Il tramonto delle Utopie
Anteprima 8a edizione del Festival Città delle 100 scale
Conferenza di Massimo Cacciari.
Comunicato stampa
La scena di Utopia e il suo tramonto.
Sulla scena di Utopia si riflettono, portati al limite – e dunque con la massima chiarezza – i problemi, anzi le aporie, connessi al rapporto tra le potenze decisive del Moderno. Innanzitutto, tra “forma-Stato”, centaurico paradosso del ‘dio mortale’, da un lato, e “forma-progetto”, come carattere di tutte le attività che vi hanno luogo, dall'altro; tra “ethos” in quanto capacità di abitare, di soggiornare, di possedere radice terranea, da un lato, e “discioglimento”, ‘assolutizzazione’ di potere e sapere da tutti gli "idola" della tradizione, della storia, della casa avvertiti come fonte perenne di conflittualità, immanente pericolo di anarchia, dall’altro.
Infine, tra il connubio di sapere e potere, presentato addirittura come fondamento di una nuova Terrasanta, da un lato, e quell’istanza insopprimibile a tutto oltrepassare, a tutto superare, alla de-localizzazione, che è connessa all’esperienza scientifica dei moderni "monstratores", dall’altro.
Insomma, tra volontà-di-durata del potere e volontà-di-critica del sapere, tra queste decisive potenze costitutivamente conflittuali, quale armonia può darsi se non quella che s’immagina in Utopia? O ancora: può darsi soluzione a questa molteplicità di conflitti o il tramonto dell’Utopia non sta a significare altro che soluzione, appunto, può trovarsi soltanto in Nessun-Luogo?