Lucio Braglia – SS9
Nell’ambito delle manifestazioni legate a Fotografia Europea che per l’edizione 2016 propone il tema La Via Emilia. Strade, viaggi, confini, sarà allestita presso lo SPAZIO ART É di Reggio Emilia, la mostra personale di Lucio Braglia SS9.
Comunicato stampa
Nell’ambito delle manifestazioni legate a Fotografia Europea che per l’edizione 2016 propone il tema La Via Emilia. Strade, viaggi, confini, da domenica 8 maggio a domenica 12 giugno, sarà allestita presso lo SPAZIO ART É di Reggio Emilia, la mostra personale di Lucio Braglia SS9.
Lucio Braglia non è incline ad imbrigliare il proprio lavoro dentro ai confini di un titolo e dunque semplicemente SS9 è la sigla che lega le 20 opere recenti di questa mostra personale, opere nelle quali Braglia pone al centro della sua ricerca un diverso coinvolgimento sensoriale che vada oltre il senso della vista per sfiorare in particolare quello della tattilità.
La sua ultima ricerca è rappresentativa di quanto negli ultimi tre decenni siano cambiati tanto il mondo quanto i modi di rappresentare il soggetto, in questo caso, la strada “al mutare della pratica e della teoria fotografica ha corrisposto una mutazione del linguaggio attraverso il quale si esprime oggi chiunque utilizzi uno strumento fotografico.
Le “strade” sono dunque anche quelle della fotografia, i suoi confini, le sue frontiere e i suoi transiti, nella consapevolezza che i processi di globalizzazione e digitalizzazione stanno cambiando non solo la nostra capacità di osservare il mondo ma anche la sua rappresentazione”.
Nelle opere di Braglia lo scatto fotografico è il punto di partenza, lo si immagina aggirarsi furtivo lungo il tracciato di Lepido a “caccia” di immagini, di dettagli che ai più sfuggono, di particolari, che poi depositerà con cura nella sua dispensa come fossero preziosi “ingredienti” da miscelare sapientemente per non alterarne il gusto. Grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, le insegne, i cippi, i semafori, i cartelli stradali e gli altri elementi consueti e quotidiani, sono oggetti di una decontestualizzazione e danno vita ad un’immagine “altra” che però non è ancora il punto d’arrivo, ma il pretesto per un’operazione linguistica di effetto plastico che stimola a toccare ed interagire. Il risultato non è più solo una fotografia, ma un’opera meticcia, un cross over, un linguaggio composto. In tutte le opere della serie SS9 regna sovrano un senso di spaesamento, la sensazione di trovarsi all’interno di un “non luogo” dove il bianco inghiotte ogni cosa e il silenzio rimbomba in modo assordante. Lo scatto, scomposto dall’autore in quattro frammenti conferisce un senso di instabilità e di ordine insieme. Entra dunque in gioco per Braglia, anche un altro inedito ingrediente, ovvero l’applicazione della “proporzione aurea”, quella che la Grecia classica aveva elevato a proprio canone espressivo e che i rinascimentali chiamavano Divina proportione o addirittura Occhio di Dio per il suo legame matematico con una infinità di elementi naturali. Oggi questo è per Lucio Braglia lo strumento equilibratore, nonché lo spunto per una inedita installazione allestita in mostra.
Lucio Braglia
Nasce a Reggio Emilia il 30/10/1955.
Dopo la maturità scientifica fa studi disordinati, qualche esame alla Facoltà di Architettura a Firenze, poi, diversi anni dopo, al Corso di Storia della Scienza alla Facoltà di Filosofia di Bologna, ma senza terminare. Da sempre in viaggio per piacere o per lavoro (come chef e manager di ristorazione ha operato in molti paesi in ogni parte del mondo), conosce posti e persone, si appassiona alla fotografia e accumula un grande archivio di immagini, grazie al quale inizia la propria ricerca sviluppando un personale cifra stilistica.
Attualmente vive e lavora fra Reggio Emilia e Parma.