Fabrizio Berti – Cromatiche vibrazioni
L’esposizione pone di fronte all’osservatore una umanità in forma ironica e quasi-caricaturale, puri ideogrammi per incuriosire l’osservatore, provocandolo in possibili suggestioni o fascinazioni.
Comunicato stampa
Il ritratto artistico dal suo esordio in qualsiasi punto lo si collochi temporalmente, ha indubbiamente subito trasformazioni. Nonostante ciò è rimasto sempre tre il numero delle “entità” coinvolte: il soggetto ritratto, l’artefice e l’osservatore ( W. Waetzold ). Certo Fabrizio, l’artefice, non mira alla somiglianza superficiale del soggetto ritratto, a cui siamo comunemente abituati quando pensiamo a questo genere, quanto piuttosto alla definizione dei caratteri identificativi, studiati con cura, siano essi distintivi di figure “angeliche” o “demoniache”. Berti si affida per questo ad una stilizzazione, resa mediante una pittura a tinte piatte, dove i personaggi sono immobili nelle loro strutture scheletriche, riportati alla condizione elementare di uomini. Ricordando in parte A. Wahrol e in parte K. Haring, il lavoro di Fabrizio quindi pone di fronte all’osservatore una umanità in forma ironica e quasi-caricaturale, puri ideogrammi per incuriosire l’osservatore, provocandolo in possibili suggestioni o fascinazioni, potendo liberamente ciascuno dare per un istante un giudizio sulla Storia.
Andrea Gorgato