Raffaela Mariniello / Eugenio Tibaldi – Capri B&B. Behind and Beyond
La mostra si compone di 20 opere, tra fotografie, installazioni e collage, la maggior parte realizzate site-specific, create partendo da una riflessione comune sull’isola di Capri, sugli scorci non convenzionali dell’Isola Azzurra, sul rapporto tra l’uomo e la natura da cui si genera il mito che l’avvolge e l’aurea leggendaria che attira anche il turismo di massa che travolge questa perla del Mediterraneo.
Comunicato stampa
Venerdì 3 giugno 2016, alle ore 18.00, nella suggestiva cornice della Certosa di San Giacomo, sarà inaugurata la mostra Capri B&B - Behind and Beyond di Raffaela Mariniello ed Eugenio Tibaldi, a cura di Adriana Rispoli, con il coordinamento tecnico-scientifico di Patrizia Di Maggio.
Artisti diversi per generazione e origine, Raffaela Mariniello e Eugenio Tibaldi muovono da estetiche differenti che tuttavia nascono da presupposti e indagini affini, come la sensibilità per le periferie, l’attenzione alle microeconomie e una idea di bellezza che ribalta il senso comune.
La mostra si compone di 20 opere, tra fotografie, installazioni e collage, la maggior parte realizzate site-specific, create partendo da una riflessione comune sull’isola di Capri, sugli scorci non convenzionali dell’Isola Azzurra, sul rapporto tra l’uomo e la natura da cui si genera il mito che l’avvolge e l’aurea leggendaria che attira anche il turismo di massa che travolge questa perla del Mediterraneo.
Gli artisti, ognuno secondo il proprio specifico modus operandi, hanno lavorato su aspetti diversi del territorio, risiedendo a Capri per alcuni periodi, per creare un’osmosi con l’isola e i suoi abitanti.
L’obiettivo della mostra Capri B&B – acronimo di behind & beyond e sigla di un turismo differente – è di offrire al pubblico una visione dell’isola attraverso lo sguardo non convenzionale degli artisti, che ne smascherano con ironia la “scenografia” grazie alla quale tutto si presenta così straordinariamente perfetto e di evidenziare, allo stesso tempo, il valore del lavoro umano che talvolta è dietro le quinte.
Spiccano nella mostra le grandi opere 46 bed places di Eugenio Tibaldi e Capri Teorema di Raffaela Mariniello. La prima, installata nel Giardino del Priore, è una vera e propria scenografia monumentale dal valore ambivalente, la cui complessità, estetica e concettuale, risiede nel fronte, dipinto con sapienza e nel retro, dove spuntano a vista le impalcature di tubi innocenti, uno dei tratti distintivi della poetica dell’artista che non nasconde l’origine povera del supporto.
46 bed places sublima il concetto della mostra offrendo la rappresentazione dell’icona di Capri, i Faraglioni, il cui mito è incrementato dai viaggiatori, ma è contemporaneamente sostenuto dal lavoro dell’uomo, in una sorta di manutenzione/sostegno sia mentale che pratico.
Ad essa si raffronta l’installazione fotografica Capri Teorema di Raffaela Mariniello, composta da 32 immagini di diverso formato, una narrazione visiva personalissima che percorre una Capri diversa da quella a cui siamo abituati, attraversando alcune zone più segrete dell’isola, le meno battute dal turismo, zone in cui, come sempre nel lavoro dell’artista, l’uomo è solo di passaggio ma se ne leggono le tracce, nel bene e male. E’ chiaramente una Capri diversa, oggetto di un racconto alla luce lunare tracciato sul confine del passaggio stagionale. Tra paesaggi surreali e percorsi abbandonati spiccano delle incredibili still life di “installazioni spontanee”, catturate lungo la marina e in percorsi campestri, micro incursioni nella realtà, che sembrano tradire quell’aspetto di mito, di luogo del desiderio caro a tanti visitatori.
Il connubio ideologico e formale dei due artisti è sintetizzato nell’opera Capri B&B, un lavoro a quattro mani in cui il tipico intervento di Eugenio Tibaldi di sottrazione attraverso la pittura bianca avviene su uno scatto fotografico di Raffaela Mariniello. Il soggetto che ha catturato l’attenzione di entrambi è l’Arco Naturale, un altro tra i principali simboli dell’isola Azzurra, attualmente in fase di restauro. Quest’opera perturbante, insieme familiare e respingente, diventa un paesaggio straniante, una sorta di meteora, è il simbolo dell’unione tra l’uomo e la natura, dell’impegno necessario per il mantenimento di una bellezza idealizzata.
La mostra è realizzata con il patrocinio di:
Regione Campania, Comune di Capri, Comune di Anacapri, Azienda di Cura Soggiorno e Turismo di Capri; con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Main partners:
Generali Private Banking, Seda spa, Clearco.
Supporto tecnico:
Hotel Excelsior Parco, Hotel Tiberio Palace, Hotel Quisisana, Casale del Giglio, Eurograph, Porta costruzioni.
Si ringraziano Luciano Garofano per il prezioso contributo, concedendo la consultazione della sua collezione di cartoline d’epoca dell’isola e la classe del Liceo Classico Axel Munthe di Anacapri per la partecipazione alla realizzazione di alcuni particolari delle opere.
