Il Giappone di Fosco Maraini
In occasione del 150mo Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, la Fondazione Raffaele Cominelli ospiterà una mostra dedicata al celebre orientalista ed etnologo italiano Fosco Maraini.
Comunicato stampa
Negli spazi del palazzo benacense si svilupperà un percorso che metterà in risalto la complessa e poliedrica figura di Fosco Maraini: etnologo, antropologo, orientalista, alpinista, fotografo, scrittore, esploratore e poeta. La mostra, a cura di Rosanna Padrini Dolcini e Nicola Rocchi, si focalizzerà sul legame profondo di Maraini con il Giappone, legame che ha inciso in maniera determinante su tutto il suo percorso esistenziale e culturale.
Il rapporto di Fosco Maraini con il Giappone ha inizio alla fine degli anni ’30, quando si trasferisce nell’isola di Hokkaido per studiare l’arte, la religione tradizionale e la cultura del popolo degli Ainu. Da quel momento la sua vita professionale e privata si intreccerà profondamente con il Giappone, che sarà fonte inesauribile di ispirazione per documenti di vario tipo (libri, appunti, fotografie, etc).
La mostra sarà realizzata grazie al consenso delle eredi di Fosco Maraini e alla collaborazione del Gabinetto Scientifico Letterario G. P. Vieusseux di Firenze, cui lo stesso Maraini affidò la propria biblioteca orientale e i preziosi materiali prodotti nel corso della sua vita di viaggiatore e studioso: oltre 100 mila fotografie, i carteggi e la corrispondenza, i quaderni con gli appunti di viaggio e molte altre carte relative all’archivio di lavoro, gli scritti e le pubblicazioni, i documenti personali e familiari.
All’interno del palazzo Cominelli verrà esposta una selezione di fotografie, taccuini e altri documenti “giapponesi” di Maraini, oltre ai libri da lui dedicati al Giappone e all’Asia. Le fotografie, in bianco e nero, si riferiscono in particolare alla permanenza in Giappone negli anni Cinquanta: mostrano templi, riti e cerimonie religiose, ritratti e paesaggi. Agli scatti fotografici sono accostati alcuni dei taccuini sui quali Maraini annotava i propri appunti, accompagnandoli con schizzi, disegni e schemi.
L’obiettivo della mostra è di evidenziare inoltre, il composito metodo di lavoro dello scrittore, la sua curiosità inesauribile e la pressante necessità interiore di comprendere a fondo la realtà.
L’esposizione sarà incentrata intorno a tre nuclei tematici, ai quali è dedicata una sala ciascuno.
Nella prima sala verranno raccolte immagini e agende con appunti e disegni relativi agli anni 1953-54: tutti materiali poi confluiti nel libro “Ore giapponesi” (1956), testo ancor oggi imprescindibile per chi desideri avvicinarsi alla cultura giapponese.
La seconda sala sarà dedicata alle fondamentali ricerche condotte sulle Ama, le pescatrici delle isole Hekura e Mikuriya - dell’arcipelago delle Nanatsu-to - e alle fotografie in cui Maraini le ritrasse nel 1954. Alcuni materiali documenteranno inoltre gli studi sui matsuri, le feste tradizionali giapponesi.
Nell’ultima sala verrà data testimonianza di un progetto a cui Maraini lavorò a lungo e non riuscì a concretizzare: saranno esposte alcune schede, parte del materiale preparatorio per un dizionario e un libro sui kanji - i caratteri di origine cinese utilizzati nella scrittura giapponese.
“La presenza sibillina, alchemica, bellissima degli ideogrammi” è il primo indicatore che segnala a Clé – il protagonista del romanzo autobiografico “Case, amori, universi” – che il viaggiatore sta “davvero saltando oltre i valli del mondo indoeuropeo”. E l’interesse per gli ideogrammi, insieme alla profonda fascinazione per la religione scintoista, sono una costante nel rapporto tra l’etnologo fiorentino e la cultura giapponese.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo contenente, oltre a numerose immagini, brevi testimonianze dei familiari sulla figura di Fosco Maraini e il suo rapporto col Giappone.
Questa mostra, inserita nel 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, con il sostegno dell’Ambasciata del Giappone in Italia e del Consolato Generale del Giappone a Milano, rientra nel programma espositivo che la Fondazione Raffaele Cominelli, per l’estate 2016, ha dedicato interamente al rapporto tra Giappone e Italia, e si aggiunge agli altri due eventi, dedicati rispettivamente alla mostra “Dialoghi - Gioielli contemporanei” e alla mostra “Eterne Stagioni” allestita al Museo D’Annunzio Segreto presso il Vittoriale degli Italiani, in cui si indaga il rapporto tra i più significativi artisti visivi del panorama contemporaneo e gli antichi paraventi giapponesi.