Franco Polizzi – Sul segno degli artisti #23
Dodici artisti presentati, nell’arco di un anno, con 12 lavori ciascuno e raccolti in un catalogo annuale. Lo zodiaco costituirà ciclicamente per 12 anni l’imprevedibile percorso di una lunga mostra sul segno astrale di 144 artisti prescelti, per un ammontare cabalistico di 1728 opere da esporre.
Comunicato stampa
L’ARTISTA FRANCO POLIZZI E’ IL PROTAGONISTA NUMERO 23 DELLA MOSTRA “SUL SEGNO DEGLI ARTISTI”. INAUGURAZIONE SABATO PROSSIMO 26 MARZO ALLA FONDAZIONE BUFALINO DI COMISO. L’INIZIATIVA PROMOSSA DA ARCHINET E FONDAZIONE DEGLI ARCHI E’ A CURA DI ELISA MANDARA’.
È Franco Polizzi il pittore protagonista dell’imminente mostra “Sul segno degli artisti #23”. L’esposizione è parte dell’ambiziosa rassegna, che vede protagonisti dodici artisti da presentare nell'arco di un anno con 12 lavori ciascuno. Alla fine dell'anno sarà pubblicato un catalogo edito dalla Salarchi Immagini, nel segno degli (astri) artisti prescelti, con 144 opere: esso costituirà ciclicamente per dodici anni il corpo ideale di una sinestesia simbolica da deporre nella collana editoriale “Sul segno degli artisti” in dodici volumi, per un ammontare cabalistico di 1728 opere d'arte esposte, prodotte da 144 artisti.
Sabato 26 marzo 2016, alle ore 19,30, organizzata da Archinet e dalla Fondazione degli Archi, presso la Sala Mostre della Fondazione Gesualdo Bufalino, per il ciclo degli autori del Toro, è la volta dell'artista Franco Polizzi. Il ventitreesimo appuntamento della rassegna “Sul segno degli artisti” è infatti dedicato al noto pittore siciliano. Saranno esposte dodici opere, come prescrive il progetto della kermesse. Come fa presente Elisa Mandarà, alla quale è affidata la cura critica della mostra, si tratta di «una distillata silloge di oli e pastelli, di ispirazione essenzialmente paesaggistica, ai quali si accompagna l’originale interpretazione della figura, in brani di lucida poesia e di intensa celebrazione della pittura».
Dal testo critico di Elisa Mandarà
«Che l’arte si collochi in una regione franca, mediana tra materia e spirito, sa bene Franco Polizzi. Il suo iter creativo, connotato nel tempo da una limpida e singolare coerenza, attesta ogni giorno che la pittura è primariamente se stessa, pennellata, colore, fisicità di relazione tra occhio, mano, corporeità del quadro. Comprova questa esaltazione dei valori pittorici, nel dettato di Polizzi, la predilezione che egli nutre nei confronti di artisti che, sia pure lontani dalla cifra polizziana, dal suo emporio tematico come dalle scelte di stile, perseguono una resa massima di quella che potremmo dire una pittura-pittura. Due per tutti, Richard Diebenkorn e Howard Hodgkin. Ma l’arte Polizzi ha abbracciato simultaneamente nella sua accezione classica, quale culto del bello, omaggio sublime quotidiano al vero naturale. Sono fogli di realtà, le opere di Polizzi, fragranti di una bellezza sensuale, che origina dalla visione dei luoghi cari, il mare di chiarità di Sampieri, il terrazzo che affaccia a San Marco, la campagna che lontana Distanze, fino a perdersi nell’infinito lirico. Spazi, questi, sottilmente indagati o liberamente restituiti, nel paradosso del disfacimento della figura formata – qui uno dei tratti peculiari del virtuosismo polizziano, in dialogo libero con Bonnard – tra i quali domina, quale collante emozionale, la commossa partecipazione panica alle epifanie più smaglianti del creato. Questa immersione totale nel vero non è peraltro diretta: un filtro essenziale di intelligenza compositiva e di cultura figurativa s’interpone tra l’immagine retinica, sostanziata delle percezioni visive, i moti del cuore e l’invenzione che l’arte esige perché sia tale».
Elisa Mandarà
Franco Polizzi, biografia sintetica
Franco Polizzi nasce nel 1954 a Scicli. Immediata la vocazione alla pittura, come attesta il cursus degli studi: Scuola d’Arte a Siracusa, quindi Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove è allievo di Carmelo Zotti ed Edmondo Bacci, e dove si laurea, ottenendo, come borsa di studio, la sua prima esposizione rilevante, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa. Per Polizzi inizia un intenso percorso espositivo, la cui prima tappa significativa è la X Quadriennale d’Arte di Roma, nel 1975. Nel ‘78 torna a Scicli. È in questo periodo che Polizzi intreccia un sodalizio importante con alcuni degli artisti iblei più significativi, Alvarez, Candiano, Guccione, Sarnari, coi quali costituirà il nucleo storico del Gruppo di Scicli.
