AiR – Arte in Riserva 2016
Rito, storia e preghiera è il concept della seconda edizione di AiR (Arte in Riserva), iniziativa culturale che ha l’obiettivo di realizzare un Parco d’Arte Contemporanea all’interno della Riserva Regionale delle Gole di San Venanzio a Raiano, in provincia dell’Aquila.
Comunicato stampa
Rito, storia e preghiera è il concept della seconda edizione di AiR (Arte in Riserva), iniziativa culturale che ha l’obiettivo di realizzare un Parco d’Arte Contemporanea all'interno della Riserva Regionale delle Gole di San Venanzio a Raiano, in provincia dell’Aquila. Il progetto è promosso dall’Associazione “Terre Colte”, in collaborazione con il Comune di Raiano e l’Ente gestore della Riserva.
Quest’anno AiR, curato da Ivan D’Alberto, critico e storico dell’arte contemporanea, vedrà il coinvolgimento di cinque artisti provenienti da diverse regioni italiane. Sono Emanuela Ascari, Daniela Di Maro, Licia Galizia, Gino Sabatini Odoardi e Giacomo Zaganelli, i quali trascorreranno a Raiano, dal 4 all’11 agosto, un periodo di residenza per conoscere l’ambiente naturale e le emergenze storico-artistiche che insistono su questo territorio.
Gli artisti avranno anche modo di interagire con gli abitanti del posto e questo sarà per loro un’ulteriore occasione per immergersi nella dimensione socio-culturale che caratterizza la vita della comunità locale.
A tal proposito domenica 7 agosto, alle ore 18.30, nel centro storico di Raiano, ci sarà un simposio dove gli artisti e il curatore avranno modo di interagire con il pubblico partecipante, che scoprirà in anteprima le cinque proposte progettuali.
Le tematiche del concept di AiR 2016 sono molto vicine al contesto ambientale e culturale della Riserva dove la storia fa da collante tra la cultura pagana e quella cristiana. Il rito e la preghiera sono infatti le facce di una stessa medaglia, quella che contraddistingue il rapporto tra uomo e fede. L’azione rituale ha sempre fatto parte del territorio regionale abruzzese; considerata estrinsecazione di quella superstizione di cui sono protagonisti gli uomini e le donne delle comunità locali è diventata, in epoche successive, una pratica religiosa mostrata attraverso la preghiera. La ripetitività delle azioni, la lentezza dei gesti e l’estraniamento di coloro che vivono questi momenti sono sempre stati messi in relazione ad alcuni fenomeni naturali e ai luoghi in cui si compiono.
Il patrimonio diventa in AiR l’occasione per una riflessione artistica contemporanea atta a suscitare nuovi modelli di lettura interpretativi del contesto storico – ritualistico in cui il progetto si realizza e le Gole di San Venanzio presentano le caratteristiche giuste per far si che tale riflessione avvenga: la stratificazione geologica che compone tutta la morfologia della Riserva naturale, la presenza antropica millenaria che ha segnato il territorio e le leggende che rendono magico e suggestivo questo luogo.
info. www.arteinriserva.it
Dott. Paolo Di Giulio
Presidente Associazione “Terre Colte” di Raiano (AQ)
Il luogo
La Riserva Regionale delle Gole di San Venanzio presenta emergenze naturalistiche, storiche e religiose di pregiata fattura. Attraversata dal fiume Aterno l’area si caratterizza da contesti geologici molto differenti tra loro. A monte la roccia calcarea disegna una morfologia aspra e selvaggia fatta di canyon, cascate e forre. A valle, lungo la pianura alluvionale, dove il fiume disegna ampie anse, troviamo una natura più accessibile caratterizzata da un bosco fluviale.
Oltre agli esempi naturalistici, nella Riserva troviamo una presenza antropica millenaria che ha saputo costruire un dialogo non invasivo con il contesto ambientale: testimonianze di pitture rupestri, nel cuore delle Gole, un acquedotto romano, che attraversa il lato destro della valle con lunghe gallerie scavate nella roccia, chiesette rurali, presenti su tutta l’area, l’Eremo di San Venanzio, perfettamente incastonato nella montagna, ed edicole votive dedicate al Santo, disseminate su tutto il territorio. A tutto ciò si aggiunge un vecchio mulino che testimonia il frenetico lavorio che doveva esserci fino all’inizio del secolo scorso. Indubbiamente il luogo più affascinante della Riserva è l’Eremo di San Venanzio: meta di frequenti pellegrinaggi, è dedicata al giovane Venanzio che si convertì al cristianesimo intorno alla metà del 200. Il culto, ancora vivo nella regione Abruzzo, si lega all’antica tradizione che vuole riconoscere in alcuni segni impressi nella roccia le impronte del Santo.
