I Martedì Critici – Carlos Garaicoa
Ospite del settimo appuntamento, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà Carlos Garaicoa (L’Avana, 1967).
Comunicato stampa
Martedì 24 maggio avrà luogo l’ottavo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall'«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al settimo anno di attività.
La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell'arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Roma, in diverse sedi, alternandosi tra il Museo MACRO di via Nizza, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - La Farnesina e il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell'Accademia di Spagna.
Ad affiancare Alberto Dambruoso nella conduzione delle interviste, si avvicenderanno interlocutori di volta in volta diversi: Lorenzo Canova, Claudio Crescentini, Sara De Chiara, Marco Di Capua, Guglielmo Gigliotti, Helga Marsala.
Ospite del settimo appuntamento, martedì 24 maggio, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà Carlos Garaicoa (L’Avana, 1967).
La pratica artistica di Carlos Garaicoa si sviluppa a partire da una riflessione sull’architettura e sul ruolo cruciale che occupa oggi nella società, tanto da contribuire, oltre al cambiamento dell’assetto urbano, anche alle trasformazioni più profonde a livello sociale, ideologico e politico. L’ispirazione principale deriva dalla città natale dell’artista, L’Avana, caratterizzata da un’urbanizzazione complessa e stratificata che testimonia in maniera eloquente la storia stessa della città. Gli edifici in decadenza e abbandonati o le architetture rimaste incomplete – già in stato di rovine prima ancora di essere terminate e vissute – diventano per Garaicoa luoghi aperti ad accogliere infinite possibilità narrative e progettuali, grazie alla forza di trasfigurazione dell’immaginazione. Utilizzando media diversi ed eterogenei – dal disegno alla maquette, dall’ installazione all’incisione sul polistirolo e alla fotografia – l’artista esplora la città come se fosse un organismo in continua trasformazione e agisce sulla discrepanza riscontrabile nel suo aspetto concreto tra le ambizioni, le teorie, i progetti e i risultati effettivi, innestando in quello spazio sospeso del tessuto urbano una trama narrativa, dettata dal desiderio. In Continuity of Somebody’s Architecture (2002), presentata a Documenta 11, l’artista ha progettato in alcune maquettes una serie di interventi per completare le architetture non finite di Cuba, attraverso un’indagine approfondita che ha incluso lo studio dei progetti originali. Para transformar la palabra política en hechos, finalmente (2009) è il titolo di una serie di fotografie che ha per soggetto il paesaggio urbano. Agli edifici fotografati, l’artista sovrappone strutture immaginarie, fatte di ritagli o di disegni eseguiti con fili colorati tesi su spilli sottilissimi, fissati alle fotografie: sulla reale architettura interviene il disegno della mente, che può essere allo stesso tempo frutto di una memoria del passato o una proiezione di un tempo futuro. In alcune fotografie, Garaicoa completa le grandi scritte che compaiono in cima a vecchi edifici decadenti, apportando modifiche significative. Oltre che di queste fotografie, la dimensione “testuale” delle città è il soggetto di una serie di lavori in ceramica e di arazzi stampati, che riproducono in maniera fedele le insegne e le scritte in giro per la città e i loro supporti. Isolate dal contesto, le parole assumono un valore diverso e abbassato di tono, come fossero solo il residuo di grandi ambizioni, o aspettative deluse. Nella serie fotografica El dibujo, la escritura, la abstracción (1997-2012) Garaicoa rappresenta alcuni graffiti tracciati sui muri de L’Avana. La fitta trama di segni è costituita da una stratificazione di desideri, umori, sogni, paure e fallimenti; è la voce di un immaginario collettivo che, dal contesto specifico cubano, si estende a una dimensione universale.
Carlos Garaicoa vive tra L’Avana e Madrid. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive presso l’Art in General e il MOMA a New York, la Biblioteca Luis Angel Arango a Bogotá, il Nasjonalmuseet a Oslo, il Museo de Arte Reina Sofía a Madrid e la Tate di Liverpool. Ha partecipato alla 18a Biennale of Sydney, alla 5a, 6a, 7a e 11a Havana Biennial, alla 12a Fellbach Triennale in Germania, alla 1a Johannesburg Biennale, alla 17a Biennial, Arte de Paiz, in Guatemala, alla 8a Shanghai Biennale in Cina, alle edizioni 24a, 26a e 28a São Paulo Biennial in Brasile, a Documenta XI in Germania, alla 1a Yokohama Triennale in Giappone e alla Biennale di Venezia nel 2005 e nel 2009. I lavori di Garaicoa sono conservati in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui ricordiamo: il Museum of Modern Art e il Guggenheim Museum a New York, la Maison Européenne de la Photographie a Parigi, l’Art Gallery of Ontario a Toronto, il Museo Nacional de Bellas Artes a L’Avana e la Tate Modern a Londra. Nel 2005 si è aggiudicato il 39° International Contemporary Art Prize di Montecarlo e il Katherine S. Marmor Award, Los Angeles M.O.C.A.
È attualmente in corso l’esposizione Testigos / Las raíces del mundo presso la sede di San Gimignano della Galleria Continua.