Davide Volponi – Receneration
La mostra presenta una serie di lavori inediti, creati utilizzando pallets che l’artista stesso ha donato a un gruppo di prostitute al fine di potersi scaldare nelle interminabili notti all’addiaccio.
Comunicato stampa
La mostra presenta una serie di lavori inediti, creati utilizzando pallets che l’artista stesso ha donato a un gruppo di prostitute al fine di potersi scaldare nelle interminabili notti all’addiaccio. Il risultato è un’interessante metafora che intreccia l’idea del dono con la fiducia, la solidarietà, l’ascolto, l’integrazione. Il tema si snoda su un insieme di sculture e scatti fotografici con estrema delicatezza, senza mai cadere nella retorica, con discrezione. Solo i colori dei palazzotti, posti su quinte architettoniche, sono squillanti e gioiosi: una punta d’ironia che stempera i toni di un gioco che non perde comunque la sua serietà.
Receneration
Il fiume non trascina bottiglie vuote, carte da sandwich, fazzoletti di seta, scatole di cartone, cicche di sigarette o altre testimonianze delle notti estive. Le ninfe sono partite. (T.S. Eliot, Waste Land) Siamo nella terra desolata di Eliot, inaridita e guastata che produce rifiuti e scarti senza distinguere uomini, animali, cose, tutti al centro e alla periferia del mondo a produrre, consumare e dannarci. Nel valore polisemantico di “Waste” sembra incarnarsi l’ambiziosa e complessa metafora che sottende quest’ultima produzione di Davide Volponi, già incline al recupero dello scarto d’uso del suo laboratorio di legnami da cui hanno preso vita coloratissimi palazzotti e “profumati” salumi da non mordere. Lui è un imprenditore creativo che ha saputo trasformare una falegnameria in un luogo dove artigianato, arte e design sono i benvenuti; lo dimostrano i numerosi progetti e le partnership con diverse imprese culturali del territorio.
Amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare, diceva Paolo Borsellino; Davide ha imparato ad amare prima di tutto sé stesso e il suo lavoro, poi a credere fermamente nelle seconde occasioni, dandole persino alle “cose”. In questo senso il suo lavoro creativo si innesta nel grande mondo della Trash Art che oggi abbraccia il “ri-uso” più per matrice etico-ecologica che per radice dadaista. Ma la ri-generazione degli oggetti, o meglio ancora resurrezione, si carica, in quest’ultima serie di contenuti ancor più forti, uno scatto poetico maggiore che li rende, in questo senso, straordinariamente artistici.
I pallets, figli di scarti anch’essi, hanno molto da raccontare: nati per favorire il trasporto di prodotti,a conclusione del loro ciclo, non mostrano il carico di anonime scatole pesanti ma sono testimoni di processi solidali, scambi di merci a cui si contrappongono vite. È un intreccio di metafore molto complesso che possiamo sintetizzare con una parola: dono. Il dono annienta la mercificazione, anche solo per un istante; senza pregiudizi, senza condanne. Siamo tutti alla ricerca di una occasione; forse abitanti dei quei palazzotti coloratissimi anche se ancora un po’ bruciati, come a mantenere con orgoglio le cicatrici. Ma fortificano o semplicemente traumatizzano questi segni di fuoco? Romantico che sia o spietato il racconto merita di essere visto e ascoltato. La narrazione si sviluppa e dispiega nelle sue parti, tra sculture e scatti fotografici, rendendosi, in fine, comprensibile a tutti. Oppure no. Perché le voci nei fuochi gelidi dell’oscurità non le sappiamo o vogliamo ascoltare. A questo ci ha pensato Davide creando sculture nate dal recupero dei pallets donati a un gruppo di prostitute e raccolti all’alba come scatole nere a cui infondere la stridente giocosità del colore. Il suo è un cuore buono, iniziamo da qui e dall’augurare Buonanotte signore, buonanotte, dolci signore, buonanotte, buonanotte. (T.S. Eliot, Waste Land)
[Efisio Carbone]
BIO
Sono nato a Cagliari una "barantina" di anni fa. Di educazione Cattolico Romanista, acquario convinto e palese, viaggiatore quando posso, percorro le tappe classiche del giovane cagliaritano borghese (e non le rinnego!) con studi classici e laurea in Giurisprudenza, e la raggiungo secondo copione con una certa calma e con molti alibi. Da sempre alla ricerca di modi e spazi per potermi esprimere, circa vent'anni fa mi trovai a fare il Mercante di legnami per caso e perchè così sia, dirigo l'azienda di famiglia assieme a mia sorella in Via dell' Agricoltura.
Da questo immenso e affascinante mondo cerco di dar libero sfogo alla mia vena creativa recuperando materiali e oggetti preziosissimi che caratterizzano questo angolo di mondo per riutilizzarli e renderne gloria, trasformandoli suo e loro malgrado, in altre cose e dar loro nuova luce e nuovo spirito, perché tutti abbiamo sempre una seconda chance e credo fermamente nel riscatto degli ultimi.
[Davide Volponi]