La chiesa è costruita su uno sperone roccioso a strapiombo sul fiume. All’interno di essa, oltre all’altare maggiore, troviamo due altari laterali dedicati a San Pietro Celestino e a San Giovanni Battista. Dai lati dell’altare maggiore, attraverso la presenza di due porte, è possibile raggiungere una loggia e la sagrestia, dove ancora oggi si conservano tracce di affreschi quattrocenteschi.
Sempre nei pressi dell’altare maggiore c’è l’accesso alla Scala Santa, la quale conduce ad una piccola grotta identificabile con la parte più antica della struttura, dove i fedeli “vedono”, nelle forme della roccia, l’impronta del corpo di San Venanzio. Il luogo è conosciuto come la “crocetta”, e consiste in una piccola cavità dove il Santo si raccoglieva in preghiera.
Una leggenda racconta che il Santo, pregando affinché si placassero dei tumulti scoppiati nel vicino Comune di Corfinio, dichiarò che riteneva tanto probabile di riuscire in tale impresa quanto di poter imprimere l’orma del suo piede sulla roccia.
Alcune di queste orme sono ancora visibili nell’Eremo. Qui i fedeli appoggiano i gomiti e la testa per prevenire dolori reumatici e cefalee.
Questa forma di litoterapia è ancora oggi praticata: i devoti si distendono sulla roccia che reca l’impronta del Santo per curare i dolori artritici, mentre un sedile dedicato a Santa Rita è usato per guarire i dolori renali.
Parco d’Arte Contemporanea
Nel 2015 l’Associazione “Terre Colte” di Raiano, attraverso la rassegna AiR (Arte in Riserva), ha avviato un progetto per la realizzazione di un Parco d’Arte Contemporanea da istituire all’interno dell’area naturalistica. La prima edizione di AiR ha coinvolto una serie di personalità chiamate a realizzare un intervento artistico (installazioni, sculture e operazioni di Land Art) atto a costruire un dialogo armonico con l’ambiente circostante. L’idea prende forma all’interno del progetto di “Geoturismo” dell’Osservatorio Geologico di Raiano con le prime opere d’arte dislocate lungo il sentiero che congiunge l’Eremo al vecchio mulino. In questo modo il visitatore ha la possibilità di apprezzare la bellezza del luogo e fruire dei lavori realizzati dagli artisti coinvolti.
Gli artisti di AiR 2016
Licia Galizia
La ricerca artistica di Licia Galizia (Teramo, 1966) ha inizio con una “riflessione sulla complessità dello spazio, inteso come una sorta di cerniera tra la dimensione fisica e la dimensione mentale. [...]Quella progettata dall’artista è, infatti, un’architettura aperta, articolata eppure minimale, che si presenta come concretizzazione dinamica della discontinuità del reale, per oltrepassare la mutevole compiutezza dell’ordine delle cose e comprendere il senso del tempo trascorso e delle azioni compiute”. (Loredana Rea, Alatri 2015)
Emanuela Ascari
Manuela Ascari (Sassuolo, 1977) dopo una laurea in DAMS, Arti Visive, all’Università di Bologna consegue il Master Paesaggi straordinari. Paesaggio Arte Architettura al Politecnico di Milano. Nella sua ricerca esplora la relazione tra l’uomo e l’ambiente assecondando una tensione verso la terra, alla ricerca di forme di una ecologia del pensiero, tra natura, cultura ed ecosistema. Rielabora paesaggi cercando connessioni tra landscape e mindscape.
Gino Sabatini Odoardi
Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968)è un artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale. Ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive, in Italia e all’estero. Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri e Jannis Kounellis. “Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale.
Giacomo Zaganelli
Giacomo Zaganelli (Firenze, 1983) vive e lavora tra Firenze e Berlino. Opera con approccio multidisciplinare al confine tra arte, architettura e spazio - inteso come risultante di paesaggio, ambiente e territorio – creando installazioni ambientali, progetti curatoriali e ricerche sul patrimonio dismesso. Nel 2005 ha fondato il collettivo atipico: ESIBISCO, con il quale ha curato e realizzato numerosi progetti partecipativi di riappropriazione dello spazio, coinvolgendo centinaia tra studenti, docenti, artisti, architetti, sociologi e cittadini.
Daniela Di Maro
Daniela Di Maro (Napoli, 1977) è diplomata in arti visive e discipline dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Napoli, vive e lavora a Milano. Il suo lavoro è conseguenza di un approccio interdisciplinare in cui convivono riflessioni di carattere scientifico, antropologico ed estetico, veicolate spesso dall’uso di nuove tecnologie. L’osservazione delle dinamiche naturali è alla base della sua ricerca che, attraverso i linguaggi del disegno, del video e dell’installazione, indaga nuove possibili relazioni tra uomo e natura.