Sicilia Queer 2016
International New Vision FilmFest. Sezione Arti Visive.
Comunicato stampa
Sicilia Queer 2016
International New Vision FilmFest
Sezione Arti Visive
Something Queer. Corpo, territorio di relazioni
Abel Azcona (Spagna), Ruben Montini (Italia), Gonzalo Orquín (Spagna), Seçkin Tercan (Turchia)
a cura di Antonio Leone e Andrea Ruggieri
Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa / Spazio Bottega n° 4 e ridotto del Cinema de Seta
29 maggio – 5 giugno 2016
Opening 29 maggio ore 19.30
Sabato 4 giugno alle ore 20.00 è prevista la performance Il sacrificio dell'artista spagnolo Abel Azcona.
Corpo, territorio di relazioni
di Antonio Leone e Andrea Ruggieri
Quattro artisti, che utilizzano medium diversi, dalla pittura alla fotografia, alla performance, per una narrazione corale sul corpo, sulle relazioni e sul desiderio. Una mostra che intende tracciare una riflessione intorno alla definizione della propria identità come azione che indaga la propria sessualità e così la propria intimità, come spazio relazionale, in cui la relazione, con l’amato, con l'altro o con l'oggetto del desiderio, si pone come premessa di ogni forma individuale di esperienza.
L’estremo e controverso artista spagnolo Abel Azcona sarà anche protagonista di una attesissima performance che avrà luogo sabato 4 giugno alle ore 20 ai Cantieri Culturali alla Zisa.
La relazione tra gli individui è oggetto unico della narrazione e, al contempo, dell’espressione artistica: la loro biografia, le loro passioni, la loro natura divengono soggetto dell’opera, prima con intento provocatorio, ora poetico, politico, estetico. Di queste relazioni quella sessuale è certamente la più potente, instaurata attraverso il corpo, nella sua accezione fisica o edonistica, ma anche attraverso lo sguardo o la memoria.
L’esplorazione del proprio desiderio sessuale, delle proprie pulsioni, così come delle componenti feticiste o rituali legate al piacere, attiene al raggiungimento della coscienza di sé in quanto pieno possesso dell’intimità o immanenza del proprio essere corpo. La mostra apre così anche una riflessione sulla sessualità come modalità di analisi sul sé e costruzione dell’identità. Campo di indagine aperto in cui il corpo definisce spazi di ricerca. Questa dialettica si determina quale territorio di relazione, in cui l’esplorazione del proprio desiderio è premessa per una sintesi di riconoscimento del sé e dell’altro. E così anche la sessualità, intesa come dialettica, come dimensione coestensiva dell'esistenza, che pur in relazione ad un oggetto del desiderio posto al di fuori di sé, svela i confini della nostra vita interiore.
Se la definizione dell’identità (non solo sessuale) è il risultato di una costruzione socio-culturale e non un dato di natura, ciascun soggetto può opporre un’alternativa ai dispositivi eteronormativi che hanno tradizionalmente caratterizzato la dimensione della socialità. Ogni individuo può affermare la propria singolarità, la propria “diagonalità” ad una prospettiva maggioritaria e data per univoca. Una tale prospettiva può condurre con semplicità a travalicare non soltanto le consuete definizioni di genere, ma anche di cultura (intesa come dominante) e di natura (intesa come naturale).
In questo orizzonte, i lavori dei quattro artisti in mostra ci permettono di tracciare un percorso di definizione della propria identità come azione che indaga la propria sessualità e così la propria intimità, come spazio relazionale, in cui la relazione, con l’amato, con l'altro o con l'oggetto del desiderio, si pone come premessa di ogni forma individuale di esperienza.