Grazia Varisco – Il Corpo Come Campo Dei Sensi
Inaugurata nel 1961, la dodicesima edi-zione del Premio Lissone è a tutt’oggi ri-cordata come la più importante e memo-rabile, merito anche della sezione “Infor-mativo-Sperimentale” in cui Grazia Vari-sco [Milano, 1937] aveva esposto una Ta-vola magnetica.
Comunicato stampa
Inaugurata nel 1961, la dodicesima edi-zione del Premio Lissone è a tutt’oggi ri-cordata come la più importante e memo-rabile, merito anche della sezione “Infor-mativo-Sperimentale” in cui Grazia Vari-sco [Milano, 1937] aveva esposto una Ta-vola magnetica. L’occasione di questo suo ritorno nella cittadina briantea non è vincolato a nostalgici amarcord, sancisce anzi il desiderio di soffermarsi sulla ricer-ca che l’artista ha sviluppato dai primi anni del Duemila fino ai giorni nostri. Di-versamente dalle solite mostre antologi-che, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ha preferito invertire il senso di marcia, focalizzandosi sul presente; la mostra indaga infatti la complessità e la vastità di informazioni che scandiscono la mutevolezza della sua attuale ricerca.
Ovviamente e inevitabilmente qualcosa è cambiato nelle “regole del gioco” degli ul-timi cinque lustri. Anziché reiterare le proprie opere nel corso dei decenni, Vari-sco ha preferito reificare nuove idee, con-vertendole cioè in “cose” (gravide di mes-saggi cinevisuali che sono in grado di comunicare alla collettività nuove meto-dologie nella fruizione). Esemplificativi di questo atteggiamento sono i Double, ope-re che si prestano a un’ampia gamma di associazioni divergenti: fronte e retro, dentro e fuori, noto e ignoto. Dello stesso avviso sono pure Sollevo/Sollievo e R. RotoReteRossa che intrattengono con il mondo delle idee un rapporto basato su volumi animati da tensioni e suggestioni interne. Il ciclo dei Silenzi si compone in-vece di passepartout che ritagliano spazi di vuoto. Sfasamenti, sospensioni, sorpre-se caratterizzano i Quadri comunicanti: arcipelaghi di forme geometrizzanti che disegnano un’orizzontalità-orizzonte (di stimolazioni, sensazioni e suggestioni). Non dissimili sono i Ventilati di cartone vegetale e i Rivelati di metallo, i cui fogli ci appaiono ripiegati su se stessi, come fossero sospesi a un filo invisibile. Infine, con le Risonanze al tocco l’artista inco-raggia gli spettatori a interagire con l’ope-ra, senza timori, né imbarazzi, giocando con il senso dell’udito.
Se cinquantacinque anni or sono il Pre-mio Lissone l’aveva annoverata nella se-zione delle “Nuove proposte”, oggi le spet-terebbe un posto d’onore tra le “Presenze dei valori internazionali” conferite ai grandi maestri e ai pionieri dell’arte. Pan-theon a lei riservato non soltanto per le ricerche cinevisuali degli anni Sessanta, ma ancor più per le opere realizzate a par-tire dagli anni Duemila, nella quali si evince come la prassi dell’artista sia – per sua stessa ammissione – «ancora vittima di entusiasmi».
Accompagna la mostra una selezione di videointerviste all’artista e un catalogo con testi di Grazia Varisco e Alberto Zan-chetta.