Daniele Carpi
Prima stagione inaugura con L’imperatore era un vecchio, progetto di Daniele Carpi (nato nel 1976, vive a Como) nel quale l’opera,
parzialmente ispirata al romanzo La marcia di Radetzky di Joseph Roth e al saggio Homo Sacer di Giorgio Agamben, racconta la provvisorietà delle norme definite dalla civiltà degli uomini rispetto alla naturale rigenerazione della vita.
Comunicato stampa
Edicola Radetzky, affidata a Progetto Città Ideale per quattro anni tramite bando indetto dal Comune di Milano - Consiglio di Zona 6, è stata portata a nuova vita attraverso un restauro conservativo, per essere utilizzata come spazio espositivo per l’arte contemporanea, visibile 24 ore su 24.
Con la direzione artistica di Andrea Lacarpia, il primo anno di programmazione prevede una serie di esposizioni dedicate alla rappresentazione dell'altrove, riunite nel titolo Prima stagione, con gli artisti Daniele Carpi, Vincenzo Simone, Giovanni De Francesco, Jacopo Candotti, Devis Venturelli.
La prima mostra all'interno di Edicola Radetzky inaugurerà sabato 23 aprile alle ore 18.30 con l'installazione di Daniele Carpi.
Nel mese di luglio 2016 Edicola Radetzky ospiterà un'installazione legata alla mostra CUBA. TATUARE LA STORIA in programma al PAC di Milano dal 5 luglio al 12 settembre.
Prima stagione inaugura con L’imperatore era un vecchio, progetto di Daniele Carpi (nato nel 1976, vive a Como) nel quale l’opera,
parzialmente ispirata al romanzo La marcia di Radetzky di Joseph Roth e al saggio Homo Sacer di Giorgio Agamben, racconta la provvisorietà delle norme definite dalla civiltà degli uomini rispetto alla naturale rigenerazione della vita.
All’interno di Edicola Radetzky, un busto che ritrae l’imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo, metafora del potere in un particolare
momento storico, viene assorbito dall'organica vitalità della selva attraverso l'azione di muschi e piante, che ne modificano l’aspetto fiero ed autoritario e trasformano l'interno dell'Edicola in un'improvvisa ed esotica apparizione satura di vegetazione, un'interruzione della continuità dello scenario urbano che apre riflessioni sulla ciclicità dei processi biologici e culturali.