Ambasciata d’Italia a Tirana e l’Istituto Italiano di Cultura a Tirana.
2014. Conoscere, curare, mostrare / Të Njohësh, Ruash, Shfaqësh. Ricerche italiane per il patrimonio archeologico e monumentale dell’Albania / Kërkime italiane per trashëgimine arckeologjike dhe monumentale të shqipërise organizzata con Università di Chieti-Pescara d’intesa con Ambasciata di Italia a Tirana, Istituto Italiano di Cultura a Tirana, Ministero della Cultura albanese, Ministero dello Sviluppo Urbano e del Turismo, Epoka University, Museo di Storia Nazionale di Tirana, 25/2-1/3 2014.
2014. Curatela delle sezioni L’asse monumentale di Tirana. Il linguaggio della costruzione e L’Archeologia italiana in Albania dal 1924 al 1943. Un’anteprima, nell’ambito della mostra a cura di F. Pashako, M. Pessina, M. Petreschi, A. Skhreli, A. Vokshi, dal titolo Sulle tracce dell’Italia in Albania, dal 1925 ad oggi, inaugurata a Tirana il 13 dicembre 2014, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Albania e l’Istituto Italiano di Cultura a Tirana. Le sezioni sono state pubblicate nel Catalogo: Sulle tracce dell’Italia in Albania. Mostre sull’architettura italiana in Albania, dal 1925 ad oggi, Tirana 2014.
Missione Archeologica di Byllis (Albania)
La missione a conduzione congiunta italo-albanese si svolge sulla base di una convenzione con l’Istituto di Archeologia di Tirana e si avvale della collaborazione della Cattedra di Topografia dell’Università di Roma Sapienza. La missione iniziata nel 2014 e dal 2015 opera “Con riconoscimento del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale”. Il sito di Byllis è uno dei siti archeologici più rappresentativi dell’Albania; fondato ne IV a.C. ha una continuità di vita fino all’età bizantina; situato su un’altura si inserisce in una rete di centri fortificati che si sviluppano lungo la valle del fiume Vjosa; gli scavi di un’equipe albanese tra gli anni ’70 e’90 hanno riportato alla luce parte della città e soprattutto l’agorà monumentale a più livelli con teatro, stadio e altri edifici pubblici; in anni più recenti un’equipe franco-albanese si è concentrata sulla fase tardoantica della città, caratterizzata da basiliche con pavimenti musivi. La missione del Politecnico di concerto con l’Istituto di Archeologia ha dato l’avvio ad un progetto dal titolo Paesaggio archeologico e musealizzazione: progetto di studio e sistemazione d’area del sito di Byllis, per il quale si avvale anche della consulenza del prof. Nerita Ceka, eminente archeologo che ha a lungo studiato il sito e già Ambasciatore di Albania in Italia; finalità della nuova missione e del progetto è approfondire gli studi sull’architettura monumentale e sullo sviluppo urbano del sito ai fini di una più completa comprensione della storia della città antica e della realizzazione di un progetto di sistemazione d’area e di valorizzazione del sito che è Parco Archeologico dal 2006.
Il progetto e i primi risultati della ricerca sono stati presentati in pubblicazioni e convegni:
R. Belli Pasqua, Nuove ricerche per lo studio e la valorizzazione di Byllis (Albania), in C. D’Amato et al., 1st Workshop on the state of the art and challenges of research efforts at Politecnico di Bari. 1° Workshop sullo stato dell'arte delle ricerche nel Politecnico di Bari, Gangemi Editore, Bari, pp. 275-279.
R. Belli Pasqua, L.M. Caliò e A.M. Jaia, L. Perzhita, O. Ceka, P. Pushimaj, Exspedita kërkimore në Bylis 2014, in Iliria, 38, 2014, pp. 349-355.
Le mura di Byllis e la loro sistemazione nell’ambito del panorama poliorcetico dell’Epiro sono state presentate dal L.M. Caliò al convegno internazionale L’architettura greca durante il III secolo a.C. in occidente, tenutosi tra il 19 e il 21 maggio 2015 e curato da L.M. Caliò (Politecnico di Bari) e J. Des Courtils (Università Montagne di Bordeaux).
Il lavoro di rilevamento aereo sulla topografia del sito è stato presentato da R. Belli, L.M. Caliò e A. Jaia, L. Perzhita, O. Ceka, P. Pushimaj, con un poster dal titolo Progetto Byllis – Valle del Vjosa (Albania), nel 2° Convegno Internazionale di Archeologia Aerea. Dagli Aerostati ai Droni: le immagini aeree in Archeologia, Accademia Belgica, Roma, 3-5 febbraio 2016, organizzato da Università del Salento, Università di Gent, Università di Cassino e del Lazio Meridionale (www.archeologia-aerea.it).