Mauro Vianello – Il Vetro a Lume
L’attività espositiva della Fondazione Musei Civici di Venezia al Museo del Vetro di Murano continua per l’estate 2016 con la mostra Il Vetro a Lume, a cura e con opere di Mauro Vianello, ospitata in Sala Brandolini.
Comunicato stampa
L’attività espositiva della Fondazione Musei Civici di Venezia al Museo del Vetro di Murano continua per l’estate 2016 con la mostra Il Vetro a Lume, a cura e con opere di Mauro Vianello, ospitata in Sala Brandolini dal 25 giugno al 23 ottobre.
La mostra è incentrata sulla lavorazione del “vetro a lume” (soffiato e non), un’arte antica che ha raggiunto oggi una straordinaria e universalmente riconosciuta eccellenza tecnico-esecutiva annoverando tutta una variegata tipologia di oggetti che non potevano essere ottenuti con la soffiatura in fornace e che dunque necessitavano di un lungo lavoro, oltre che di un’abilità fuori del comune,
Gli oggetti che si prestavano maggiormente alla lavorazione “a lume” – che raggiunge il suo ‘apogeo’ tecnico ed estetico nel corso del XIX secolo – erano soprattutto le perle, la cui produzione assorbiva la maggior parte della manodopera impiegata in questa attività. Dalla loro soffiatura e decorazione derivano tutti quegli oggetti che ebbero grande diffusione nel corso dell’Ottocento: dalle boccette porta profumo o porta sali per ornare le cinture delle signore, fino ad arrivare all’arte raffinata e complessa delle murrine millefiori o figurate, in cui eccelse un personaggio di primo piano quale fu Giacomo Franchini (attivo intorno alla metà del secolo) che, con i mezzi limitati di questa lavorazione, realizzò canne figurate di raffinato virtuosismo tecnico tali da rivaleggiare con i miniaturisti più esperti delle arti figurative.
Tra i soggetti più complessi realizzati “a lume” vi è certamente quello detto degli “zoo di vetro” - aventi come soggetto animali -, la cui produzione si è poi affermata nel corso del Novecento. Vi sono inoltre esempi di vetro soffiato a lume del periodo déco a Venezia, influenzati da produzioni nordeuropee, che rappresentano cigni, cicogne, cervi e animali vari, tutti prodotti a lume ma tramite la tecnica del vetro soffiato e argentato al mercurio.
Nell’Ottocento la realizzazione di animali o di soggetti botanici in vetro aveva una funzione principalmente didattica ed era destinata ai musei di storia naturale e alle università che, per quelle specie, soprattutto marine (che non potendo essere impagliate dovevano necessariamente essere realizzate con altra tecnica che ne riproducesse le forme complesse e le peculiari colorazioni) trovò il suo optimum proprio nel vetro modellato a lume.
In questa attività furono pionieri ed eccelsero i boemi Blaschka: Leopold (1822- 1895) ed il figlio Rudolf ( 1857 - 1939), i quali realizzarono i loro soggetti - molluschi ed ogni sorta di invertebrati marini tra cui emergono, per vivezza di risultati, le complesse e numerose specie di meduse - sulla base dei disegni forniti dagli zoologi e dai botanici, che poi riproducevano in tridimensionalità.
A Venezia molti sono i maestri che si sono distinti nella lavorazione a lume. Tra coloro che hanno dedicato i loro maggiori sforzi alla creazione di opere a soggetto naturalistico, con soluzioni del tutto personali, si annovera il veneziano, ma muranese d’adozione, Mauro Vianello (1963) - artigiano-artista del vetro a lume, grande cultore e studioso dell’arte dei Blaschka - di cui questa mostra presenta una selezione di opere che possono a ragione definirsi in continuità e ispirate all’arte degli artisti boemi, ma che sono state realizzate affiancando anche il contributo della cultura veneziana. Soprattutto nell’utilizzo del colore, ispirato all’arte pittorica del grande periodo pittorico rinascimentale veneziano e a quella della vetreria muranese tra XIX e XX secolo.
Sono proprio gli inediti e complessi effetti cromatici utilizzati nel momento di rinascita e creatività dell’arte muranese che Vianello fa propri – dall’avventurina al girasol, dall’acquamare al rubino, fusi insieme ad altri smalti e unendo a volte la foglia d’oro e d’argento - per mezzo dei quali il suo personalissimo “habitat” fatto di animali in vetro, molto spesso di ambito marino, prende vita, restituendoci tutta la bellezza e il fascino di un’arte dagli esiti davvero sorprendenti.