Aldo Rossi – La finestra del poeta

Informazioni Evento

Luogo
GAMEC - GALLERIA D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via San Tomaso 53 24121 , Bergamo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-domenica: ore 10:00-19:00 / giovedì: ore 10:00-22:00 / lunedì chiuso

Vernissage
05/04/2016

ore 19

Biglietti

Ingresso (valido per tutte le mostre in corso) Intero: € 6,00 / Ridotto: € 4,00

Artisti
Aldo Rossi
Curatori
Ton Quik
Generi
personale, disegno e grafica

Alla GAMeC l’unica tappa italiana di un progetto itinerante già ospitato al Bonnefantenmuseum di Maastricht e ad Archizoom, École politechnique fédérale di Losanna.

Comunicato stampa

Dal 6 aprile al 24 luglio 2016, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di ospitare la mostra Aldo Rossi. La finestra del poeta – Opera Grafica 1973-1997, che raccoglie l’insieme dell’opera grafica del celebre architetto-designer milanese (1931-1997).

Realizzata dal Bonnefantenmuseum di Maastricht in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi di Milano in occasione del ventennale dell’apertura della nuova sede del Bonnefantenmuseum, costruito da Rossi dal 1990 al 1995, la mostra è parte di un progetto itinerante che coinvolge tre sedi: oltre al museo olandese (26 giugno – 15 novembre 2015), Archizoom, spazio espositivo dell’École politechnique fédérale de Lausanne (29 febbraio – 24 marzo 2016) e la GAMeC di Bergamo.

La mostra, a cura di Ton Quik, accoglie 100 stampe dell'architetto e artista italiano – provenienti dalla collezione del Bonnefantenmuseum e da collezioni private – accanto a 40 dipinti e disegni, e alcuni bozzetti e lastre utilizzate per la produzione delle opere.

L’excursus cronologico-tematico si apre con le stampe degli anni Settanta, acqueforti in bianco e nero in cui si fondono studi analitici – come ne Il grande cimitero di Modena, Le due città o nelle diverse Composizioni urbane – e oggetti d’affezione, come ad esempio ne L’architettura domestica, dove tra le architetture compaiono i primi studi delle caffettiere che Rossi disegnerà per Alessi negli anni seguenti. Tra le stampe degli anni Ottanta, studi architettonici, come The Lighthouse, le sperimentazioni sul tema del frammento – anche nel progetto intitolato Fragments – accanto a due famosi lavori analogici di Rossi: Il Teatro del Mondo, soggetto di cinque stampe che spaziano tra rappresentazioni tecniche e “mentali”, e La città analoga, che è stato oggetto di studio per un progetto multimediale di Dario Rodighiero, collaboratore scientifico dell’École politechnique fédérale di Losanna.
Infine, le opere degli anni Novanta, che presentano temi e soggetti diversi, anche non strettamente legati all’architettura – come Il caffè del Mattino, prima stampa di una scena domestica – accanto a capricci compositivi come Geometrie Romane e Il pesce d’oro, l’ultima che Rossi avrebbe visto finita.

In alcuni casi le opere grafiche sono affiancate dai relativi bozzetti, ma anche dalle lastre di produzione e da varianti dello stesso soggetto. In questo modo, la mostra offre ai visitatori riferimenti sul processo di lavorazione di Rossi, nonché un'introduzione al suo pensiero “analogico”. Le sue stampe mettono in luce un'affascinante relazione tra pezzi unici e multipli, legati concettualmente alla sua idea di architettura come modus operandi, in cui il processo è importante almeno quanto il prodotto.

I diversi soggetti presentati in mostra sono collegati tra loro dall’abilità di Rossi di utilizzare molteplici tecniche di stampa. Rossi non era un purista della grafica, ma era continuamente alla ricerca di nuove possibilità offerte dalle diverse tecniche in uso e infatti la sua Opera Grafica copre l’intera gamma delle tecniche grafiche del XX secolo: incisioni, acquetinte, xilografie, litografie, serigrafie e offset.

