Antonio Sorrentino – The best is yet to come

Informazioni Evento

Luogo
INSTITUT FRANCAIS
Corso Magenta 63, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mer/gio 15-19; ven 15-20; sab 10.30-12.30/17-20.

Vernissage
15/05/2016

ore 11.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Antonio Sorrentino
Generi
arte contemporanea, personale

The best is yet to come, “il meglio deve ancora venire”. Questo il titolo provocatorio di una esposizione molto meditata sul tema della morte, l’ultima e definitiva mostra progettata dall’artista in vista della propria scomparsa: una meditazione non solo coraggiosa ma sempre anche audacemente ironica e irriverente.

Comunicato stampa

The best is yet to come, “il meglio deve ancora venire”. Questo il titolo provocatorio di una esposizione molto meditata sul tema della morte, l'ultima e definitiva mostra progettata dall'artista in vista della propria scomparsa: una meditazione non solo coraggiosa ma sempre anche audacemente ironica e irriverente.

Antonio Sorrentino (Catania 1969-2012) è stato un artista multiforme, sempre sorprendente. Fondatore nel 1995 – insieme con Dario Arcidiacono, Giordano Curreri e Sandra Virlinzi – dello storico gruppo artistico sperimentale Ultrapop, con cui ha esposto in Italia e all’estero per oltre un decennio, in seguito si è dedicato alla professione di graphic designer e ha continuato l’attività pittorica artistica in solitaria o ancora in coppia con Curreri. Si è espresso attraverso dipinti, grafiche, collages, installazioni, fotografie e pure scritti narrativi, in ogni occasione dimostrando una particolare attenzione al dato tecnico realizzativo e soprattutto, quanto ai contenuti, un atteggiamento concettuale tanto ludico quanto profondo.

The best is yet to come è un’esposizione originale progettata dallo stesso artista qualche mese prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel 2012. A oltre tre anni di distanza da quella brusca interruzione, prende dunque corpo a Milano l’ultima sua riflessione d'artista sulla morte e sulle modalità di sopravvivenza dopo di essa.

In mostra una raccolta di opere, dipinti e installazioni, realizzate nel corso di diversi anni e selezionate personalmente dall’autore, tutte accomunate dal gusto per l’ironia utilizzata come registro: un modo particolarmente inusuale di affrontare temi controversi e spesso stereotipati. Manipolando, smontando, rimontando, Sorrentino di continuo cambia linguaggi e modifica contesti per affrontare in maniera non convenzionale i temi che l'argomento suggerisce: l’ovvio, le icone, i codici, la fede, Dio... Ma pure l'Ikea e le carte da gioco, in modo che il fuori contesto e il fuori luogo conducano al cortocircuito semantico.

Ferruccio Giromini, critico e storico dell’immagine vecchio amico dell'artista, nell'introduzione alla mostra cerca una commossa identificazione con il conscio sentire di Sorrentino morente: “Ci ammonisce. Guardatevi intorno, sembra suggerire, o voi mortali che vivete immersi nel mondo delle Ikee e lo credete, a giusto titolo, un mondo ikeale. Ma davvero è tutto qui, gente? Vi crogiolate in peluche fasulli e non capite di agitarvi vacui sotto un cielo che vi schiaccia, circondati da una corte dei miracoli che altro non è che una giostra di dubbi prodigi, eseguiti con prestidigitazione ambigua da giocolieri senza volto, sulle cui fattezze sono calati pesanti i passamontagna degli oscurantismi. Così ci lascia senza fiato. Appunto, boccheggianti. Colpiti al cuore. Perché le nostre sono le peripezie disavventurose della sussistenza, le disavventure peripetiche della sopravvivenza. Patetiche”. E conclude: “Composta irrisione, sarcasmo affettuoso, morbida violenza, morbosa serenità – tutti ossimori. Eppure...”.