Indagini sulla Resurrezione
La mostra, in quello che è stato definito lanno di Piero e in occasione della mostra di Forlì Piero della Francesca indagine su un mito, si propone un confronto iconografico sul tema della resurrezione, così profondamento legato allidentità stessa di Sansepolcro e magistralmente interpretato da Piero della Francesca nellopera definita la più bella pittura del Mondo, attualmente in corso di restauro.
Comunicato stampa
Realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e la Soprintendenza BEAP di Siena, Grosseto e Arezzo.
La mostra, in quello che è stato definito lanno di Piero e in occasione della mostra di Forlì Piero della Francesca indagine su un mito, si propone un confronto iconografico sul tema della resurrezione, così profondamento legato allidentità stessa di Sansepolcro e magistralmente interpretato da Piero della Francesca nellopera definita la più bella pittura del Mondo, attualmente in corso di restauro.
Opera iconograficamente obbligata, e nei suoi particolari non innovatrice. Così Eugenio Battisti, tra i maggiori studiosi dellopera di Piero della Francesca, definiva nel 1971 la Risurrezione di Sansepolcro. Peraltro lobbligo che stringerebbe Piero della Francesca allinterno di confortanti certezze rappresentative è tuttaltro che scontato. Se sembra dimostrato che il Sepolcro di Cristo rappresentasse già prima del sec. XV lemblema eponimo della cittadina, e nonostante gli evidenti riferimenti al precedente costituito dal Polittico di Niccolò di Segna, oggi in Cattedrale, la Risurrezione di Piero costituisce unopera affatto originale, e in qualche misura eccentrica rispetto a qualunque tradizione precedente.
Louis Réau, nel 1957, elencava le diverse posture assunte dal Risorto in altrettante varianti iconografiche: in sepulchro (in piedi, allinterno); con un piede sul bordo; in atto di scavalcare il bordo ; extra sepulchrum (in piedi, davanti al sepolcro); supra sepulchrum (in piedi sul coperchio).
Altri fattori, quali il paesaggio, o il ruolo delle guardie ai piedi del sepolcro, caratterizzano rappresentazioni con le quali la Resurrezione di Piero presenta indubbie assonanze, senza mai, peraltro, giungere a unadesione totale nei temi e nei motivi.
La mostra presenta, attraverso tre capolavori, le soluzioni iconografiche adottate tra Trecento e Cinquecento, per cercare di comprendere loriginalità della Resurrezione di Piero della Francesca e di agevolarne per quanto possibile- la lettura.
Saranno presenti in mostra le seguenti opere:
Pietro Lorenzetti, 1280/85-1348
Cristo Risorto
affresco staccato, Siena, Museo Diocesano (da San Francesco)
Giorgio Vasari (1511-1574)
Resurrezione
dipinto su tavola, Siena, Pinacoteca Nazionale (dalla coll. Bellanti, poi Ospedale di Santa Maria della Scala)
Marcantonio Aquili (doc. 1505-1521)
Polittico della Resurrezione
dipinto su tavola Rieti, Museo Civico (dallOratorio di S. Pietro Martire presso S. Domenico)
La mostra che si inaugura sabato- ha dichiaro lAssessore alla Cultura Chiara Andreini - rappresenta il risultato della importante collaborazione instaurata con Forlì in occasione della mostra dedicata proprio a Piero della Francesca. Noi abbiamo prestato la tavola della Madonna della Misericordia e in cambio siamo stati aiutati a realizzare questo confronto iconografico tra Artisti diversi sul tema della Resurrezione. Si tratta di un ulteriore opportunità per valorizzare anche il restauro in corso della Resurrezione di Piero della Francesca e per far comprendere loriginalità e la grandezza del nostro Artista. Arriveranno a Sansepolcro importanti opere in un confronto che sono sicura sarà di grande interesse e attrazione.
A conclusione poi della mostra di Forlì avremo a Sansepolcro la Madonna con Bambino della Collezione Alana, opera giovanile di Piero che sarà esposta accanto al Polittico della Misericordia allestito nella sua definitiva ricostruzione. Appuntamenti dunque importanti per valorizzare il nostro Museo e fare della città natale di Piero il perno del più vasto progetto di promozione e valorizzazione territoriale interregionale su cui stiamo lavorando da tempo, noto come Le terre di Piero