Takashi Murakami – Un Otaku Superdeep

Informazioni Evento

Luogo
DEODATO ARTE
Via Santa Marta 6, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – sabato, 10.30-14/15-19. La galleria Deodato Arte resterà chiusa per ferie dal 7 al 23 agosto 2016.

Vernissage
29/06/2016

ore 18,30

Artisti
Takashi Murakami
Curatori
Christian Gancitano
Generi
arte contemporanea, personale

Dedicata al grande Takashi Murakami, la mostra della Deodato Arte propone una selezione delle migliori litografie e stampe a tecnica mista realizzate nell’ultimo decennio dall’artista che il TIME ha definito come il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea.

Comunicato stampa

Giugno 2016_ L'estate alla galleria Deodato Arte di Milano è all'insegna della Pop Art. Dopo il successo riscontrato dalla mostra Japan Pop organizzata lo scorso marzo, negli spazi della galleria milanese ancora una volta i riflettori si accendono sull'Estremo Oriente con la mostra “TAKASHI MURAKAMI: un Otaku Superdeep”, a cura di Christian Gancitano, visitabile dal 29 giugno al 30 settembre presso la sede di via Santa Marta 6 della galleria.

Dedicata al grande Takashi Murakami, la mostra della Deodato Arte propone una selezione delle migliori litografie e stampe a tecnica mista realizzate nell'ultimo decennio dall'artista che il TIME ha definito come il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea. In tutto sono esposti circa trenta pezzi, si va da Mr. Dob agli iconici Flowers, fino alle opere più astratte che respirano a pieni polmoni la subcultura giapponese. E ad esse si aggiunge una speciale sezione di Robot “mecha” giapponesi, a sottolineare il forte legame della poetica di Murakami con le culture Otaku.

“Il percorso espositivo comprende stampe, litografie, arte riproducibile del grande maestro 'Sensei' del Superflat, estetica che dopo il terremoto e lo tsunami del Nord del Giappone del 2011, ha preso il nome di Superdeep” - spiega Christian Gancitano, curatore indipendente nipponista. E continua: “E' una corrente che si pone come una risposta alla catastrofe e in generale ai temi dell'umanità, quali il progresso in relazione all'ambiente. Temi questi che assumono una visione salvifica e spirituale, così da trasformare il concetto di Superflat in qualcosa di più profondo. 'Deep', appunto. Conseguenza di uno shock che ha cambiato per sempre il rapporto dei giapponesi con la natura, l'economia e la società contemporanea e quindi il ruolo dell'arte e dell'artista stesso. Fatto questo che si lega coerentemente alle stampe del periodo Edo 'Ukiyo-e' e le più raffinate tecniche di stampa. Una poetica e una cifra stilistica inconfondibili che per me e per molti artisti, operatori culturali e appassionati d'arte cresciuti tra la fine degli anni '70 e negli anni '80 rappresenta un punto di riferimento dell'arte e della cultura Pop internazionale”.

“TAKASHI MURAKAMI: un Otaku Superdeep” darà occasione ai visitatori di immergersi nella più recente produzione di Murakami. L'Estetica Superdeep introdotta da Murakami miscelando i caratteri tipici dell'arte giapponese tradizionale, l'immaginario feticista (specialmente della sub-cultura degli Otaku -おたく/オタク- termine giapponese nel quale Murakami si identifica e che indica dagli anni ‘80 collezionisti maniacali e conoscitori profondi di manga, anime e gadget di ogni genere, fino ad avere alcune torri e intere vie dedicate nel famoso quartiere di Akihabara a Tokyo) e consumistico della società di massa, condito di cultura e subcultura giapponese, dove anime e manga giocano un ruolo predominante, è il fondamento della nuova generazione di giovani artisti del Sol Levante, di cui l'affermato Murakami può dirsi capostipite e padre spirituale.

Accanto al Maestro, saranno così in mostra i giovani Tomoko Nagao, stella della Micropop Art, attualmente in mostra al Victoria & Albert Museum di Londra nella collettiva “Botticelli Reimagined”; Hiroyuki Takahashi, icona pop tra i giovani di Tokyo; Hikari Shimoda, esponente del Pop Surrealismo celebre sulla West Coast americana; e la giovane fotografa Hitomi Maehashi.

All'inaugurazione, che avrà luogo nella sede di via Santa Marta 6 della galleria Deodato Arte di Milano, il curatore Christian Gancitano introdurrà la mostra con un breve focus sulle sub-culture giapponesi, gli Otaku e il grande ritorno dell'arte Pop giapponese ad opera di Takashi Murakami e la sua innovativa factory Kaikai Kiki.

TAKASHI MURAKAMI
Takashi Murakami, nato a Tokyo nel 1962, è il principale esponente della Pop Art giapponese contemporanea. Ispirandosi all'iconografia e alla cultura del suo Paese, Murakami ha messo a punto, a partire dalla fine degli anni '80, uno stile unico e fortemente identificativo.
Attraverso un linguaggio naif, legato ai manga e alle anime giapponesi e permeato della subcultura Otaku, Murakami nelle sue opere dà vita ad un mondo parallelo, modellato sui simboli della vita giapponese. E' l'estetica Superflat, che unisce la cultura e la subcultura giapponese abbattendo definitivamente il confine tra la high art destinata ad un pubblico di facoltosi intenditori e la più popolare low art fatta di oggetti prodotti in serie e destinati al consumo di massa.
Murakami dimostra nella sua produzione una spiccata poliedricità creativa, capace di conquistare tutti i livelli del mercato, rendendo così la Pop Art un prodotto del commercio di massa. Tanto che, colpito dalla Factory di Andy Warhol, nel 1995 fonda a New York la sua Hiropon Factory, trasformata nel 2001 in Kaikai Kiki, un collettivo di artisti e aziende, uniti con l'obiettivo di promuovere e sostenere la produzione degli artisti emergenti giapponesi.
Nel 2003 l'artista raggiunge la massima fama popolare grazie ad una collaborazione con il marchio Louis Vuitton. Murakami realizza infatti la borsa Cherry Blossom, personalizzando il logo del noto brand attraverso l'estetica manga che caratterizza la sua arte.
Invitato alla Biennale di Venezia nel 1995, ha esposto in seguito nelle più prestigiose sedi museali ed espositive del mondo, tra cui il Museum of Contemporary Art di Tokyo (2001), il MOCA di Los Angeles (2001 e 2007), Fondazione Cartier di Parigi (2002), il Guggenheim Museum di Bilbao (2009), la Reggia di Versailles (2010).