Nationless Pavilion – Embodying Borders
Il Nationless Pavilion, durante la 15° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia “Reporting From The Front”, decide di lavorare con le dinamiche del corpo individuale e collettivo in rapporto all’architettura delle barriere, aprendo una riflessione su cosa significa abitare il confine, subirlo, appropriarsene, misurarlo, oltrepassarlo.
Comunicato stampa
THE NATIONLESS PAVILION
presenta
Embodying Borders, a performance series
25.05 - 27.11 2016
Upcoming:
-
- Nation25 partecipa alla tavola rotonda
SPAZI D’ECCEZIONE, pubblicazione e mostra
25 maggio, 19.30 @SaLE Docks
Indirizzo: Magazzini del Sale, Dorsoduro 265, Venezia
- EMBODYING BORDERS
Performance, Primo Studio
Una collaborazione tra Nation25, Kinkaleri e Nadia Arouri
27 maggio, ore 20 @SaLE Docks
“Non c’è alcuna forma di potere più elementare di quella che il corpo esercita”
Elias Canetti
Il 9 maggio 2016 Human Rights Watch ha pubblicato un video circa le violenze, financo le uccisioni, sui corpi dei siriani in fuga, al confine con la Turchia.
A inizio aprile 2016, solo un mese fa, l’Europa ha chiuso le porte a 326 persone che vi cercavano rifugio sul confine greco, rispedendole in Turchia.
Nel 1989 a Berlino si sceglieva di abbattere la differenza fra Est ed Ovest, poco più di due decenni dopo alcuni governi europei rispondono all’emergenza migratoria/bellica in corso costruendo altri muri.
E il mare è l’ultima frontiera che abbiamo sulla Terra.
Tutto ciò mentre si stilano trattati commerciali di libera e globale circolazione delle merci, si tagliano gli aiuti umanitari e ci si sottrae dall’indagare e problematizzare come sia possibile una convivenza culturale e religiosa.
Le frontiere, come luoghi di mutamento e di manifestazione di prospettive di emancipazione, incarnano la messa in discussione di paesaggi politici e storici annebbiati - da sospendere e riattivare.
Risale fin alle società rituali e appartiene al gioco strategico di costruzione del mondo, la creazione di linee di demarcazione tra sacro e profano, bene e male, vita e morte, privato e pubblico, interno ed esterno.
Sandro Mezzadra in “Il confine come metodo” , fa del confine un sistema epistemico, un luogo di sapere transdisciplinare, il centro della produzione del sapere. Il confine da oggetto - murato stabile spinato - di ricerca, diviene oggetto di una prospettiva di cambiamento dall’instabilità del mondo contemporaneo che gli Stati, gli attori politici globali, le agenzie di governance e il capitale devono attraversare.
Il Nationless Pavilion, durante la 15° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia “Reporting From The Front”, decide di lavorare con le dinamiche del corpo individuale e collettivo in rapporto all’architettura delle barriere, aprendo una riflessione su cosa significa abitare il confine, subirlo, appropriarsene, misurarlo, oltrepassarlo.
Questi i primi appuntamenti di un ciclo che proseguirà durante i mesi della Biennale:
Mercoledì 25 maggio
h. 19.30, Sale Docks, Venezia
Tavola Rotonda di opening della mostra e presentazione del libro "Spazi d'eccezione"(Milieu Edizioni).
Nation25 partecipa con una nuova opera, Pangea, un territorio emerso, frutto di un avanzamento dell’azione “Square Tape” condotta durante la 56° Biennale Arte di Venezia. Sommando e riconfigurando i paesi rispettivi ai Padiglioni che hanno accolto la nostra richiesta d’asilo, abbiamo creato una nuova geografia dove Isreale confina con la Turchia, il Brasile con l’Ungheria, il Sud Africa con la Germania per sommarsi in un’unica terra.
Pangea è “il diritto di vi(si)ta che spetta a tutti gli uomini: essi si aggregano alla società in virtù del diritto di possesso comune della superficie terrestre”(da Immanuel Kant, Per La Pace Perpetua).
Venerdì 27 maggio
h 20.00, Sale Docks, Venezia
Embodying Borders, Primo Studio. Performance nata dalla collaborazione tra Nation25, Kinkaleri e Nadia Arouri.
Un corpo, lo spazio, il confine. Un rapporto di ripensamento delle reciproche distanze tramite il corpo che con la sua presenza sovverte il limite.
Embodying: incorporare dal lat. IN e CORPORE, mescolare più elementi fondendoli insieme, ma anche attirare a sé e convertire alla propria sostanza.
Sono in gioco il potere di sovversione del confine, il suo superamento o la resistenza nell’abitare la linea, il ridursi e riempirne i vuoti per poterlo attraversare. Non solo “il confine come metodo” ma “il corpo come metodo”.
