Kristian Skylstad – Fade to Black

Informazioni Evento

Luogo
SPACE4235
Via Goito 8, Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Solo su appuntamento

Vernissage
02/09/2016

ore 18

Artisti
Kristian Skylstad
Generi
fotografia, personale

Dopo una lunga pausa dalla fotografia, dieci anni fa Kristian Skylstad ha sostituito la sua pratica fotografica con la poesia, il ready made e l’assemblaggio. A poco a poco è tornato alla fotografia, e FADE TO BLACK è un progetto che unisce queste due pratiche.

Comunicato stampa

Dopo una lunga pausa dalla fotografia, dieci anni fa Kristian Skylstad ha sostituito la sua pratica fotografica con la poesia, il ready made e l’assemblaggio. A poco a poco è tornato alla fotografia, e FADE TO BLACK è un progetto che unisce queste due pratiche. L’oggetto dello spazio della galleria è stato sostituito con lo spazio domestico; la luce clinica della galleria sostituita con la calda luce di transizione nel tramonto del suo appartamento. Ogni oggetto ha un valore semiotico, una rilevanza storica, ma in gioco c’è molto di più; la superficie del negativo è alimentata dalla forma che armonizza con il suo valore geometrico, che trascende e domina i contenuti. Qui l’attrito si accende. Le superfici s’incontrano attraverso la serie d’immagini, sottili ripetizioni si fondono ai contenuti, la superficie si trasforma in senso. Come la prosa o la scena di un film i contenuti emergono e si fondono in modo naturale. Tear Drop, dove Jeremy Meeks (un criminale icona della rete, attraverso una foto segnaletica iconica dalla qualità della Mona Lisa) incontra il gatto giapponese schiacciato da Chris Marker in Sans Soleil. Il gatto e il criminale hanno gli stessi occhi vulnerabili. Le fotografie si narrano come perle di un filo. Stagnazione genera profondità. La poesia s’insinua attraverso le fessure, e l’artista sceglie di riconoscere questa poesia, oppure attendere che la luce si affievolisca, per rilevarne le qualità meditative. Aspetta che il tramonto colpisca il tavolo di bambù, colpisca le pagine d’oro del Corano, che riflettono la luce e sembrano fiamme sul tavolo, che ha già una struttura che ricorda le fiamme.

L’immagine Book of Fire è blasfema nella sua lettura letteraria ma innocente nella sua essenza, al punto di essere un omaggio successivo. Uno spazio è generato da una cronologia. Questo spazio ha un potenziale infinito, ma gli elementi sono autonomi poiché parte di un insieme più grande. Nell’immagine The Milky Way l’angelo sulla tazza kitsch è in piedi su una tovaglia con immagini di stelle, il calice colmo di latte acido. Questa immagine di banalità in una sintesi triangolare commenta la nostra incapacità di esseri umani a cogliere il più complesso e il più semplice di tutti; il significato della materia che è l’universo.

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After a long break from photography Kristian Skylstad exchanged his photographic practice with poetry, ready made and assemblage ten years ago. Gradually he has returned to photography, and FADE TO BLACK is a project which merges these two practices. The object in the gallery space has been exchanged with the domestic space; clinical gallery light exchanged with the warm transition light in the sunset of his apartment. Any object has a semiotic value, a historical relevance, but in this project more is at stake; the surface of the negative is fed with form which harmonizes with its geometric value, which transcends and dominates content. Here the friction is ignited. The surfaces meet through the series of images, subtle repetitions merges content, surface transforms into meaning. Like prose or scenes in a movie content emerges and merges naturally. Tear Drop, where Jeremy Meeks (a felon and an icon on the net through an iconic mugshot with Mona Lisa qualities) meets the crushed Japanese cat from Chris Markers’ Sans Soleil. The cat and the criminal has the same vulnerable eyes. The photographs narrate themselves like pearls on a thread. Stagnation generates depth. Poetry creeps through the cracks, and the artist chooses to acknowledge this poetry, or wait for the light to become dull, to underline meditative qualities. He waits for the sunset to hit the bamboo table, hit the golden pages of the Quran, which reflects light which seem like flames on the table which already has a structure reminiscent of flames. The image Book of Fire is in a literary reading blasphemous, but in its essence innocent, on the brink of being an ensouling homage. A space is generated for a chronology. This space has an infinite potential, but the components are autonomous as much as part of a larger whole. In the image The Milky Way the angel on the kitsch cup is standing on a tablecloth with images of stars, the cup filled with sour milk. This image of banality in a triangle synthesis comments our inability as human beings to grasp the most complex and the simplest of all; the meaning of matter which is the universe.