Tra l’84 e il 2000 il pittore stabilisce il suo studio a Roma. Ininterrotto il cursus espositivo, durante il quale sigla un accordo professionale con la galleria romana “Il Gabbiano” – sempre notevoli sono le gallerie che, nel tempo, ospitano le diverse collezioni dell’artista, tra le quali citiamo Forni (Bologna), Bergamini (Milano), Basile e Galleria 61 (Palermo), Il Sagittario (Messina), Il Cenacolo (Piacenza), Il Tempietto (Brindisi), Casa dei Carraresi (Treviso)– ed entro il quale in sintesi citiamo, tra le mostre internazionali, Franco Polizzi, One man show, Art Exposition Chicago, Fiac di Parigi e Basilea, e, tra le innumerevoli italiane, la X Quadriennale d’Arte di Roma, la XXXI Biennale di Milano, l’Antologica del ’96, a Treviso, presso Casa dei Carraresi, curata da Marco Goldin, Elogio del pastello, presso Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Treviso), la XIII Quadriennale d’Arte di Roma, quando l’opera Torretta degli Iblei è acquistata dalla Camera dei Deputati, Per Amore, presso Palazzo Sarcinelli a Conegliano.
Nel 2002 La rupe di Scicli è collocata a Palazzo Spadaro di Scicli, per commissione del Comune, e nel 2003 l’opera Luce dentro guadagna le pareti del Senato. Tra le ulteriori esposizioni: Sette artisti del Gruppo di Scicli per il Senato, ospitata dai Musei di San Salvatore in Lauro, a Roma, e Il Gruppo di Scicli. Sicilia, presso la Galleria d’Arte Moderna “Le Ciminiere” di Catania, Trittico disegnato da Goldin per il Piccolo Miglio in Castello, a Brescia, Il Salone di Maggio 2006 – Segnali di Primavera, Complesso del Vittoriano, Roma, Arte Italiana 1968 – 2007, Palazzo Reale di Milano, curata da Vittorio Sgarbi, Pittura d’Italia. Paesaggi veri e dell’anima, a cura di Goldin, Castel Sismondo Rimini, la 54ª Biennale di Venezia, curata da Sgarbi. Del 2012 sono Viaggio in Sicilia / 5, Casa Planeta, Menfi, e Il Gruppo di Scicli, Contemporary Painters and Sculptors From Southern Sicily, Bernarducci. Meisel. Gallery, New York. Della primavera del 2013 è la corposa personale Polizzi. I giorni e le opere, affidata alle cure di Elisa Mandarà, al Museo della Cattedrale di Ragusa, presso Palazzo Garofalo.
Del 2014 è la partecipazione alle collettive Attorno a Vermeer (Bologna, Palazzo Fava), curata da Goldin, e ‘U Liotru, la leggenda di Eliodoro (Catania, Catania Art Gallery), a cura di Arnaldo Romani Brizzi, Artisti di Sicilia (mostra itinerante, che abbraccia anche il 2015), a cura di Sgarbi. Dello stesso anno le personali Pagine di luce (Palermo, Galleria Ellearte) e Intorno al paesaggio (Scicli, Caffè Letterario V. Brancati, entrambe a cura di E. Mandarà.
IL 2015 ha visto Franco Polizzi impegnato in due imponenti esposizioni, insieme al Gruppo di Scicli, Colore per la terra. A Piero, per il suo ottantesimo maggio, a Ragusa, a Palazzo Garofalo, evento collaterale a Milano Expo 2015, e Ibleide, terra e luce. Trentacinque anni del Gruppo di Scicli, a Palazzo Reale di Palermo, mostre curate da Elisa Mandarà.
Ricca la bibliografia critica, sostanziata delle voci di Lucio Barbera, Stefano Crespi, Marco Di Capua, Stefano Fugazza, Guido Giuffrè, Marco Goldin, Domenico Guzzi, Elisa Mandarà, Celide Masini, Paolo Nifosì, Giorgio Soavi, Claudio Strinati, Antonello e Duccio Trombadori, Lorenzo Trucchi, Vittorio Sgarbi, Enzo Siciliano, Marco Vallora, Arnaldo Romani Brizzi.
Franco Polizzi vive e lavora nella campagna di Scicli.