Gabriele Basilico – Persepoli
Ancora una volta un “Basilico prima di Basilico”, capace tuttavia di cogliere e tramandare il fascino di un’antica città.
Comunicato stampa
Nel 1970, verso la fine di un viaggio in auto
di quasi diecimila chilometri, Gabriele
Basilico e alcuni amici arrivano a Persepoli.
Arrivano di notte, dormono in auto e il
mattino seguente si trovano davanti a uno
dei più straordinari siti archeologici che
abbiano mai visto e che Terence Ward, nel suo
libro “Alla ricerca di Hassan” così descrive:
“Gigantesche pietre tagliate a mano
rivaleggiavano con l’opera dei maestri
costruttori Inca. Dove Epidauro evoca poesia,
Persepoli è audacia, un ardimentoso rito di
levitazione volto a elevare l’uomo sulla natura”.
Basilico è ancora studente di architettura e
nel viaggio attraverso Jugoslavia, Turchia,
Iran, ha realizzato immagini che raccontano
prevalentemente gli incontri, la gente, e solo in
modo marginale le architetture. A Persepoli,
che si sta preparando per festeggiare i 2500
anni di esistenza del regno persiano, fervono i
lavori, diretti da un gruppo di studiosi italiani
che fanno capo all’ISMEO. Basilico e i suoi
amici vengono accolti con grande ospitalità e
possono assistere alle prove di uno straordinario
spettacolo di son et lumière. Le sue fotografie
di Persepoli raccontano l’emozione di fronte a
costruzioni che conservano intatte l’evolversi
della storia ma indagano anche la struttura
architettonica della città, la relazione fra le
vestigia dei diversi edifici. Ancora una volta un
“Basilico prima di Basilico”, capace tuttavia di
Gabriele Basilico
cogliere e tramandare il fascino di un’antica città.