Museo chiama Artista – Yuri Ancarani
L’artista presenta nelle sale del primo piano della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro l’opera Bora, nata nel 2011 come progetto in divenire che si basa sull’interazione tra arti visive e musica.
Comunicato stampa
MUSEO CHIAMA ARTISTA
Yuri Ancarani
Bora, 2015
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Prosegue nella collaborazione tra MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane e AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanei Italiani, il progetto Museo chiama Artista - a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce - sviluppato negli anni con l’intento di promuovere e valorizzare la rete museale italiana attraverso la commissione a giovani artisti di nuove opere che verranno successivamente esposte nei musei associati AMACI, contribuendo così a rafforzare la creazione e la fruizione di un patrimonio culturale contemporaneo.
Per la terza edizione dell’iniziativa i Direttori dei musei AMACI hanno scelto di commissionare la realizzazione di una nuova opera a Yuri Ancarani, artista che negli ultimi anni ha raccolto un crescente consenso in Italia e all’estero, dalle mostre in prestigiose istituzioni quali l’Hammer Museum di Los Angeles, il Palais de Tokyo di Parigi, il Mart di Rovereto o il Solomon Guggenheim Museum di New York, sino alla partecipazione alla 55° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il Palazzo Enciclopedico, a cura di Massimiliano Gioni. Ancarani è un videoartista e film-maker le cui opere nascono da una continua commistione fra cinema documentario e arte contemporanea, risultato di una ricerca tesa a esplorare regioni poco visibili del quotidiano, forse i limiti stessi del visibile, in una continua sfida personale in cui l’artista si immerge in prima persona.
L’artista presenta nelle sale del primo piano della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro l’opera Bora, nata nel 2011 come progetto in divenire che si basa sull’interazione tra arti visive e musica.
L’artista registra i suoni della natura in Val Rosandra, una riserva naturale nel Carso triestino tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, agitata dalla bora, un vento che soffia a 140 chilometri orari scuotendo e modellando quella natura rigida ed essenziale che egli riprende con un’attenzione compositiva che rimanda ai dipinti di Caspar David Friederich e all’estetica romantica del sublime, convogliandoli nello schermo di un televisore Brionvega.
Il diffusore dell’apparecchio televisivo trasmette il suono delle folate, a cui si sommano le immagini che riportano la forza del vento, imprigionato e reso manifesto mentre scuote le fronde degli alberi e increspa la superficie dei fiumi.
Ricordano i curatori in catalogo: «Avvicinandosi il suono della bora viene percepito come violento e potente ma appena ci si allontana sembra di ascoltare un suono quieto e rassicurante, simile a quello del mare».
L’opera di Yuri Ancarani sarà ospitata a Ca’ Pesaro, in dialogo con la collezione permanente, dal 15 aprile al 1 maggio 2016.
La tappa veneziana segue la presentazione presso il Museo del Novecento di Milano e anticipa la successiva esposizione nelle sale del MAMbo di Bologna.
La mostra è accompagnato dalla pubblicazione di un catalogo interamente dedicato al progetto, edito da Libri Aparte, con testi di Federica Galloni, Gianfranco Maraniello, Ludovico Pratesi, Marianna Liosi e una conversazione tra Angela Tecce e l’artista.