Concrezioni – mapping our differences
Sarà il suggestivo spazio dell’oratorio di San Sebastiano a Forlì ad ospitare il secondo vagabondare di “Concrezioni” progetto in divenire di GalleriaInstabile, dopo quella di Bagnacavallo dello scorso Settembre.
Comunicato stampa
Sarà il suggestivo spazio dell’oratorio di San Sebastiano a Forlì ad ospitare il secondo vagabondare di “Concrezioni” progetto in divenire di GalleriaInstabile, dopo quella di Bagnacavallo dello scorso Settembre.
Saranno presenti i lavori di Maria Giovanna Morelli e Gianni Mazzesi, la cui inaugurazione è prevista per Domenica 5 Giugno 2016 alle 18.30 e proseguirà l’apertura fino al 14 Giugno con orario 11-19 tutti i giorni, festivi compresi.
La mostra promossa da GalleriaInstabile, da BiART Gallery e CRAC Centro in Romagna Ricerca per l’Arte Contemporanea e patrocinata dal Comune di Forlì Assessorato alla Cultura e prosegue il progetto “Concrezioni” dei due artisti ravennati, come viaggio nel territorio della memoria interiore e sociale, attraverso un incedere profondo ma dal divenire incerto.
Maria Giovanna Morelli è artista che predilige l’agglomerazione della materia plastica riciclata e la carta per il disegno o per l’intaglio, come per le sue cartine geografiche in teche di plexiglass, mentre Gianni Mazzesi utilizza soprattutto la fotografia come esperienza della memoria individuale e sociale insieme a materiale organico come il legno, il filo rosso e il sale, per le sue installazioni e a supporto dell’immagine stessa.
Saranno esposte, in una installazione site-specific, che verrà presentata in anteprima a Forlì agglomerazioni materiche, fotografie, grafismi, videoproiezioni e suond art e alcune opere inedite o ripensate appositamente per questa occasione.
Nell’idea degli artisti, che insieme alla collaborazione della curatrice Patrizia Cauteruccio firmano anche la curatela della mostra, sarà concepita come uno spazio della rimemorazione, ma anche un monito per un futuro, dove gli scheletri del mondo, che sopravvivono al mare in tempesta e alle cartine geografiche, metafore di un’individualità e di un’umanità disorientata e quasi perduta, possano restare impigliati nelle reti di un mondo accresciuto di stupore e orientato alla scoperta del tempo e della diversità altrui.
«Il mondo è pieno di sostanze tossiche, dalle troppe immagine subite alle plastiche che invadono la terra» scrivono Morelli e Mazzesi «noi vogliamo trasformarle in possibilità, attivarle alla memoria, per poi prenderne quella distanza che attiva il pudore».