Unfinished Culture #1
La Fondazione Brodbeck di Catania è lieta di annunciare il suo format espositivo dal titolo Unfinished Culture.
Comunicato stampa
UNFINISHED CULTURE #1
a cura di Giovanni Iovane
Federico Baronello
Indigenation
Mauro Cappotto
Makes, Remakes and Unmakes
Inaugurazione 10 Aprile, 2016 - h 11
Comunicato Stampa
La Fondazione Brodbeck di Catania è lieta di annunciare il suo format espositivo dal titolo Unfinished Culture.
UNFINISHED CULTURE è un progetto che presenterà la collaborazione tra la fondazione e istituzioni regionali, nazionali e internazionali.
Il 2016 sarà l'anno-pilota di questo progetto che mira a ridefinire l’idea di identità, territorio e di quella rete complessa che concretamente e realmente allinea in maniera orizzontale la scena internazionale dell'arte contemporanea, del pensiero critico, geopolitico e sociale.
Questo primo anno includerà una serie di piattaforme pubbliche come parte di articolate relazioni da condurre a lungo termine.
Il 10 Aprile il primo appuntamento del format Unifinished Culture prevede due mostre personali, negli spazi della Fondazione, dedicate a due artisti, che pur nelle ovvie differenze, legati al processo concettuale della documentazione come pratica espositiva.
Indigenation è un progetto espositivo di Federico Baronello che vuol contribuire ad una riflessione ampia sul fenomeno globale delle migrazioni di massa, anche interagendo con esponenti di altri ambiti e discipline.
La mostra presso la Fondazione Brodbeck documenta una ricerca fotografica, che va dal 2004 al 2014, che interroga il paesaggio della Sicilia come elemento di un preciso contesto geopolitico, spogliato di qualsiasi atavismo culturale. L’isola è, quindi, lo snodo fondamentale per il traffico di materie prime e di esseri umani e per il controllo tecnologico e strategico della macroregione mediterranea.
Elemento centrale del progetto espositivo di Baronello è una mappatura fotografica del paesaggio siciliano e delle aree più interessate al fenomeno: Lampedusa, Portopalo, Vittoria, Mineo, il mare e l’Africa – di fronte, utili suggestioni per riflettere sul significato di “cittadinanza” nell’era della globalizzazione.
Makes, Remakes and Unmakes è invece il titolo (preso a prestito da Gilles Deleuze) della mostra personale di Mauro Cappotto.
Punto di partenza di questa mostra, che unisce documentazione a ricostruzione della propria esperienza artistica, è la ricerca che Cappotto negli anni dal 1984 al 1986 ha realizzato a Berlino. Punto di vista privilegiato dell’artista sono gli osservatori di legno che da Berlino Ovest consentivano di “osservare” al di là del muro.
Punto nodale della mostra è una sorta di orizzonte composto da 80 resine, lungo circa diciotto metri, che restituisce ciò che è stato fatto, rifatto…e ciò che non lo è ancora.
Il primo contributo previsto, all’interno della programmazione della mostra Indigenation, è l’incontro con lo studioso di diritto comparato Gianluca Parolin, professore associato presso la Aga Khan University di Londra, organizzato dalla prof. Pinella Di Gregorio nell’ambito del corso su “Geopolitica del Mediterraneo: conflitti, politiche, migrazioni” presso la Scuola Superiore dell’Università di Catania, con la partecipazione di Giovanni Iovane, critico d’arte e Preside del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell'Arte all’Accademia di Brera – Milano.
Biografie
Federico Baronello (Catania, 1968) è un artista documentario il cui principale interesse verte sulle implicazioni socio-politiche inerenti alla costruzione dell’immagine. Dal 1999 è membro di *Candy Factory, collettivo artistico internazionale con base in Giappone. I suoi lavori sono stati esposti in importanti istituzioni pubbliche e private come il Bucerius Kunst Forum, Amburgo; la Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco di Baviera; Zentrum für Kunst und Urbanistik, Berlino; nGbK, Berlino; Auditorium Arte, Roma; Fondazione Morra, Napoli; Museo Riso, Palermo; Fondazione Brodbeck, Catania; The Private Museum, Singapore; Kitakyushu Biennial; Yokohama Triennal.
Mauro Cappotto (Messina,1965) Inizialmente è attratto da molteplici forme di comunicazione visiva: rapporto materia-oggetto, scrittura e gesti collegati. Quindi, l’uso sempre più spinto di forme espressive e materiali non convenzionali, modifica il suo atteggiamento che diviene più attento alle istanze suggerite dalla quotidianità, riflettendo sul ruolo dell’arte all’interno di una comunità contemporanea. Nel 1992 si trasferisce a Ficarra, dove fonda e dirige Il centro letterario Lucio Piccolo e la “stanza della seta”, un laboratorio permanente dove sperimenta le relazioni tra società, arte e periferia. Oggi dirige un programma di residenze grazie al quale gli operatori invitati si confrontano con il tessuto ricco di storia e di cultura del piccolo paese nebroideo.
Nel 2015 è direttore artistico del progetto “Ficarra_ Contemporary Divan”.
Gianluca Parolin
Gianluca Parolin è uno studioso di diritto comparato e professore associato all'Institute for the Study of Muslim Civilisations della Aga Khan University di Londra. In precedenza ha lavorato come ricercatore presso il Dipartimento di Diritto alla American University del Cairo e presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino, la sua alma mater. Inoltre, nel corso degli ultimi anni, Parolin ha lavorato a New York, Roma, Tokyo, Trento e Zurigo. La sua monografia "Dimensioni dell’appartenenza e cittadinanza nel mondo arabo" (Jovene editore, Napoli 2007) è stata tradotta e pubblicata in inglese con il titolo "Citizenship in the Arab World" (IMISCOE Research Series, Amsterdam University Press, 2009).
Pinella Di Gregorio
Pinella Di Gregorio è professore ordinario in Storia contemporanea ed è delegata del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali presso il collegio della Scuola Superiore dell’Università degli Studi di Catania. Tra le pubblicazioni più importanti: "Frontiere. L’impero britannico e la costruzione del Medio Oriente contemporaneo", Carocci editore, Roma 2012; "Oro Nero d’Oriente. Arabi, petrolio e imperi tra le due guerre mondiali", Donzelli Editore, Roma 2006. Recentemente, la sua ricerca dal titolo Italian Futurism, a Narrative of the Joyful War è stata presentata alla Conferenza Internazionale “Narratives of War” organizzata dallo Huizinga Institute di Amsterdam.
Giovanni Iovane
Curatore indipendente e docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, ha collaborato con riviste di arte quali Manifesta Journal, Flash Art, Artefactum, Tema Celeste e vanta pubblicazioni su rinomati artisti tra i quali Michelangelo Pistoletto, Jan Vercruysse, Mario Merz, Sol LeWitt. Giovanni Iovane è stato guest curator alla Lenbachhaus di Monaco, al Museo Cantonale d’Arte e al Museo d’Arte di Lugano, presso la Fondation de l’Hermitage di Lausanne e presso Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia a Palermo. Tra le sue ultime mostre curate ricordiamo “ Fenêtre, de la Renaissance è nos jours”, Fondation de l’Hermitage, Lausanne; “Negative Capability-Paintings”, Bologna; “Anselmo- Kounellis”, Riso, Museo d’arte contemporanea della Sicilia; “Brera in Contemporaneo: Fabro, Garutti, Kounellis, Paolini” (co-curatore), Pinacoteca di Brera, Milano.