Ipercorpo 2016 – Cosa rimane
A differenza delle passate edizioni, in cui al centro del racconto per immagini proposto durante il festival era la Collezione Verzocchi di Forlì e il tentativo di misurare una distanza tra le forme di rappresentazione del lavoro nell’Italia del dopoguerra e in quella di oggi, gli inviti di quest’anno dialogano in una forma più ravvicinata con il festival e le sue estensioni reagendo alle suggestioni del titolo: cosa rimane.
Comunicato stampa
Ipercorpo 2016 – Cosa rimane
Sezione arte a cura di Davide Ferri
Opere di Chiara Camoni, Flavio Favelli, Alessandro Piangiamore, Italo Zuffi
26 – 29 maggio 2016, dalle 19 alle 24
Forlì, Ex Centrale Avicola
Viale Risorgimento 256
Info 344 1104620
www.ipercorpo.cittadiebla.com
Programma performance
Alessandro Piangiamore, Attorno a una conchiglia vuota
Giovedì 26 e venerdì 27 dalle 19.30 alle 22.30
Italo Zuffi, Ricostruzione (azione ripetuta)
Venerdì 27 e sabato 28 dalle 20 alle 23
Italo Zuffi, Poesie doppie, 20’
Sabato 28 ore 23.30
Tavola rotonda
Domenica 29 ore 15
Interventi di Cecilia Canziani, Flavio Favelli, Davide Ferri, Italo Zuffi
A differenza delle passate edizioni, in cui al centro del racconto per immagini proposto durante il festival era la Collezione Verzocchi di Forlì e il tentativo di misurare una distanza tra le forme di rappresentazione del lavoro nell’Italia del dopoguerra e in quella di oggi, gli inviti di quest’anno dialogano in una forma più ravvicinata con il festival e le sue estensioni reagendo alle suggestioni del titolo: cosa rimane.
Le opere in mostra rispondono idealmente ad alcune sollecitazioni e semplici domande: cosa rimane di un’opera quando questa non c’è più? In che modo la sua presenza può estendersi oltre - cioè prima e dopo - il qui e ora dell’esperienza? Che cosa resta - in forma di resti e tracce - dopo una performance? E può una scultura sprigionare un’energia che si prolunga in un’azione?
Gli artisti - Chiara Camoni, Flavio Favelli, Alessandro Piangiamore, Italo Zuffi - quattro tra i più rappresentativi tra quelli che hanno esordito in Italia tra anni Novanta e Duemila, hanno tutti lavorato, con modalità e da prospettive diverse, sui temi della memoria, del ricordo e del trascorrere del tempo.
Così nelle performance di Zuffi (Ricostruzione e Poesie doppie) la dimensione del tempo si fa durata, resistenza, verifica di un limite; Attorno a una conchiglia vuota, di Piangiamore, è un’azione prolungata nel tempo che si regge su una concentrazione tesa a trasformare (in polvere) un elemento naturale, una conchiglia di madreperla; Grande Galleria è una scultura, una grande gabbia realizzata con i resti di alcune luminarie utilizzate nei paesi del sud Italia per addobbare le strade e le piazze durante le feste religiose più importanti; Il Grande Baccano è un’installazione di Camoni che prolunga l’intensità di un suono a partire da una serie di oggetti/strumenti realizzati e utilizzati da circa settecentocinquanta bambini, in occasione una performance svoltasi a Fabriano lo scorso aprile.
Le opere e gli interventi degli artisti partecipanti sono dislocati in spazi diversi dell’Ex Centrale Avicola, e si articolano per tutta la durata del Festival con lievi sfasature temporali: insieme non costituiscono un racconto organico, ma riflessioni e aperture, punti sensibili di una stessa geografia.
Nella giornata conclusiva del festival, domenica 29 maggio, dalle 15, una tavola rotonda con gli artisti Flavio Favelli e Italo Zuffi, Cecilia Canziani, critica d’arte e curatrice indipendente e Davide Ferri, curatore della sezione arte del festival, è l’occasione per riflettere sulle opere in mostra e sulle poetiche degli artisti invitati a questa edizione di Ipercorpo.