Biografie
Eugenio Tibaldi (Alba, 1977 vive tra Napoli e Torino).
Noto a livello internazionale per la sua ricerca a tra arte, urbanistica e architettura Eugenio Tbaldi è considerato tra gli artisti italiani più affermati della sua generazione. Attraverso tecniche miste, con un tratto inconfondibile descrive il progressivo nascere e svilupparsi di edifici abusivi che feriscono l’occhio e il cuore. Registra disagi sociali che finiscono per diventare scenari muti lungo i quali si snoda la vita di tutti i giorni, apparentemente senza increspature e nei quali tuttavia si trova conforto, il suo sguardo osserva e non giudica.
Nel 2014 ha vinto la prestigiosa residenza all’American Academy di Roma. Tra le principali mostre personali ricordiamo: Questioni di Appartenenza, progetto speciale Museo Madre; Red Verona, Studio la Città, Verona, nel 2014; Archeologia Contemporanea_02, Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno; Bubo, Galleria Umberto di Marino Arte Contemporanea di Napoli nel 2013; Transit – 4, State Museum of Contemporary Art, Salonicco nel 2011; Project Room Museo MADRE Napoli nel 2010, a cura di Adriana Rispoli e Eugenio Viola. Ha partecipato ad importanti rassegne d’arte internazionali come la Biennale dell’Avana, 4th Biennale di Salonicco, The Tourist Syndrome, Bucharest, Manifesta7, Bolzano, Laws of Relativity, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Sue opere sono presenti in importanti istituzioni pubbliche e collezioni private, in Italia e all’estero, tra cui Museo Madre, Metropolitana Napoli Nord Est, State Museum Salonicco, ANCE Campania, Ernesto Esposito, Claudio Esposito, Collezione Cotroneo, Ovidio Jacorossi, Roma. Una sua mostra personale è prevista in autunno 2016 al Museo Ettore Fico di Torino, città dove attualmente vive.
Raffaela Mariniello (Napoli, 1962, vive a Napoli)
È una delle più note fotografe italiane. La sua ricerca artistica è rivolta a tematiche sociali e culturali con un’attenzione particolare alla trasformazione del paesaggio urbano e al rapporto tra l’uomo e gli oggetti del suo quotidiano. Nel 1991, quando la crisi dell’industria siderurgica segna la chiusura definitiva dell’Italsider di Bagnoli, Raffaela Mariniello inizia una campagna fotografica sulla fabbrica, a tutt’oggi unica testimonianza storica sull’attività dell’acciaieria. Tra il 1992 e il 1995, Il lavoro Bagnoli, una fabbrica è stato esposto a Napoli, Nantes, Calais, Parigi e Milano. Nel 2006 ha iniziato un progetto sui centri storici delle città italiane, in cui è evidenziata la trasformazione dei luoghi preda del turismo di massa: le immagini, a colori e in grande formato, vogliono mostrare l’alterazione dell’essenza di un sito, la sua trasfigurazione fino a divenire simile a un parco a tema privo di identità storica e culturale. Souvenirs d’Italie, titolo di questa serie, è stato esposto a Villa Pignatelli nel 2011 ad inaugurazione della Casa della Fotografia per gli Incontri Internazionali d’arte. Nel 2014 dedica il suo ultimo progetto al tragico incendio di Città della Scienza esposto nella mostra Still in Life presso la Galleria Studio Trisorio di Napoli. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: Museo Madre di Napoli, MAXXI di Roma, Bibliothèque National de Paris, Maison Européenne de la Photographie, Parigi, Centre Régional de la photographie Nord Pas-de-Calais, Francia, Banca Commerciale di Milano, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Fond National d’Art Contemporain, Parigi, Metropolitana di Napoli, Collezione Cotroneo.
Adriana Rispoli (Napoli, 1977, vive e lavora a Napoli)
È curatrice e storica dell’arte. Dal 2009 al 2012 ha curato la Project Room del Museo MADRE di Napoli per cui ha sviluppato il progetto di network per giovani artisti Transit, con scambi internazionali con il Cairo, Istanbul, Tel Aviv e Salonicco e tre edizioni del festival di performance: Corpus. Arte in Azione. Ha curato importanti mostre fotografiche quali Very Important Portraits di David LaChapelle, Museo di Capodimonte, Napoli; Wim Wenders. Appunti di Viaggio, Villa Pignatelli, Napoli e Wim Wenders, Urban Solitude, Roma Palazzo Incontro, e diversi progetti all’estero tra cui Camera con Vista, PAN Napoli, Belgrado, Zagabria; Oltre lo Specchio, Belgrado, Babel di Franscesco Jodice, MSU Zagabria. Interessata alle dinamiche di arte pubblica e alla diffusione dei nuovi linguaggi in contesti altri, ha curato la mostra Sistema Binario (group show) e Relational di Bianco-Valente alla Stazione di Napoli Mergellina per la quale ha ricevuto la menzione speciale Premio Impresa+Cultura 2014. Ideatrice del progetto Skin Taste per Portofluviale a Roma, per cui ha curato gli interventi site-specific di Mariangela Levita, Flavio Favelli e Giuseppe Stampone, dal 2013 cura Q.I. VEDO, format visivo del Quartiere Intelligente a Napoli con video proiezioni pubbliche di artisti internazionali sul tema dell’ambiente.