Leo Matiz – Frida Kahlo
©Eva Alejandra Matiz and “The Leo Matiz Foundation”. Mantova Outlet Village in collaborazione con ONO Arte Contemporanea e la Fondazione Leo Matiz presenta Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz, una mostra fotografica del fotografo colombiano Leo Matiz che, con il suo obiettivo, è riuscito a penetrare – al di là delle apparenze -, un’immagine tanto vivida quanto reale dell’artista messicana.
Comunicato stampa
©Eva Alejandra Matiz and “The Leo Matiz Foundation”
Mantova Outlet Village in collaborazione con ONO Arte Contemporanea e la Fondazione Leo Matiz presenta Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz, una mostra fotografica del fotografo colombiano Leo Matiz che, con il suo obiettivo, è riuscito a penetrare - al di là delle apparenze -, un’immagine tanto vivida quanto reale dell’artista messicana.
L’esposizione è curata da ONO arte contemporanea e la Fondazione Leo Matiz e presentata da Daniela Sogliani del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te.
Quando Frida e Diego si incontrano è il 1922. Rivera, pittore già noto in Messico, stava dipingendo un importante murale nell’anfiteatro della Scuola preparatoria che Frida frequentava all’epoca. Ancora lontana dall’incidente che le avrebbe cambiato per sempre la vita, Frida era una ragazza fiera, decisa e emancipata.
A quel tempo l’arte rappresenta per lei solo un divertissment, un gioco che la impegna nei ritagli di tempo dallo studio. Le cose cambiano però il 17 settembre 1925: mentre sta rientrando a casa da scuola, l’autobus su cui viaggia insieme al fidanzato Alejandro, viene travolto da un tram. La spina dorsale le si frattura in diversi punti così come la gamba sinistra e le costole, e il suo corpo viene lacerato da un’asta metallica che le lascerà delle ferite indelebili, sia esteriori che interiori. “Non sono morta e, per di più, ho qualcosa per cui vivere; questo qualcosa è la pittura”. Queste le parole che Frida pronuncia alla madre non appena la incontra dopo l’incidente. Da questo momento l’arte diventa per lei valvola di sfogo e occupazione privilegiata. Grazie a uno specchio appeso sul letto a baldacchino e un apposito dispositivo su cui appendere una tavola di legno per dipingere, la sua immagine, diventa il soggetto preferito dei suoi ritratti – “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio” -. Dopo tre anni, la sua vita torna quasi alla normalità, e nel 1928 incontra nuovamente Rivera. L’amore scoppia, passionale e travolgente, la loro arte si contamina ed evolve. Nell’agosto dello stesso anno si sposano, e dopo qualche tempo si trasferiscono negli Stati Uniti, dove consolidano la loro fama ma anche l’avversione di una parte dell’opinione pubblica che definisce i murali che Rivera realizza per il Detroit Institute of Art “uno spietato inganno ordito ai danni degli stessi capitalisti che li hanno commissionati”. Tornati in Messico, Frida diventa sempre più prolifica e conosciuta, tanto che Breton, il padre del surrealismo, le propone una mostra a Parigi. Siamo ormai nel 1941: per Frida è un anno di cambiamento. Nonostante la dolorosa perdita del padre, raggiunge un’indipendenza sentimentale ed economica che le permettono di “maturare una piena fiducia in se stessa” e di diventare un’artista a tuttotondo che rischia di mettere in ombra, con la sua arte e la sua storia, il genio Rivera. Le immagini di Leo Matiz - fotoreporter colombiano nato nella magica Macondo di Gabriel Garcia Marquez -, raccontano di questa consapevolezza, ma raccontano anche la storia di un Messico assolato e lontano, fatto di rivoluzione e guerra, e al contempo di gioia e speranza, del quale Diego ne dipinge la “bellezza umile” e Frida “l’equivalente interiore”. Le foto in mostra, si soffermano soprattutto
sull’immagine di Frida, immortalata nel suo quartiere natale di Coyoacan a Città del Messico, della quale Matiz ce ne restituisce un ritratto intimo ripreso da un punto di vista privilegiato, ossia quello dell’amicizia che per anni li ha legati.
Mantova Outlet Village, inaugurato nel 2003, attualmente conta oltre 110 punti vendita dei brand di moda più famosi. Di proprietà del Gruppo Blackstone e gestito da Multi Outlet Management Italy Srl, rappresenta insieme a Franciacorta, Valdichiana, Palmanova e Molfetta Outlet Village, uno dei principali Network italiani del settore.
È meta ambita di un importante numero di visitatori (3.000.000/anno) e turisti - vista la vicinanza con il Lago di Garda e la città di Verona, oltre che al posizionamento strategico sull’A22, uscita di Mantova Sud.
L’Outlet, che nasce per essere una realtà commerciale, si caratterizza ed è noto sul mercato, come struttura promotrice e attiva nell’organizzare al suo interno grandi eventi di carattere artistico (mostre d’arte), culturale (rassegne cinematografiche e incontri letterari con autori di spicco), musicale (grandi concerti, opere liriche, circo contemporaneo) e molti altri. L’influenza e la collaborazione con la città di Mantova, famosa per i grandi Festival, oltre che per il patrimonio culturale (quest’anno ha ricevuto al nomina di Capitale Italiana della Cultura 2016) hanno sicuramente promosso lo sviluppo di queste caratteristiche da parte dell’Outlet.
La scelta di ospitare una grande mostra dedicata a Frida Kahlo non è quindi casuale. La grande artista rappresenta i due mondi che più si avvicinano all’Outlet di Mantova: la moda e l’arte, ambiti che come spesso capita, si nutrono di contaminazioni reciproche.
Molti stilisti di fama internazionale, come Alberta Ferretti, Valentino, Moschino, Miu Miu - solo per citarne alcuni -, hanno infatti dedicato all’artista messicana pezzi importanti delle loro collezioni, traendo spunto dal suo stile e dalla sua arte. Inoltre, le due importanti mostre a lei dedicate nel 2014 al Palazzo Ducale di Genova e alle Scuderie del Quirinale di Roma, hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale per risvegliare l’interesse del pubblico nei confronti di uno dei personaggi artistici più talentuosi e interessanti dell’epoca.