La produzione di Rossi è la dimostrazione di una reazione non convenzionale ad impulsi interni, quali la riflessione personale e la sperimentazione tecnica, ed esterni, tra cui le relazioni con amici e collaboratori. Rossi riuscì a fondere gli aspetti professionali della rappresentazione architettonica con il suo immaginario poetico e personale, e le sue stampe offrono uno sguardo individuale sul mondo dell'architetto: quella finestra del poeta che dà il titolo alla mostra e che rappresentava uno dei soggetti da lui preferiti.

La mostra è la parte conclusiva di un progetto più ampio nato dalla collaborazione tra il Bonnefantenmuseum e la Fondazione Aldo Rossi, con lo scopo di studiare i soggetti e le tecniche delle stampe di Rossi, anche indagando nel dettaglio il contesto storico e le ragioni che lo hanno spinto a scegliere questo mezzo espressivo. Un’analisi che ha portato le due istituzioni a ricercare i legami tra le opere in serie Rossi e i suoi disegni, attraverso un’accurata ricerca in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, l’Archivio del Moderno di Mendrisio, la Van Eyck Academy di Maastricht e l’École politechnique fédérale di Losanna.

La pubblicazione

La collezione quasi completa delle opere grafiche di Aldo Rossi, acquisita nel 2011 dal Bonnefantenmuseum, è stata analizzata e documentata attraverso un progetto di studio internazionale.
Il volume che accompagna la mostra, Aldo Rossi. Opera Grafica. Incisioni, litografie, serigrafie, restituisce gli esiti di questa indagine scientifica e fornisce la prima panoramica dettagliata ed esaustiva dell’Opera Grafica dell’artista.

Edito e distribuito da Silvana Editoriale, contiene quattro testi critici e un’approfondita analisi della produzione grafica di Aldo Rossi, accanto alla biografia dell’artista e ai riferimenti bibliografici.
Include testi di: Germano Celant, Kurt W. Forster, Stijn Huijts, Ingrid Kentgens, Beatrice Lampariello, Ton Quik, Chiara Spangaro, Sandra Suatoni.

Biografia
Aldo Rossi (1931-1997) compie la sua prima formazione negli anni Cinquanta presso il Politecnico di Milano. Assistente negli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, insegna con Ludovico Quaroni presso la Scuola urbanistica di Arezzo e con Carlo Aymonino allo IUAV di Venezia; professore incaricato al Politecnico di Milano nel 1959, vince la cattedra di caratteri degli edifici nel 1970, quando comincia a collaborare anche con diverse università americane tra cui la Cooper Union University, l’Institute for Architecture and Urban Studies, Harvard e Yale University.
L’attività progettuale si divide tra edilizia privata e pubblica. Si ricordano tra i primi progetti realizzati: l’ampliamento della scuola De Amicis di Broni (1970), un’unità residenziale al quartiere Gallaratese di Milano (1973), il Cimitero di San Cataldo di Modena (1978) e la scuola elementare di Fagnano Olona (1976). Successivamente: gli edifici pubblici di Fontivegge-Perugia e Borgoricco (1989), la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova (1989), l’ampliamento dell’aeroporto di Milano-Linate (1993), fino al progetto per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Contemporaneamente la sua notorietà si afferma oltre i confini nazionali con realizzazioni quali l’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino (1981), l’Hotel “Il Palazzo” di Fukuoka (1989) e a Maastricht il Bonnefanten Museum (1994).
L’attività di storico e teorico dell’architettura comprende, oltre alle collaborazioni con riviste quali “Casabella Continuità”, “Società” e “Il Contemporaneo”, la pubblicazione di Architettura della città (1966) e di A Scientific Autobiography (1984), oltre al film Ornamento e delitto e alla direzione della sezione internazionale di architettura alla Triennale di Milano (1973) e della sezione architettura della Biennale di Venezia del 1983.
Architetto e studioso, nominato Accademico di San Luca nel 1979, insignito del Pritzker Prize 1990 e della 1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture, Aldo Rossi è noto anche per la sua attività di designer – Alessi, Artemide, Longoni, Molteni, Unifor – e artista, dal Teatro del Mondo presentato alla Biennale di Venezia del 1979, al Monumento a Sandro Pertini (Milano, 1990), passando per l’opera pittorica e grafica, da sempre legata alla sua attività progettuale.