La parola cede lo spazio a corpi riempiti di altri significati, completamente problematizzati nel senso e nei bisogni e che proprio in questo stato di necessità mostrano le loro potenzialità e capacità infinite.
In quest’ottica la frontiera non è un oggetto deresponsabilizzato dall’azione umana, ma si trasforma nel corpo sul quale è possibile proiettare le funzioni, i bisogni, le paure dei governi, il tracollo e le implosioni dei nazionalismi, la crisi dei sistemi ancorati ad una vecchia idea di geografia, la rabbia di chi – in guerra - cerca rifugio e continua a resistere.
Il Primo Studio è il risultato di un periodo di residenza presso lo Spazio K di Prato e fa da prologo ad un percorso di ricerca per i successivi Studi del ciclo Embodying Borders, aperti al pubblico, che vedono uno sviluppo in progress a Venezia durante i mesi di Biennale.
Sabato 28 maggio
Embodying Borders prende vita in maniera site-specific, non prestabilita e non tracciabile a priori, lungo la rotta di Biennale Urbana, in collaborazione con Stalker-Osservatorio Nomade.
Il Nationless Pavilion 2016 apre la sua seconda edizione proseguendo con una forma non espositiva, un lavoro con le realtà locali e generative nel territorio veneziano, attivando processi che incontrano connazionali, migranti e rifugiati.
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Il Nationless Pavilion è un progetto curatoriale nato a Venezia nel 2014 per la volontà di riattualizzare due concetti relativi alle esposizioni in campo artistico che lavorano secondo la formula dei Padiglioni Nazionali: il concetto di Stato-Nazione e la sua rappresentazione in maniera espositiva.
E’ stato perciò fondato un Padiglione grazie a coloro che hanno lasciato le loro nazioni d’origine e che, attraverso il potere dei loro corpi e la migrazione, stanno mettendo in crisi le politiche nazionalistiche e la difesa dei loro confini.
Il Nationless privilegia un lavoro processuale, basato sull’esperienza diretta e le forme laboratoriali, embrionali alla realizzazione di opere e soluzioni espositive.
Ideato da Sara Alberani fa parte dei progetti di Nation25, vede la sua prima realizzazione durante la 56° Biennale d’arte di Venezia. www.nation25.com/#!about3/cn7o
Nation25 è una nazione invisibile che vive tra noi, costituita dai 60 milioni di individui recensiti come rifugiati. Lʼintento è quello di ripensare le esperienze di migrazione ed espropriazione e ciò che esse attivano, attraverso il linguaggio artistico e la sua autonomia poetica.
Con sede tra Roma, Amsterdam e Bruxelles, Nation25 è una piattaforma artistica fondata nel 2014 da Elena Abbiatici, Sara Alberani e Caterina Pecchioli. www.nation25.com
Kinkaleri nasce nel 1995 come collettivo artistico composto da sei persone. Opera fra sperimentazione teatrale, ricerca sul movimento, installazioni visive, materiali sonori e performance, cercando un linguaggio non sulla base di uno stile, ma direttamente nell’evidenza di un oggetto. Il gruppo è formato attualmente da Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco. www.kinkaleri.it
Nadia Arouri is a Palestinian dancer and choreographer and founder of the Palestinian community dance movement YANTHE – Youth, Art, and Levante. She studied Contemporary Dance Pedagogy, musicology, and cultural management. She works in both Palestine and Vienna. www.yante-icanmove.org
S.a.L.E. Docks è uno spazio indipendente per lʼ arti nato a Venezia nel 2007 da un gruppo di attivisti provenienti dallʼ esperienza dei centri sociali.
Il S.a.L.E. è un laboratorio aperto di produzione culturale ed inchiesta.
Il S.a.L.E. è fatto da lavoratori dellʼ arte e dello spettacolo, da artisti e studenti. Il nostro programma (mostre, laboratori, spettacoli, pubblicazioni, seminari, occupazioni e azioni dirette) è in continua evoluzione. www.saledocks.org
SpazioK è la base operativa a Prato della compagnia Kinkaleri e allo stesso tempo è “Un tentativo di inizio ricominciando dal possibile, intrecciando percorsi e traiettorie, occasioni, pratiche, visioni e suoni…”.
Biennale Urbana esplora i limiti e abita le distanze tra la Biennale (le Arti), Venezia (la Città) e la Laguna (il Territorio); BURB è una istituzione trans-locale emergente (Agency) che raccoglie e tesse relazioni tra realtà formali e informali, istituzioni locali e internazionali, pratiche culturali e sociali, “faresti” ed abitanti, in una azione comune per il cambiamento. Ponendosi come terreno comune fra azione artistica, formazione transdisciplinare e trasformazione urbana, BURB sperimenta azioni, pratiche, strategie e strumenti per fuoriuscire dalla dimensione “Contemporanea” dell’arte, dell’architettura e della città. www.biennaleurbana.com