Der Kunst Garten
Il Giardino dell’Arte dell’artista ceramista faentino propone una collettiva per la sua inaugurazione ufficiale.
Comunicato stampa
Ci sono voluti anni ma chi la dura la vince.
Gianfranco Morini detto il Moro, scultore e ceramista, provocatorio e paradossale, esagerato e contraddittorio, geniale e volgare, ha coronato un sogno: quello di trasformare la sua casa-laboratorio, situata nella campagna faentina, in un Giardino dell'Arte.
Lo ha chiamato Der Kunst Garten, in tedesco, a rimarcare la vocazione internazionale che il giardino dovrà avere; spazio privato ma non privatistico, un giardino, un prato e una casa senza cancelli o barriere, dove chiunque può andare, fermarsi, fare due chiacchiere col padrone di casa, e guardare le opere degli artisti che a turno verranno invitati.
Sabato 9 luglio, alle 18, Der Kunst Garten inaugura con una mostra di 5 artisti: Alessandra Bonoli, Dario Brugioni, Alfonso Leoni, Antonella Ravagli, Bottega Vignoli che hanno allestito le loro opere nel giardino.
Una collettiva di artisti faentini (ad eccezione del modenese Dario Brugioni) che in prevalenza, come il Moro, utilizzano la ceramica, ma si confrontano anche con altri materiali.
E’ una “corrispondenza di amorosi sensi” infatti quella che si trova nel suo giardino dell’arte. A partire da Alfonso Leoni, scultore ceramista scomparso nel 1980, maestro di Gianfranco Morini, che molto ha influenzato la sua poetica. Nel giardino la moglie Marta ha portato due installazioni una in ceramica, e l’altra – mai esposta prima - in metallo. Alfonso Leoni polemico e irriverente nei confronti di ogni codificazione ideologica e artistica, è stato uno sperimentatore convinto dei linguaggi, capace di passare dalla ceramica, al legno, dal metallo alla fotografia per rompere le convenzioni artigianali e artistiche consolidate.
Alessandra Bonoli nata a Faenza, dal 1978 e che ha tenuto numerose mostre collettive e personali, sia in Italia che all’estero, porta al Kunst Garten una sua istallazione in metallo, riflessione sulla forme pure, quelle della geometria, e i giochi nello spazio che si creano tra i pieni e i vuoti.
Altra sperimentatrice e ricercatrice sugli impasti ceramici e altri materiali, come il vetro, è Antonella Ravagli che propone un’installazione delle sue scale, chiara riflessione sulla istintiva tensione umana all’infinito. Antonella, attenta alla sostenibilità, ricicla argille dismesse dai laboratori, polveri provenienti da cantieri, cocci di vetro macinati che vengono mescolati e inglobati all’argilla.
Dario Burgioni l’unico non faentino del gruppo, utilliza la ceramica a trafila, ripercorrendo una pratica consueta sia a Leoni che al Moro, per realizzare installazioni di sculture che sembrano folletti boschivi.
Infine Bottega Vignoli, recentemente insignita del Premio MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, destinato a 75 grandi artigiani italiani e prommosso dalla Fondazione Cologni, riporta la ceramica alla sua funzione più antica quella delle ciotole e del suo utilizzo in cucina e sulla tavola.
Il catalogo vede testi raccolti da Antonella Ravagli di Anty Pansera e Claudia Casali.
La mostra rimane allestita fino al 30 settembre 2016. Nel parco sarà visitabile anche il murales realizzato dagli alunni della classe 5b della scuola Carchidio Strocchi di Faenza.